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"come puoi preferire i girasoli alle rose?"

"le rose son fin troppo banali, e poi i girasoli mi ricordano te"

"Me?"

"Sì, delicato, senza nessun peccato"

~°~°~°~

L'insegna ormai era rovinata, si potevano vedere piccoli spazi senza vernice e piccole crepe sulle lettere, ma la scritta era ancora leggibile.

"Wonderland, da quanto tempo"

Attraversai la piccola porta bianca, come di routine colpì il piccolo campanellino posto in alto a sinistra emettendo una leggera melodia per dare il benvenuto.

"Buongiorno, come posso aiutarla?"

Il signor Choi non era cambiato di una virgola, stava indossando i suoi soliti piccoli occhiali poggiati sul proprio naso, aveva una delle sue solite camicie e i suoi soliti baffi un po' cresciuti.

"Jaemin?! Non ci posso credere, allora Dio esiste!"


Sorrisi per il suo tono allegro e genuino; uscì dal bancone per venirmi ad abbracciare, non ci vedevamo da quasi un anno e i nostri incontri al suo piccolo negozio prima erano più che quotidiani.

"È bello vedere che questo negozio va ancora avanti"

"Finché la morte non verrà a farmi visita non abbandonerò mai questa topaia!"

Si staccò dall'abbraccio per poi sorridermi vivacemente ritornando poi alla sua postazione.

"Tutto bene figliolo? È da quasi un anno che non ti fai vedere"

Annuì; in realtà non stavo per nulla bene, soprattutto oggi, ma di certo non avrei rovinato il buon umore dell'uomo di fronte a me.

Il signor Choi mi guardò perplesso, come se avesse percepito la mia tensione, ma cercò di non badarci.

"Sei cresciuto davvero tanto, sei diventato addirittura più alto! O può essere che sia diventato io più basso"

Mi scappo una leggera risata; questa sensazione di purezza mi era mancata.

"Non si preoccupi, sono io quello cresciuto, lei non è cambiato per nulla"

Cercò di sorridermi più di come già stesse facendo per poi afferrare delle rose e dei girasoli infilandoli in mezzo a dei veli viola unendo il tutto con un nastrino rosa.

"Il solito, no?"

"Sì, grazie mille"

Sistemò i veli versando sopra i fiori qualche glitter dorato.

"Quasi mi dimenticavo"

Appoggiò i fiori sopra al bancone per poi guardarmi.

"Come sta Jeno?"

E lì mi senti crollare.

Non riuscivo a parlare per quanto il mio cuore stesse andando veloce, sentii le lacrime agli occhi, non sarei mai riuscito a dirgli la verità.

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