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Non era facile vivere in una famiglia ricca ed essere allo stesso tempo vergognosamente poveri.
Erano 2 anni che lavoravo dai Quebert, nobile famiglia altolocata che risiedeva in una lussuosa villa sulle colline inglesi , e avevo imparato tutto del loro stile di vita.
Mia madre aveva lavorato da loro sin da quando era bambina , così dopo che si ammaló di una terribile malattia ai polmoni trovarono ragionevole assumere me , la sua unica figlia ancora abbastanza giovane per svolgere le mansioni di quella casa gigantesca.
Infondo mi piaceva passare le mie giornate a lucidare il grande tavolo di faggio del salone , o ad insegnare alla piccola Rose a cucire all'uncinetto,  ma non potevo evitare di paragonare quella vita a ciò che avevo vissuto io nella mia infanzia.
Quando mi portarono per la prima volta nella mansione dei Quebert avevo appena 15 anni e guardavo con invidia le nobili signorine che venivano a fare visita alla figlia di mezzo, che pareva essere quasi in età da matrimonio , nonostante fossimo  coetanee. Mi piaceva osservare i merli e i pizzi dei loro vestiti,  ma mi rattristavo poi nel ritrovarmi a compararli con il misero grembiule che indossavo sopra la gonna di cotone stretta sui fianchi da una cinghia di grezza pelle di vitello.
Era appena il 1856 ma a me sembrava di aver passato decenni dentro quelle mura a rattristarmi di ciò che non possedevo e che mai , probabilmente,  sarei riuscita a possedere.
Mio padre era nato e morto marinaio, affondato qualche anno prima sulle coste inglesi mentre cercava di combattere una tempesta assieme ai suoi compagni, e mia madre l'aveva seguito appena la settimana scorsa , lasciandomi solo qualche moneta d'argento e una lettera di scuse per la vita che mi aveva donato.
Sospirai ripassandomela tra le dita mentre rimanevo appoggiata malamente al bancone di legno che si trovava in cucina ,dove le signore grassoccie erano impegnate a cucinare il pranzo in gran stile , quel giorno avremmo avuto ospiti.
"Beh cosa stai li a fare? Muoviti" la signora Clara mi colpì dietro alla nuca con un giornale arrotolato , esattamente come era solita fare con i segugi , ed io mi risvegliai dal mio trance "mi perdoni" implorai con la testa china , la donna era una delle mie più care amiche all'interno della casa , ma nonostante questo non si smentiva mai dall'essere tremendamente severa. Mi sorrise beffarda alzando la testa per guardarmi, non che io fossi particolarmente alta era semplicemente lei a non spiccare in altezza rendendo ancora più evidenti le sue rotondità "questa volta te lo passo Clare ma che non si ripeta più" mi concesse un occhiolino per sdrammatizzare la sua frase , per poi porgermi uno straccio e un secchio pieno d'acqua "ora va , ci sono le scale da pulire" disse congedandosi con un mezzo sorriso , per poi tornare a parlottare fitta fitta con le sue compagne ai fornelli.
Ci misi nettamente poco tempo a pulire la tromba delle scale, perché altre due ragazze erano già state incaricate della mia stessa mansione , così appoggiai lo straccio dentro un apposito sottoscala e mi recai con il secchio in cortile, intenta a svuotarlo tra le piante. Presi parecchie scorciatoie che con l'andare degli anni avevo imparato a conoscere grazie agli altri camerieri e donne delle pulizie, era come vivere in una grande famiglia , infondo venivamo quasi tutti dalla strada. "Clarissa" una voce profonda mi riprese da dietro la spalle , costringendomi a raddrizzarle e a voltarmi con un finto sorriso in viso "Paul" salutai il capo maggiordomo , uomo rispettato all'interno della mansione in quanto fidato amico e servitore del padrone di casa " devi recarti in giardino per aiutare ad accogliere il signor  Campbell, e per l'amor del signore , mettiti qualcosa di più decente" disse prima di voltarmi le spalle , guardando con disgusto il mio grembiule sporco . Aspettai che fosse fuori dal mio campo visivo per sbuffare sonoramente e togliermi quello straccio di dosso , odiavo accogliere ricchi signori nella casa, mi faceva solo ricordare che posto occupavo nella catena sociale.
Altre ragazze erano già disposte in fila e mi rivolsero un sorriso comprensivo quando mi infilai tra di loro , osservando la porta della carrozza che sostava davanti al lussuoso interno della casa , aprirsi. "É proprio lui" "guarda che viso , bellissimo" sussurravano le altre cameriere affianco a me che per mia sfortuna non riuscivo a vedere nulla dalla mia posizione. Improvvisamente tutti ritornarono dritti in riga , segno che il padrone stava passando di fronte a noi con il suo ospite, che lanciava piccoli cenni con la testa ai nostri inchini nella sua direzione. Fu solo quando il suo sguardo si incatenó nel mio che compresi quello che le mie compagne stavano bisbigliando: era di una bellezza straordinaria. Dolci boccoli dorati incorniciavano un viso particolarmente morbido , decisamente diverso dai soliti volti spigolosi di quella zona, e due occhi scuri mi scrutavano attenti , solo piú avanti avrei però scoperto quanti segreti contenevano quelle pietre di carbone che aveva sul viso. Fu quella la prima volta che incontrai Grabiel Campbell.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 03, 2019 ⏰

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