LA VOLTA CHE TEDDY LUPIN AVREBBE VOLUTO ESSERE UN WEASLEY

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No, vi prego, non fraintendiamoci: Teddy si era sempre sentito un Weasley, si era sempre sentito parte della famiglia. In quella famiglia, in fin dei conti, Teddy c'era nato e cresciuto.

Benché vivesse la maggior parte del suo tempo con i nonni materni, c'era una stanza tutta per lui in casa Potter; Ginny e Harry gli compravano tutto ciò che potesse mai desiderare, vestiti, i dolci che preferiva. Non c'era proprio nulla di cui lamentarsi.

Ricordava com'era la sua vita prima dell'arrivo di James, Albus e Lily, e no, non aveva neanche mai sofferto qualche trauma sull'abbandono o altro.


Aveva 7 anni quando James era venuto al mondo: ricordava la pancia tonda di Ginny, ricordava di averci poggiato spesso sopra l'orecchio e di aver dormito accoccolato a lei mentre tentava di ascoltare i rumori di quella cosa che continuava a muovere la pancia dell'unica madre che avesse mai conosciuto.

Aveva urlato la prima volta che un bozzo era improvvisamente comparso a deturpare la pelle liscia e tesa di quella pancia e il bozzo era sparito subito dopo. Ginny aveva riso, ma non aveva fatto altro, quindi lui, tutto incuriosito, aveva alzato un sopracciglio e aveva assunto un'espressione seria su quel visetto abbronzato. Aveva urlato di nuovo quando il bozzo era ricomparso e, puf, sparito di nuovo.

Certo che, per essere strano, era strano forte.


*Marzo 2005*


"Lui è James, Teddy", aveva quindi detto Ginny dopo altre prove di urla e scomparsa del bozzo, ridendo e tirandolo a sé, mentre gli scompigliava divertita i capelli arruffati.


"James?", si era divincolato dall'abbraccio in un batter d'occhio (era grande ormai!) e subito era tornato ad aggrottare le sopracciglia, guardandola in viso curioso come mai prima di allora. Lei aveva sorriso ancora, annuendo piano.

"E che ci fa là dentro? Ha paura?", aveva chiesto ancora, tornando a fissare insistentemente la pancia scoperta della donna.


La risata allegra di Ginny era risuonata ancora e alla sua si era aggiunta quella profonda e molto più pacata di Harry.

(A proposito del vecchio: che fine aveva fatto la sua merenda?!)


"La nonna dice che è cattiva educazione ridere alle domande degli altri"

Nel dirlo, Teddy aveva incrociato le braccia al petto e raddrizzato la schiena, tutto serio, mentre faceva la parte del bimbo grande, e i suoi capelli erano tornati al naturale castano dorato, perché la nonna gli aveva anche insegnato che quando era ora di essere seri non si poteva mica permettere di avere dei capelli giallo limone! Perdeva di credibilità, e Teddy quello lo aveva imparato bene.


"Hai ragione, Teddy", aveva sorriso Harry, mentre porgeva una tazza fumante alla moglie e posava la grossa mano sulla sua testa.

Teddy aveva sempre ammirato le mani grandi di quell'uomo, lo facevano sentire al sicuro. Erano ruvide, piene di cicatrici, ma a lui piacevano così.

"Vieni", aveva intanto aggiunto, e Teddy aveva subito accettato la mano che gli porgeva. Ogni volta che poteva ne approfittava e lo teneva per mano. Non c'era persona in quel mondo che Teddy amasse più di Harry Potter.

La volta che Teddy avrebbe voluto essere un WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora