Soli, ma in buona compagnia

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Tutto iniziò per caso, così, in una serata come tante, senza volerlo scrissi ad un ragazzo per passare il tempo, non pensavo che mi sarei innamorato ancora una volta dopo l'ultima mia delusione che mi diede un ragazzo tradendomi per un altro. Gli scrissi il banalissimo e scontatissimo "ciao", nulla di particolare infatti, niente faccine o cuoricini che mettiamo noi adolescenti per trasmettere a chi legge le nostre emozioni. Lui mi rispose subito, come se aspettasse un mio messaggio, o forse da parte di qualche suo conoscente, sinceramente pensai subito che non mi avrebbe mai risposto, dopo tutto non mi conosceva, ne aveva mai sentito parlare di me, visto che non abitava nella mia stessa zona di Roma. Al suo "ciao" io gli risposi sempre con normalissime e scontatissime domande per portare avanti quella nostra conversazione e non troncarla così di punto in bianco. Ricordo ancora che appena gli dissi il mio nome lui rimase colpito, gli dissi soltanto:<<piacere Jurij>> e lui si presento non solo dicendomi che si chiamava Fabio ma che sono un ragazzo molto carino. Da lì con una stupida scusa mi chiese il mio numero, io glielo diedi tranquillamente, riniziammo a parlare e a fare gli sdolcinati. Sentii qualcosa in me, il mio cuore riniziava a battere, ma piano piano, non i soliti lenti battiti di tutte le giornate. Non riuscivo ad accettare che lui mi piaceva, non ci eravamo mai visti, ne avevo mai parlato con lui al telefono per sentire la sua voce candida, e non sapevo neanche se fosse fidanzato o se fosse gay. Sapevo molto poco di lui, ma da quelle piccole informazioni che mi diede di lui capii subito che mi piaceva. Più andava avanti la serata e più ci aprivano l'uno all'altro, arrivai a dire dei miei problemi familiari e personali e lui mi chiamò di corsa per rassicurarmi. A fine serata gli dissi che con un ragazzo come lui sarei stato da dio, e lui mi rispose che purtroppo era fidanzato. La mia speranza era in frantumi, il mio cuore oramai non batteva più; ma non mi davo per vinto. Il giorno successivo parlammo diversamente, tutti e due imbarazzati, da li le nostre conversazioni finirono. Passavano le settimane e lui era ancora nel mio cuore e nella mia testa, cercavo di distrarmi, di andare avanti perché era impossibile che mi fossi innamorato di un ragazzo così all'improvviso. Decisi di cercare di conoscere altri ragazzi, per magari dimenticarmi di lui, anche se sapevo che stavo per prendere la strada sbagliata. Passarono giorni e senza accorgermene mi fidanzai con un ragazzo più grande di me che si chiamava Mirco, appena ci siamo messi insieme io e Mirco lui mi fece subito gli auguri e mi dichiarò il suo amore per me, quel sentimento che provai per lui si riaccese ed era più forte di prima, ma ero nei casini, ero fidanzato con Mirco ma a me piaceva un altro. I giorni andavano avanti e feci ogni giorno mente locale su chi mi piacesse veramente dei due, quando sapevo già che amavo Fabio. Mi decisi a lasciare Mirco sapendo che gli avrei spezzato il cuore, ma dovevo farlo perché gli stavo mentendo troppo, gli dicevo troppi ti amo, figevo troppo su di me. Appena lasciai Mirco Fabio mi chiamò e mi fece la classica domanda:<< Jurij, so che ora non possiamo vederci, non posso toccarti le mani o sfiorare le tue labbra, ma devo chiederti questo, solo questo; vuoi essere solo mio?>>. A quella domanda non potevo rispondere di no perché io amavo lui da sempre. Finalmente iniziò la nostra vita insieme, iniziò un nuovo Capitolo della mia vita con una persona che mi sarebbe sempre stata accanto.

Due gay, un amore, una vita insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora