"Caro Nash,
Sono passate due settimane da quando te ne sei andato. Te ne sei andato senza darmi un motivo valido e ho letto da qualche parte, che gli addii peggiori sono quelli che non si dicono. Quelli che non sai se continuare ad aspettare o smettere di sperare che torni.
Ora io sono qui, nella mia stanza e tu sei dall'altra parte del mondo.
Non ci credo che sei partito senza salutarmi. E per di più in queste ultime due settimane, non hai risposto nemmeno a uno dei miei tanti messaggi che ti ho mandato.
Che ti prende? Tutto d'un tratto ti sei dimenticato di me?
Da quando mi hanno detto che sei partito per l'America, mi è crollato letteralmente il mondo addosso perché tu eri l'unica persona che non avrei mai voluto perdere per niente al mondo, eri l'unica persona che mi dava un senso.
Io avevo te che mi hai fatto sentire veramente bene, eravamo solo io e te e tutto il resto l'avevo dimenticato, non mi importava che ore fossero, non mi importava in che posto andavamo, mi importava solo che tu fossi con me e questo mi bastava.
Ti giuro che vorrei solo strapparmi il cuore per quanto sto male e mi manchi, mi manchi così tanto che solo il pensiero del non poterti vedere mi uccide. Lo so bene, che tu non ci tieni quanto ci tengo io, che non senti la mia mancanza quanto io sento la tua, che non mi ami quanto ti amo io. Potrei pure sbagliarmi, ma come faccio se non so nemmeno se mi vuoi ancora nella tua vita o meno? Tu per me sei indispensabile, crei una dipendenza assurda, sei peggio della droga Grier.
Questo giuro che sarà l'ultimo messaggio che ti invierò, ma ti prego rispondimi, dammi un segno di vita.
Ti aspetto Nash, torna..io sono sempre qui, non me ne vado, sempre qui."
Rilessi il messaggio per una decina di volte tipo, o anche di più. Mi convinse la mia migliore amica Sue a inviarlo, perché io non ne ero molto sicura. Non so perché non volevo inviarlo, o forse si. Avevo paura, paura che non mi avrebbe risposto neanche questa volta o paura che lui mi rispondesse chiudendo definitamente la nostra amicizia.
Adesso non so cosa siamo e non capisco cosa sono io. La mia testa è un fottuto casino, non capisco che cosa ho, se sono felice, se sono triste, non ho mai capito un cazzo di me e l'unica persona che riusciva a farmi capire ciò che provavo era lui, era sempre lui quello che mi diceva come stavano le cose, se avevo qualche problema o se
volevo parlare.
Era l'unica persona in grado di farmi sorridere anche quando stavo giù di morale e io l'ho persa, forse per sempre.
Comunque sia, abito in un piccolo paese in provincia di Londra, Manchester.
Sto bene qui.
Ho un fratello maggiore, si chiama Jack ed anche lui è in America, ma per l'università. Ho bisogno di lui adesso, di un suo abbraccio per sentirmi al sicuro, protetta. Vorrei solo che mi dicesse che non sono così sola come mi ostino a pensare. Che le cose non precipitano come certe volte sembra accadere. E che soprattuto non è la fine, perché ho tutta la vita davanti. Ma lui non è qui e io continuerò a vivere con il mio muro di ghiaccio sempre alzato e ogni giorno sempre più spesso, pronta a chiudere il mondo fuori dalla mia mente.
Sono cresciuta in una famiglia benestante, mio padre grande avvocato e mia madre dottoressa di fama mondiale. Sempre presenti per me, forse anche fin troppo.
Non mi posso lamentare neanche per la scuola perché vado abbastanza bene. Ho tanti amici ma i più importanti sono Sue, Shawn e Nash, ma su quest'ultimo possiamo anche sorvolare.
Sue e Shawn li conosco da quando ero bambina, ne abbiamo passate davvero tante insieme, da quando giocavamo in un un piccolo parco "al principe e alla principessa" (in questo caso, le principesse) a quando ora, ci ritroviamo a saltare la scuola quando magari non ci va di andare o non abbiamo studiato e abbiamo un interrogazione.
Una cosa di cui non mi pentirò mai e di cui sono immensamente felice è quella di averli conosciuti, senza di loro sarei davvero persa.
Io sono Abigail White.
Il mio cognome mi affascina. Bianco. Le mie giornate sono vuote. Sono bianche, come quelle di Dante Alighieri quando non vide più la sua Beatrice.
Le pagine sono bianche, manca inchiostro a quella che è la mia vita.
Ho 15 anni e ho bisogno semplicemente di qualcuno che mi salvi o che il mondo finisca in questo preciso momento.
La seconda è più facile della mia prima.
SPAZIO AUTRICE.
Heilà! Io sono Clod e questa è la mia prima Fan Fiction, siate buone con me vi prego ahahah.
Allora, non so..commentate, ditemi cosa ne pensate del prologo e se vi piace, votate.
Spero che questa storia verrà letta da molte persone e che comunque ci saranno sempre commenti e votazioni, ci tengo moltissimo.
Come avete capito è su Nash Grier, è la mia crush da sempre e niente, ieri facendo i compiti di matematica mi è venuta l'ispirazione e quindi mi è venuta voglia di iniziarla!
Al prossimo capitolo, baci💋
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An angel with blue eyes, Nash Grier.
FanfictionLa cosa peggiore probabilmente è stata continuare ad amarlo anche quando lui non c'era, con i chilometri di mezzo e intere ore di silenzio alle mie spalle. L'ho amato ogni giorno, come si fa con l'estate, con i fiori. Anche se da lontano, anche se i...