Atracción fatal

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Adrien si svegliò di soprassalto, gli occhi verdi spalancati e la fronte madida di sudore. Respirò affannosamente, cercando di riprendere fiato, mentre nella sua testa prendeva forma un unico, fastidioso pensiero: era successo ancora. Si mise ben seduto sul letto, guardandosi intorno e osservando la stanza immersa nel buio. Con il respiro ancora affannoso, ripensò a quanto aveva sognato e non poté fare a meno di arrossire, al ricordare Marinette - per la quale aveva perso la testa fin dal primo momento in cui si erano conosciuti - che lo chiamava sensualmente, stesa di fianco sul suo letto, completamente nuda. Ricordò il suo sguardo languido quando lui, nei panni di Chat Noir, si era avvicinato e la magnifica sensazione che gli aveva fatto provare quando quasi con violenza lo aveva tirato dal braccio, facendolo stendere accanto a lei, per poi spogliarlo e portargli le mani addosso, nel suo punto più intimo e sensibile. Ricordava il piacere che lo aveva invaso quando le dita calde di lei lo avevano toccato; la sensazione che aveva percepito quando l'aveva abbracciata e baciata, e quando era entrato dolcemente in lei.

Un dolore nel basso ventre fece tornare Adrien alla realtà. Subito abbassò lo sguardo tra le sue gambe, dove sentiva una strana sensazione di bagnato e anche nell'oscurità riuscì a vedere una protuberanza. Si portò una mano lì, da sopra il pantalone del pigiama, a sfiorare e stimolare quel doloroso rigonfiamento, ed emise un gemito gutturale quando esso entrò in contatto col suo palmo. Immediatamente si zittì, controllando che Plagg non fosse nei paraggi, anche grazie alla luna che illuminava la stanza. Non lo vide e tirò un sospiro di sollievo, sapendolo forse da qualche parte con il suo amato camembert.

Si vergognava di farsi vedere in quel modo, ma non poteva farci niente purtroppo. Il suo corpo stava crescendo, lui stava crescendo e non poteva fare a meno di avere alcune fantasie non proprio caste come ogni adolescente. Se ne vergognava, ma era più forte di lui.

Non era la prima volta che gli capitava di trovarsi in una situazione simile, spesso si era ritrovato a trattenere i suoi impulsi sessuali in presenza della ragazza che amava. Però, nonostante questo, non gli era mai passato per la testa di darsi piacere da sé, desiderava che a farlo la prima volta fosse solo Marinette. Eppure, ora che aveva diciassette anni, i sogni e le fantasie erano divenuti sempre più ricorrenti e fastidiosi, e lui ormai si era ridotto a doverli bloccare mettendo spesso il corpo a contatto con l'acqua fredda della doccia. Ripensando a quanti pomeriggi aveva passato lì dentro per far scendere l'eccitazione, arrossiva vistosamente.

Perso in questi pensieri, non si accorse che la sua mano aveva preso a carezzare con vigore ciò che aveva tra le gambe. Gli occhi persi nel vuoto erano spalancati, e le gote rosse. Adrien si sdraiò sulla schiena senza spostare la mano, mentre piegava le gambe e le divaricava, sistemandosi meglio che poteva, così che le cosce non potessero toccare il suo membro; la coperta stava tesa tra le sue ginocchia.

Il piacere iniziò a farsi largo dentro di lui, mentre massaggiava la sua dolorosa erezione; le sue dita affusolate risalirono fino al ventre e poi si intrufolarono fin sotto i pantaloni. Doveva assolutamente risolvere quel problema. Adesso. La sua mano andò a toccare il tessuto teso dei boxer e Adrien la portò sotto di esso. Quando la sua mano toccò per intero il suo membro e iniziò a tastarlo curiosa, il biondo inarcò la schiena, gemendo. «Mmmhh... Marinette...» Adrien strinse il palmo attorno alla sua erezione e prese a muovere le dita, gemendo a bassa voce e immaginando la mano dell'amica al posto della propria.

«Adrien, non ti trattenere... gemi per me, mon chaton...».

Gli sembrava di sentirla, e questo gli fece aumentare notevolmente la velocità della masturbazione, massaggiandosi con più vigore, mentre l'altra mano stringeva convulsamente il lenzuolo. Adrien gemette ad alta voce, mentre prendeva parte a quella fantasia e muoveva il bacino a ritmo con la mano, cercando di darsi il più piacere possibile.

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