Prigionieri di una controversa emozione

Paura

Spietata e sinistra si annida nei meandri del nostro cuore, in agguato, pronta a saltare fuori e azzannare il nostro animo come il più feroce tra i predatori. La paura. Un nemico creato dalla nostra mente, una gabbia in cui ci rinchiudiamo da soli. Offuscati da una visione del mondo distorta e fragile. Fievole, il richiamo di ribellione quando lei domina quell'istante che potrebbe strapparci un'opportunità irripetibile. Una semplice emozione, eppure, un tale potere. Innumerevoli i motivi della sua manifestazione. La paura di sbagliare, che ci impedisce di raggiungere nuovi traguardi attraverso un rischio che, spesso, è necessario correre. Perché se ci provi puoi perdere, se non ci provi hai già perso. La paura di reagire, contrattaccare in determinate situazioni può portare a una svolta nella nostra vita, a un sostanzioso cambiamento. Un colore cupo, il distorto riflesso speculare alla parte frammentata della nostra anima, l'incarnazione dei demoni del passato. La paura che cicatrici ormai dimenticate possano riaprirsi, riportandoci in una dimensione ove la notte è sovrana. Sono questi i momenti in cui con grande volontà bisogna ascoltare quella sottile voce dentro di noi e dargli la spinta necessaria per far si che possa uscire dal contenitore dove è stata rinchiusa. Bisogna dar volume a quella voce e urlare insieme a lei, perché quella è la voce del coraggio, e quando sarà svincolata dalle sue catene, il suo suono sovrasterà ogni cosa, il suo tono farà riconquistare colore a un cuore tormentato. E in quel momento quando ti sarai liberato dalla gabbia di te stesso, anche coloro che ti amano potranno udire il rimbombo della tua richiesta d'aiuto. E a quel punto la paura si inginocchierà a quell'infinita forza determinata dalla ribellione di un cuore ricco di colori. Di un'anima pronta a rinascere.