•Capitolo I•

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Giovanni's pov
Sono sul balcone di casa mia. È un luogo che mi aiuta a pensare, a buttare fuori dal mio cuore tutte le mie ansie e le mie paure.
È mezzanotte e mezza. Non ho mangiato.
Non è il balcone che si affaccia sulla casa di Andrea, questo si affaccia sulla città.
È bello, si vedono tutte piccole lucine da qui.
Esco dai miei pensieri quando mia madre mi chiama.
«Giovanni! Vai a dormire?!».
Mi tratta ancora come un bambino, ma decido di accontentarla. Filo in camera mia e mi attacco al telefono.
Vedo una notifica da Andrea: "Giova hai un minuto?".
Apro Whatsapp.

Apro Whatsapp

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Cazzo

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Cazzo. Come fa a fregarsene di tutto così? Erica lo amava molto, e forse lo ama tuttora. Sembra così insensibile. Quando ero piccolo pensavo che Andrea fosse un alieno, perché non piangeva mai.
Poi quando sono cresciuto l'ho visto piangere. Ma solo una volta.
Lì mi è sembrato così fragile. Poi è tornato ad essere come prima. Cinico e bastardo con tutti, ma mai con me.
Con me è sempre stato sé stesso.
A forza pensare a queste cose alla fine mi addormento con il telefono in mano.
La mattina mi sveglio sentendo parlare al piano di sotto.
Aguzzo le orecchie.
«Sai cucinare veramente molto bene, ragazzo! Complimenti»
«Grazie signora, ho imparato da mia madre»
«Dopo devi scrivermi la ricetta eh»
«Ma certo»
«Grazie mille»
«Si figuri!»
Riesco a capire che la persona con la quale sta parlando mia madre sia Andrea e sbarro gli occhi.
Mi tiro su dal letto, apro la porta e scendo le scale.
Lo trovo intento a colare la glassa su una torta.
Cos? Andrea che cucina? Ma è impazzito? Gli ha dato di volta il cervello?
«Andrea che cucina?» domando retoricamente.
«Sta zitto e vattene, non puoi vedere la torta prima della festa!» mi urla contro.
Cazzo, mi ero dimenticato.. oggi è il mio compleanno.
Ho il cellulare intasato dagli auguri di buon compleanno da parte dei fan.
«Okay, calmati» dico ironicamente.
Torno su e mi vado a fare una doccia.
Una volta fatta mi vesto e scendo giù di nuovo.
«Bene, io ora vi lascio che devo andare, tra poco arrivano anche gli altri.. Auguri e divertiti amore» mi dice mia mamma, per poi andarsene.
Andrea sembra abbastanza irritato. Forse ancora sta pensando ad Erica.
Esce sul balcone e si accende una sigaretta.
Sì, è nervoso. Lui fuma solo quando è incazzato.
Lo lascio finire mentre accendo la tv e mi preparo un po' di colazione.
Quando rientra mi dice
«Insomma, auguri Giovenee. Stai invecchiando».
«Grazie, lo so» rispondo, poi continuò ironicamente «Quindi il mio regalo dov'è?».
«Penso che la torta possa bastarti come regalo».
«Ma..»
«Senti. Mi hai mai visto cucinare per qualcuno?»
«No...»
«Bene, ritieniti fortunato allora».
A quel punto suonano il campanello. Andrea mi precede e va ad aprire.
È Leo, che con un sorriso a trentadue denti e con in mano una bustina mi urla in un orecchio "AUGURI GIOVENEEE".
«Grazie Leo» dico un po' stordito.
Comunque Andrea potrebbe anche essere leggermente meno stronzo il giorno del mio compleanno.

When I Put My Lips On You. //ℭamperkiller🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora