• 𝕤𝕥𝕒𝕪 𝕨𝕚𝕥𝕙 𝕞𝕖 • //YOONKOOK

ᴄᴏᴍᴇ ʙᴀᴄᴋ ʜᴏᴍᴇ

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il maggiore si avvicinò al suo collo, iniziando a baciare la pelle delicata del minore, l'addentò, tirandola appena, la succhiava e leccava con tale brutalità che a Yoongi parve uno di quei vampiri che vedeva spesso in tv, uno di quelli vogliosi di sangue umano da ormai secoli ma senza mai esser stati sfamati.

«c-cosa stai f-facendo?» cercò di allontanarlo il minore, ricevendo in risposta, un pugno sullo stomaco.
gemette, piegandosi in due, ancora non riusciva a capire perché fosse così manesco nei suoi confronti; l'udito ovattato, sentiva solo un fischio fastidioso, la vista si annebbiò, la testa girava come una trottola, il sapore del vomito in gola.
si portò una mano sullo stomaco, prima di cadere a terra.

quella sensazione che tanto odiava era tornata, gli sembrava d'esser in punto di morte.
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si piegò verso il corpo inerme del più piccolo.
«alzati, nano de sto cazzo.» urlò, prendendolo dal colletto della felpa, strattonandolo.

Yoongi non capiva, si sentiva male, non capiva perché, nonostante fosse "al tappeto", l'avversario continuasse a colpirlo, in questo modo, avrebbe potuto ucciderlo, dato che sapeva che non è poi così difficile uccidere una persona, ma non pensava che il castano volesse arrivare a quello.
«b-basta.» balbettò, soffocando le ultime lettere quando un altro calcio andò a colpirlo sullo stomaco, bloccando del tutto il suo respiro.
un ultimo pugno sulla mandibola
e più nulla poi.
solo buio.

«Suga, Suga» sentiva una voce lontana, rimbombava nella sua testa, non capiva chi fosse a chiamarlo, né per quale motivo lo stesse chiamando con tono così preoccupato, eppure, era una voce familiare..

non appena aprì, lentamente, gli occhi, sentì subito un sospiro di sollievo.

la vista era ancora appannata, non vedeva chi ci fosse intorno a lui, a pena vedeva quattro sagome sgranate, pochi secondi dopo, mise a fuoco il bel volto di Hoseok, il suo irremovibile sorriso era davvero scomparso.
«H-Hobi?» sussurrò, con voce dolce e confusa allo stesso tempo.
il rosso annuì.
«come ti senti?» chiese poi.
«m-mi fa male la testa.» si portò una mano sulla tempia, massaggiandosela.
«c-che è successo? chi sono quelli?» scostò lo sguardo sui due signori seduti dietro il rosso.
«loro sono i professori di arte e di musica.»
«oh...» mentre osservava i professori, notò un ombra poco più in là, si girò leggermente con la testa e vide il castano poggiato al muro, le braccia incrociate al petto, uno sguardo severo era rivolto al minore, ogni muscolo teso, la mandibola serrata.
Yoongi ebbe un piccolo sussulto nel vederlo.
«tranquillo, ora non si avvicinerà più dal momento che ci sono i professori qui.» lo rassicurò Hoseok, ma appena disse questo, si sentì un risatina provenire dal fondo della stanza.
«convinti.» disse scuotendo la testa, senza smettere di ridere al che, il rosso, gli lanciò un occhiataccia.
era strano vedere Hobi così, anche se lo conosceva da poco più di un ora era convinto che fosse una persona allegra, sempre col sorriso stampato in volto, il pagliaccio della scuola che tirava sempre su di morale gli altri con le sue battute, era evidentemente così.

«tranquillo.» disse per rassicurarlo Yoongi, poggiando una mano su quella di Hoseok.
«che ore sono?» domandò poi.
«le 9:30.» rispose quello che dovrebbe essere il professore d'arte.
«oh, sono in ritardo per la lezione.» disse il moro, cercando di alzarsi ma, sentendo una forte fitta allo stomaco gemette, stringendo la mano di Hobi, ristendendosi sul lettino.
«non muoverti, sei messo male, amico mio.» disse il rosso, accarezzando con un pollice il dorso della sua mano.
«a lezione andrai quando sarai nelle condizioni adeguate.» disse la professoressa di musica, alzandosi.
«m-ma professoressa, è il primo giorno, ci saranno le presentazioni e la spiegazione delle regole e-» venne interrotto dalla prof.
«non puoi presentarti in classe sporco di sangue e mezzo denudato.» appena sentì l'ultima parola pronunciata dalla professoressa, Yoongi guardò subito in basso, notando di avere la giacca aperta e la cerniera rotta, sotto di essa non indossava nulla.