Silent Love

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[Questa one-shot ripercorre a modo mio Silence e le sensazioni che secondo me Luka avrebbe potuto avvertire nel corso dell'episodio. Pertanto NON bisogna paragonarla ad esso, piuttosto vederla come un'opportunità per farsi qualche Pippa mentale]

Stamani ero parecchio rilassato, con la chitarra sulle spalle percorrevo con andatura lenta il lungo marciapiede che mi avrebbe portato a scuola.
Juleka era accanto a me. Mi stava raccontando un aneddoto su Rose e sul resto della nostra compagnia. La mia sorellina adora chiacchierare, seppur possa sembrare il contrario. In effetti tutte le volte che il nostro gruppetto di amici si riunisce lei sta in silenzio ad ascoltare le conversazioni. Credo si comporti come una spugna, assorbe e poi rilascia fuori gli aspetti più belli, senza mai diffamare qualcuno.
È davvero un angelo, come lo è colei che vidi con la coda dell'occhio appoggiata ad uno scalino dell'ingresso. Notai che Juleka la stava salutando e che lei stava contraccambiando con un enorme e splendido sorriso, quello che mi fa girare la testa e salire un brivido su per la schiena.
Conobbi Marinette Dupain-Cheng in un modo insolito e, se ci penso, alquanto divertente. Tutt'oggi mi scappa una risatina al pensiero.
Stavo meditando, ma non ero troppo concentrato. Di sopra c'erano alcuni rumori fastidiosi. Gente che spostava mobili qua e là. Inoltre avevo avvertito dei passi che procedevano verso la mia stanza.
Rimasi con gli occhi chiusi, poiché credevo fossero Juleka o la mamma, invece, appena li aprì, fui abbagliato da questa impacciata ragazza che tentava di avvertirmi sul gruppo che era in mia attesa. Provai curiosità per il suo comportamento e le strimpellai ciò che avvertivo fuoriuscire dal suo cuore e, prima che me ne rendessi conto, ero già cotto di lei.
All'inizio non seppi spiegarmi la ragione, ma col tempo capì che ad avermi colpito fossero stati il suo altruismo, intelligenza, modestia, creatività, empatia e, non posso certamente negarlo, bellezza.
Il mio cuore stava accelerando ad ogni passo che stavo facendo nella sua direzione, finché non fui praticamente a meno di un metro di distanza.
Tentai di mantenere un atteggiamento dignitoso, di nascondere i miei sentimenti, e, fortunatamente, ne fui capace. Non era il momento giusto per confessarsi, ma lo avrei fatto, su questo non ci sarebbero stati dubbi.
La mia visione su di lei fu spostata dall'arrivo di Ivan e Rose, e quasi li ringraziai.
Marinette era talmente felice che di lì a poco mi sarei commosso.
La mia attenzione poi fu indirizzata ad un video che lei stessa ci mostrò: stavano cercando nuovi talenti musicali e avremmo avuto due settimane per inviare il nostro progetto.
Ero esaltato. Questa notizia aveva avuto in me lo stesso effetto di un fiammifero contro l'erba secca. Sarei voluto correre a casa, afferrare la mia chitarra e mettermi immediatamente all'opera, senza contare che Marinette si sarebbe occupata dei nostri costumi, quindi sarei stato in grado di stare insieme a lei, di vederla e scorgere tutte le sue espressioni più interessanti.
Avrei voluto abbracciare quel paradiso, ma avrei dovuto attendere pazientemente il pomeriggio.

~

Nel pomeriggio mi misi d'impegno. Volevo facilitare il lavoro a tutti ma allo stesso tempo creare una musica di tutto rispetto.
Fu semplice in realtà, dal momento che avevo la mia musa ispiratrice vicina. Come un'artista mi stava squadrando da cima a fondo, modellando, e sapevo che dalle sue mani sarebbe nato un capolavoro.
La guardai di sottecchi, usando, devo ammetterlo, uno sguardo carico di passione.
Lei arrossì come spesso accadeva, e non seppi se provare vergogna o sentirmi soddisfatto, glorioso.
Persino qualche ora prima, quando le avevo rivolto la parola, il rossore aveva coperto le sue guance, il che mi fece sperare in un mio possibile cambiamento ai suoi occhi e nella sua mente. Pur essendo cosciente del fatto che amasse Adrien. È un bravo ragazzo, però è impegnatissimo. Non voglio che il cuore di Marinette venga spezzato, è troppo fragile, ha bisogno di essere protetto. Ho il timore che possano essergli inferte delle coltellate fatali. Ciò mi farebbe arrabbiare come una bestia, ma devo abbassare il capo e rispettare le sue scelte. La amo troppo per farle del male - e va contro la mia etica causare dolore.
Al termine della registrazione raggiunsimo un ottimo risultato.
Ero impaziente di spedire il nostro operato e Marinette si offrì di farlo dal suo computer.
È sempre talmente gentile che il mio cuore sussulta, ma è anche tanto insicura di sé e non dovrebbe.
Infatti, tornati a casa mia, le misi una mano sulla spalla per "consolarla".
Sono fiducioso, farà strada.
Dopo essersi tranquillizzata mi rivolse un altro dei suoi sguardi cordiali, il quale mi riscaldò meglio di una coperta in una giornata invernale.
Sentii le mie dita tremare contro la sua spalla. Mi stavo emozionando, e probabilmente il mio cuore aveva saltato uno o due battiti.
Fui salvato da Ivan, il quale ci comunicò che c'erano guai sera in vista.
Guardammo tutti fuori dalla finestra.
Essendo accanto a Marinette riuscì a percepire il suo profumo.
Tuttavia alle mie fantasticherie subentrò la rabbia.
Ci avevano rubato l'idea. Ci avevano rubato la musica e ciò per cui avevamo consumato, ovviamente con piacere, le nostre ore. Ciò per cui Marinette aveva impiegato le sue preziosissime energie.
Ero furioso.
Nessuno avrebbe dovuto permettersi. Sarei andato a fondo nella storia.
Ci recammo al luogo nel quale stavano avvenendo le registrazioni, e, grazie ad uno stratagemma degli altri, io e Marinette sgattaiolammo all'interno della struttura.
Quel maledetto di Bob e di suo figlio rimarcarono il fatto di aver preso ispirazione, a quest'ultimo staccai rabbioso la maschera. Non sopportai ulteriori menzogne e, piuttosto che dargli la soddisfazione di avermi fatto arrabbiare, preferì rinunciare.
Afferrai Marinette, con l'intento di uscire dalla stanza, ma lei, come me, odia le ingiustizie. Ci distinguiamo soltanto per caparbietà.
Mi stupì un sacco il suo far dietro front e l'affermare che avrebbe annunciato la verità alla rete televisiva.
Rimasi impassibile e la osservai scontrarsi con Bob.
Pareva un'eroina, colei che difendeva i deboli e gli indifesi.
Se non ci fossimo conosciuti e l'avessi incontrata per la prima volta in quella situazione me ne sarei ugualmente innamorato al primo istante.
I miei nervi furono testati nel momento esatto nel quale Bob si azzardò ad agguantare il braccio di Marinette, minacciandola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 10, 2019 ⏰

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