"Alzati! Farai tardi anche il primo giorno di scuola se non ti sbrighi!"
Eccola mia madre ed ecco la sua voce stridula che da qui a Giugno sarà la mia sveglia ogni santissima mattina.Mi presento, prima che mi prendiate per maleducata, sono Rena, ho 18 anni, frequento l'ultimo anno di liceo scientifico e odio la matematica.
Non mi chiedete perché ho scelto lo scientifico, non lo so neppure io. Penserete che io sia strana... e in effetti un po' lo sono.
Resto ancora dieci minuti a letto, cerco di convincere me stessa che l'estate sia finita, ma non è mica semplice.
-Rena! Sbrigati!- continua mia madre ad urlare dal piano di sotto.
Sbuffo.
Guardo l'ora sul display del cellulare, sono le 7:12 , e considerato che l'autobus che porta a scuola passa alle 7:30 , sono già in ritardo.
Sbuffo di nuovo.
Mi alzo, mi lavo, metto un paio di jeans e una felpa (la prima che trovo), non ho neppure il tempo di truccarmi; scendo di corsa le scale, saluto mia madre intenta a fare colazione, le rubo un biscotto dalle mani -grazie mamma, questo lo prendo io!- le dico ridendo.
-Ma veramente quello era mio! Ladra!- la sento urlare mentre sono già fuori casa.Le strade sono deserte, amo questa città quando dorme, quando ancora nessun clacson rompe il silenzio.
Arrivo alla fermata dell'autobus, sicura di trovare mezza popolazione studentesca ad attendere, ma, con mia grande sorpresa... non vedo nessuno...
guardo l'ora, 7:43... Ops.Porca paletta!
"Ottimo Rena! Bel colpo, hai iniziato a perdere l'autobus già dal primo giorno di scuola, se inizi così immaginati come finiremo!" Sento la mia coscienza iniziare ad accusarmi...
E adesso?
-Rena!- sento una voce chiamarmi dietro di me.
Come potrei non riconoscere la voce della mia migliore amica?
-Cinzia!- urlo mentre corro verso di lei.
La abbraccio! È incredibile, riusciamo ad essere in sintonia pure nei ritardi.-Mi sa proprio che abbiamo perso il bus- le dico, quasi ridendo.
-Questo significa niente scuola... lo sai vero?- mi dice maliziosa.
Amo questa ragazza, la amo terribilmente.
E fu così, che marinammo la scuola, proprio il primo giorno di scuola.-Andiamo a fare colazione? Ho fame!- le dico, credo che quell'unico biscotto rubato a mia madre si senta solo dentro il mio stomaco. Non pensate anche voi?
E poi... "bisogna sempre fare un'abbondante colazione" ho sentito dire a qualche moralista in tv.-E colazione sia!- dice entusiasta.
Arrivate al bar, il profumo dei cornetti caldi mi inebria totalmente.
Ne prendiamo uno ciascuno e prendiamo posto in uno dei tanti tavolini presenti.Mi guardo intorno, non c'è quasi nessuno.
Mentre mangio, entra un ragazzo, indossa una giacca di pelle nera, ha la pelle ambrata e gli occhi scuri, magnetici.
Lo guardo, mi guarda, sorride.
Perché sta sorridendo? Per caso lo conosco? No, non mi sembra affatto di averlo già visto.
Magari sorride perché mi trova carina, no? Lui carino lo è... forse pure troppo.
E mentre penso queste cose spero di non stare sbavando.
-Cinzia, quel tizio mi sorride- dico a denti stretti per non farmi sentire mentre continuo a guardarlo e mentre continua a guardarmi (e a ridacchiare).
Lei scoppia a ridere. Perché diamine adesso ride pure lei?
-Sta sorridendo perché hai tutto il naso pieno di zucchero a velo - dice poi.
Oh cazz... mi copro il viso con la mano, distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
E pensare che mi ero illusa che mi trovasse carina... che carina non lo sono manco da truccata, figuriamoci da struccata e di prima mattina!
Mannaggia.
In effetti, pensandoci, era troppo strano che non avessi ancora fatto qualche figura di merda stamattina.
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Spazio Autrice.
Salve ragazzi! Spero che vi piaccia, fatemi sapere.❤️
Grazie.