Era il mio migliore amico e mi stava tirando per un braccio. Pensai dovesse esserci un buon motivo se il mio migliore amico mi stava tirando per un braccio.

 "Vieni fuori Caro, hai già fatto pipì" diceva Mi sembrava fastidioso. 

 Era palese che io fossi ubriaca, ma mi sembrava altrettanto evidente che non volessi essere disturbata. Inoltre, lo sapevo meglio di lui che avevo già fatto pipì e infatti non ero lì per fare pipì. Ero lì per fare qualcos'altro, solo che in quel momento mi era difficile ricordare cosa. 

 "Non rompere, Micky. Passami una sigaretta... Non vedi che sono triste? Voglio restare qui a pensare per un po'" risposi.

"E' un ora che sei in bagno da sola" mi urlò nell'orecchio "Forza, muoviti! é l'ultima volta che usciamo insieme...". 

 "Esagerato..." commentai notando il suo riflesso nello specchio sporco. A quel punto vedevo due Micky, entrambi che mi facevano sentire una merda. 

 "Da domani cambi vita... Oggi non ci pensi, ma un giorno non sarai più divertente. Sarai patetica e basta." 

 "Micky, mi sembri più scemo di lei" s'intromise Vale. Fu allora che mi ricordai che c'era anche Vale, che stava appoggiata al muro, dietro di lui. Com'era bella Vale, anche al liceo, era la più bella di tutte. 

 "Sono d'accordo" aggiunsi, cercando in lei la mia nuova alleata.

 "Ti pare il momento di fare filosofia? Tirala via dal bagno e basta!" ordinò a Micky. Io feci una breve autoanalisi e mi sentii sola, disordinata e sbagliata. 

 "Ho solo bisogno di un po' di amore" sospirai. 

 "Oddio Caro!" mormorò Vale con tenerezza

 "Non ti lasciare impietosire, è una stronza" s'immischiò Micky, che sottovalutava sempre le mie introspezioni notturne nei bagni del Duca. 

 "Ho voglia di qualcuno che mi scaldi nel letto, a cui dormire addosso. Che mi scaldi i piedi con i suoi. Io ho i piedi sempre freddi, sai?" confidai alla mia unica amica Vale. Micky non mostrava alcuna tenerezza. Odiavo Micky in quel momento. 

 "Non ci credi, Micky? Se non ci credi tocca tu stesso. Aspetta, te ne faccio toccare solo uno che è più comodo... Aspetta" e cercai di levarmi una scarpa, ma i muri mi spingevano e io facevo fatica a mantenere l'equilibrio.

 "Per l'amor del cielo Carolina, non ci provare neanche! Per favore, è pieno di vetri e di pipì, che schifo!" gridarono quasi all'unisono.

 "Mi sa che ho bisogno di trovare un ragazzo stasera" dissi abbandonando a metà l'impresa della scarpa. 

 "Sei da sola nel bagno delle donne. Non è certo la situazione ideale per trovare un ragazzo," argomentò Micky. 

 Io ci riflettei in silenzio. Forse aveva ragione, povero Micky. Ecco perché voleva che uscissi da quel buco, mi dissi. In un moto di affetto mi aggrappai a lui e con una scarpa messa a metà uscii dalle toilette. Ormai il club era quasi vuoto. Mi chiesi come avrei fatto a trovare un ragazzo in quella desolazione. Le lucette del Duca mi sbattevano in faccia e sembravano fiocchi di neve. Mi sentivo gelata, sotto una specie di neve stroboscopia. Avevovoglia di ballare e sudare fuori dalla mia fronte tutto quello che non mi piaceva. Scuotevo soltanto la testa, ma nella mia mente ballavo rockabilly come una star. Ad un certo punto, finalmente, la mia vista fu catturata da un cappello. E sotto il capello c'era un ragazzo. Il capello era nero e i jeans anche. Mi dissi che era perfetto per me.

Kids don't sleepWhere stories live. Discover now