another rant, I guess

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Non mi sono mai sentita più nervosa in vita mia, le mani tremanti mentre prendo il telefono e clicco sul tuo contatto per messaggiarti. Mi sento una codarda a farlo per telefono ma, lo ammetto, ho dannatamente paura di te e non so cosa farei nella vita reale se avessi un altro dei tuoi attacchi violenti.
"Ei, possiamo parlare?" scrivo, il cuore sempre più nervoso ogni minuto che passa.
"Certo, tesoro, che c'è?". Riesco solo a pensare a quanto te sia falso, con i tuoi nomignoli e le tue faccine che usi via messaggio per fingere, ora che sei lontano, di essere stato un bravo genitore. O di averci voluto bene in una qualsiasi maniera.
"Okay, non so come dirlo quindi lo dirò e basta: mi piacciono sia i maschi che le femmine".
1 minuto. 10 minuti. Un'ora. Il tempo passa, la risposta tarda sempre più ad arrivare e temo di aver sbagliato mandando quel messaggio. Non sbagliavo.
Dire che non l'hai presa bene sarebbe minimizzare. Hey, che ci posso fare? Mi ha resa triste e le ultime parole che mi hai rivolto mi hanno mandata in una leggera crisi esistenziale, vero, ma come potrei anche solo pensare di poterti cambiare? Sono solo sorpresa di non essere diversa, considerato il fatto che mi hai cresciuta a suon di video omofobi.
Ho così tanta paura di cosa accadrà. Finché abiterai lontano andrà tutto bene, vero? Vorrei solo che qualcuno mi rassicurasse di ciò.

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