Pov Mei:- va tutto bene, Mei... nessuno ci riesce al primo giorno, perché non riprovi?- mi lasciai cadere a terra sul terreno rossastro dell'isola dell'aria, che i residenti ci lasciavano usare per il mio allenamento, esausta, il secchiello davanti a me ancora pieno d'acqua, il mio primo giorno di allenamento procedeva così, un po' a rilento, come al solito riuscivo a muovere solo piccole gocce d'acqua, elemento da cui avevano deciso di farmi cominciare l'addestramento visto che era l'unico che riuscissi ad usare; guardai il mio maestro di dominio dell'acqua, che aveva detto di chiamarsi Vetle, un uomo massiccio, dalla pelle leggermente olivastra ed i capelli scuri, proveniente dal polo Nord, si era fin da subito dimostrato simpatico portandomi dei dolcetti tipici della sua casa, le sue mani massicce manovravano quantità d'acqua enormi.
Vetle si sedette di fianco a me, e, con placida calma, cominciò a spiegarmi
:- vedi... il dominio dell'acqua non è difficile, consiste tutto nei movimenti- lo guardai, perplessa, tutto ciò che avevo fatto io era copiare lui, i suoi movimenti, ma non ottenevo i suoi risultati
"Cosa intendi?" Fu la mia immediata domanda; Vetle sorrise, alzandosi in piedi
:- vedi, tutto ciò che hai fatto è stato imitarmi, ma i tuoi movimenti sono rigidi, mentre, per il dominio dell'acqua, devono essere più lenti, fluidi- mosse le braccia con dei movimenti circolari, l'acqua del secchiello si alzò immediatamente, cominciando a creare delle affascinanti correnti fluttuanti, le quali scintillavano al sole come il vetro rotto, ne fui da subito meravigliata, senza dubbio, così decisi di provare, a mia volta.
Gioii quando riuscii a prendere un po' della sua acqua e dominarla a mi volta... era il mio primo grande passo.Ma, molto probabilmente, non è questa la parte di cui volete sentir parlare, vero?
Tranquilli, la storia comincia a farsi più interessante dopo un po' di anni, quindi lasciamo passare un po' di tempo, giusto il tempo per arrivare ad un'avvenimento che, in un certo senso, segnò la mia memoria, ed il mio carattere.
Poi cominceremo con ciò che, magari, susciterà il vostro interesse.
Avevo nove anni, ed Asami, ormai una novantanovenne stranamente in forze, aveva deciso di assistere al mio combattimento, in quegli anni, nonostante la netta differenza di età, avevamo stretto un forte legame, per me era ormai come la nonna che non avevo mai conosciuto, con uno spiccato senso dell'umorismo, negli ultimi tempi la sua schiena su era ingobbita un poco, le mani tendevano a tremare, e, qualche volta sembrava molto distante, non amava spiegarmi il motivo, diceva solo che, alla sua età, avrebbe tanto voluto poter dormire un po' di più, o che c'era qualcuno che le mancava, solo più tardi avrei cominciato a capire bene ciò di cui parlava.
Era da poco deceduto Bolin.
Eravamo nella palestra dello stadio, uno dei pochi edifici di Città della repubblica a non essersi fuso con i rampicanti degli spiriti, che, più o meno, toccavano tutto il suolo cittadino, pur non ostruendo le strade.
Il mio allenamento del giorno era sul corpo a corpo, in cui, se possibile ero persino più scarsa rispetto al dominio, infatti riuscivo a dominare molto faticosamente solo due elementi, ovvero l'acqua e l'aria; la vecchia donna non sembrava di buon umore, anzi, ed il mio gigantesco e pepatissimo insegnante continuava a correggere ogni mio movimento.Ogni mio respiro era sbagliato.
La debolezza dei miei colpi era sbagliata.
Il semplice fatto che non riuscissi neanche a colpirlo era sbagliato.
Quando, per la quarta volta di seguito, venni messa al tappeto, Asami si alzò di scatto e venne verso di me, arrabbiata, mi prese per le spalle e mi scosse con violenza, in quel momento rimasi tanto scossa dal suo improvviso quanto drastico cambio di atteggiamento che non riuscii a fare nulla, se non guardarla con gli occhi spalancati mentre dava di matto
:- REAGISCI, DEVI REAGIRE! SEI O NON SEI UNA GUERRIERA?! EH?!- non riuscivo a capire di cosa parlasse, insomma, non era lei, anzi, era lei, ma disperata, la mia mascella prese a tremare, il suo forte odore di antico, sudore e fiori selvatici, che di solito trovavo tanto piacevole e rilassante, mi riempiva le narici fin quasi a farmi soffocare
:- PERCHÉ NON CI RIESCI? NON È DIFFICILE, VEDI?! DAVVERO NON CI RIESCI PIÙ, KO..- la spinsi indietro, con tanta forza che io stessa caddi a terra, il respiro irregolare, che per prima cosa cercai di calmare, guardando il mio petto, che si alzava ed abbassava furiosamente, insieme al cuore, che sembrava voler schizzare via dal petto
Su e giù
Più lentamente
Su e giù
Ancora più lentamente
Su e giù
Intanto Asami sembrò rendersi conto di ciò che aveva appena fatto e, con voce roca e spezzata, continuava a chiedermi scusa, sempre con la stessa motivazione
:- è... è solo che... i-io... cerco t-tanto di rivederla in te... c-che la custodisci... sai...- rimasi a debita distanza da lei, con le sue parole che mi rimbombavano in testa, distorcendosi
Cerco di rivederla in te...
Cerco di rivederla in te...
Vorrei che tu fossi lei...
In confronto sei solo un sostituto inadeguato...
Penoso, no? Come io abbia ridotto il lutto da cui Asami non era riuscita a liberarsi ad una semplice critica distruttiva nei miei confronti
"Io non sono Korra..."
:- lo so...-
"E non lo sarò mai."
Ed ecco, fu così che ebbe inizio la mia lunga serie di pare mentali su di me ed il mio avatar predecessore, avrei fatto meglio ad andar a vedere un movente, visto che, ormai, li davano a tutte le ore nelle sale?
Forse, mi sarei evitata molti problemi probabilmente.
Fatto sta che, un anno dopo, mi ritrovai sulla tomba di Asami Sato, con una rosa in mano
"Fedele moglie ed amata da tutti, resterà per sempre nei nostri cuori"
Così citava parte del suo epitaffio, la cosa buffa era che, alla sua veneranda età, non era morta di vecchiaia, bensì a causa di un ictus improvviso.
Mi chinai sulla lapide e vi lasciai sopra il bellissimo fiore, guardai anche la tomba affianco, dell'Avatar Korra, la sua foto mi metteva quasi in soggezione, così poggiai una mano stretta a pugno sul palmo aperto dell'altra e chinai la schiena verso di lei.
Un gesto, seppur minimo, di rispetto verso chi era stato tanto superiore a come lo ero io.
Voltai le spalle alle lapidi.
ANGOLO AUTRICE
Mh... a me francamente non piace molto questo capitolo se consideriamo che l'ho fatto con il cervello più buggato della prima versione di Minecraft, voi che ne dite?
'Azz devo smetterla di aggiornare ad orari del genere
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Avatar: The legend of Mei
Fanfiction[PARTECIPANTE AI WATTYS] Sono passati settantasei anni da quando l'Avatar Korra ha sconfitto Kuvira, ed evitato una delle più grandi dittature che il regno della terra avrebbe mai potuto subire, ora le nazioni si trovano in uno stato di duratura pac...