Find The Light

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Non una mosca volava all'interno dell'auditorium in cui si trovava, il pubblico la osservava in attesa che lei iniziasse a parlare, ma il panico le attanagliava la gola, prosciugandole la voce e rendendole difficile pronunciare anche solo una parola. Le luci dei riflettori posti sopra la sua testa la stavano accecando, gli occhi le bruciavano. Non avrebbe mai dovuto farlo, lo sapeva. Avrebbe dovuto dare ascolto alla sua migliore amica, Raven sapeva sempre cosa era giusto e cosa no, ma lei aveva dovuto fare di testa sua. Lo aveva fatto perché, da sempre, era una persona cocciuta ed ostinata, se le persone le dicevano che non poteva fare una cosa, lei si impegnava con ogni fibra del suo corpo per riuscire a dimostrare il contrario. Quella volta dovette ammettere a se stessa che, forse, avrebbe davvero dovuto dare retta alla sua amica, evitando così di cacciarsi in un guaio da cui oramai non poteva più tirarsi indietro. In fin dei conti però, lei sapeva che non era propriamente colpa sua. Il destino le aveva giocato un brutto scherzo, la sua colpa era stata solo quella di assecondarlo anziché tirarsi indietro.

<< Ptss.. Clarke! >> Una voce alle sue spalle richiamò il suo nome in un sussurro, voltandosi nella sua direzione il suo sguardo si scontrò con quello della sua amica che la osservava da dietro le quinte. Le pesanti tende di velluto color carminio celavano la sua figura minuta al resto della sala, avvolta da un innaturale silenzio interrotto solo da qualche colpo di tosse. Lei osservò la ragazza con occhi spauriti, l'azzurro delle sue iridi era stato completamente inghiottito dalla pupilla e la vista le si era annebbiata, faceva fatica a mettere a fuoco il suo viso.

<< Respira! >> Tornò a dire Raven, portandosi le mani davanti petto ed iniziando ad inspirare ed espirare lentamente, facendo sì che lei la imitasse. Ripeté i movimenti della ragazza, sentendo l'ossigeno tornare a riempirle i polmoni mentre la vista tornava a mettere a fuoco le immagini davanti a sé in modo più nitido. Non appena Raven si accorse che il panico si stava placando, tirò fuori dalla tasca dei jeans un oggetto che lei riconobbe all'istante, in fin dei conti era la causa di tutto. Se non fosse stato per quello stupido cellulare, che adesso la sua amica stringeva tra le dita, lei non sarebbe mai salita su quel palco, non si sarebbe mai messa in ridicolo davanti all'intera scuola e non avrebbe mai rischiato quell'umiliazione per qualcosa di cui nemmeno era sicura. Sperava solo funzionasse, altrimenti non sarebbe più riuscita a farsi vedere in pubblico per molto, moltissimo tempo. Si stava esponendo, spogliandosi di ogni sua difesa e lo faceva solo per lei.

<< Andrà tutto bene, >> sentì dire da Raven, tre parole che, dette con quel tono di voce dolce e rassicurante così estraneo alla sua migliore amica, ebbero il potere di tranquillizzarla veramente. Così si voltò, tornando a rivolgere tutta la sua attenzione alle persone davanti a lei. Sistemò la chitarra sul suo grembo e si mosse con un po' di impaccio sopra allo sgabello su cui era seduta, cercando di trovare una posizione leggermente più comoda. Pizzicò le corde dello strumento che stringeva tra le dita come fosse la sua ancora e poi, dopo aver abbassato lo sguardo ed averlo puntato sul pavimento in legno del palco, prese un respiro profondo ed iniziò a cantare.

<< That Arizona sky, burning in your eyes.. >> intonò con voce leggermente tremula, strizzando gli occhi e scuotendo leggermente la testa per la frustrazione di aver sbagliato l'intonazione, ma non si sarebbe fermata, doveva continuare o non avrebbe più trovato il coraggio di farlo.

<< You look at me and, babe, I wanna catch on fire, >> stavolta la sua voce uscì più ferma e decisa, risuonando chiaramente all'interno dell'auditorium ed ammutolendo i mormorii che avevano preso a ronzare nelle sue orecchie in modo fastidioso.

It's buried in my soul, like California gold
You found the light in me that I couldn't find

Continuò a cantare mantenendo gli occhi chiusi, accompagnando la sua voce con il suono melodico della sua chitarra.

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