L'avvicinarsi dell'estate..

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Tiro fuori il telefono dalla tasta per guardare l'ora, erano le undici e mezza passate, mancava poco più di un'ora alla fine della scuola. Ero triste, giù, annoiata, avevo la testa altrove e pensavo ad altro. Ero praticamente scollegata. Ogni mio compagno o compagna era occupato a fare qualcosa, alcuni prestavano attenzione alla professoressa mentre spiegava, altri che parlavano tra di loro, c'era chi mangiava e chi dormiva.. tutti erano indaffarati .. tutti tranne me. Onestamente non ricordo molto di come si è svolta la mia giornata, so solo che aspettavo con ansia la fine della lezione.

E anche quella mattina stava passando. Già ultimamente i giorni passati su quel banco, vicino a quella finestra passavano molto velocemente, quasi non me ne accorgevo era come se facessi scorrere l'acqua da un rubinetto, passano cosi fluide, e nel mentre si sentiva l'avvicinarsi dell'estate.. Tutti a programmare le proprie vacanze dopo aver finito gli esami, mentre io ovviamente pensavo alla scuola. Si, proprio alla scuola. Mi trovavo in difficoltà con due materie, due veri mostri, che se non sconfiggevo entro giugno, me li sarei ritrovata poi a settembre, e io onestamente non volevo. Cavolo avrei passato un'estate di merda, sui libri a studiare mentre i miei amici l'avrebbero passata al mare tra feste e mille altri svaghi.

Suona l'ultima campanella...fine della giornata.

Mi vesto, raccolgo diario, libro e astuccio dal banco e ritiro tutto nello zainetto e mi dirigo verso la fermata con passo costante, senza salutare nessuno.

Non volevo incrociare lo sguardo di nessuno, non volevo sentire voci, non volevo presenza di rompi palle intorno a me che mi raccontavano della loro giornata..Volevo aspettare il pullman e pensare. Avevo davvero molto a cui pensare, pensavo a alla scuola, al mio rapporto instabile con la mia migliore amica e alle bastardate che non riuscivo a digerire da parte del mio ex.

Si chiamava Sofyen, ma tutti lo chiamavano Sofy. Lo avevo conosciuto a scuola, ragazzo alto, moro, occhi color miele e bravissimo giocatore a calcio, non sapevo cosa mi avesse colpito di lui però mi piaceva, mi piaceva davvero tanto, forse era perché era bello, perché a parte la bellezza lui non aveva niente, assolutamente niente. Era stupido, non si riusciva mai a fare un discorso serio con lui, era uno a cui piaceva solo scherzare e divertirsi, pensava solo a vestirsi bene e apparire figo davanti agli occhi delle altre ragazze, era un tipo egoista perché pensava solo a se stesso e faceva ciò che gli faceva comodo, era falso davvero un bravo attore perché fingeva sempre, anche su ciò che diceva di provare per me, insomma un incrocio tra un bambino e un racconta palle.

Ed era più che ovvio che sarebbe finita, ed era ancora più ovvio che quello a stare male tra i due sarei stata io, perché ci credevo troppo. Almeno mi era servito da lezione, l'ennesima lezione : mai fidarsi di un ragazzo, perché i ragazzi sono tutti bastardi.

Salgo sul pullman....e prendo posto, e insieme a me anche le mie cuffie nelle mie orecchie però, sblocco il telefono e faccio partire la mia canzone preferita. [All'ultimo respiro ~ Club Dogo]

Finalmente arrivo a casa..

Grido un saluto dall'altra parte della casa per far capire a mia madre che ero tornata e mi dirigo in camera.

"La mia camera" è il mio spazio vitale dove potevo fare i cazzi miei e nessuno veniva a rompermi le palle.

Levo le cuffie dal troppo mal di testa che mi avevano fatto venire e mi stendo sul letto, e senza accorgermene mi addormento.

____

Il telefono squilla, squilla e squilla di nuovo..E cosi rispondo

Io: ... pronto?

Giulia: Ehi Ade, tutto bene?

Io: Mmm si si e tu?

Giulia: Perché mi dici cazzate? Oggi ti ho aspettata all'uscita di scuola, ma nn c'eri. .che fine avevi fatto?

Io: Eh scusa ma era passata mia madre a prendermi..e quindi ero tornata con lei (mento)

Giulia: mmmm ok.. sicura di stare bene?

Io: si si, tranquilla (mento)

Giulia: okey allora va bene

Io: okey va bene, scusa però ora devo staccare che ho da fare

Giulia: va bene tesoro, ci vediamo domani a scuola. Un bacio

Io: a domani...

____

No, non stavo per niente bene e no non avevo proprio nulla da fare e solo che non volevo stare li a sentire parole su parole. Parole su come si era vestita, parole su con chi aveva parlato, parole su coaa aveva scoperto, parole e altre parole riguardanti la sua giornata..si e vero è brutto da dire, lo so. E brutto parlare di una persona che un tempo reputavi la tua migliore amica, ma ultimamente la nostra amicizia era così, si basava tutta sulla convenienza. Continuavamo a volerci bene si, ma era tutto diverso, ci cercavamo solo nel momento del bisogno e a me sta cosa dava molto fastidio. Un tempo Giulia era una delle mie poche ragioni di vita, era la metà della mia seconda mela nascosta, era importante per me tanto quanto mia sorella, odiavo vederla piangere e stare male e cercavo sempre di farla sorridere, perché quando lei sorride è bellissima. Cercavo di farla stare bene sempre, perché quando lei lo era in automatico lo ero anche io. Ci capivamo al volo, senza troppe parole senza troppe chiacchere.. solamente guardandoci. Era troppo bello il nostro rapporto una volta, e questa nostra amicizia si è rovinata poco per volta, risultato di tante piccole delusioni che accumulandosi ne hanno formato una grande dal valore pesante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 28, 2014 ⏰

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