La mattina dopo, mi alzo perché Dominik entra nella mia stanza con uno spazzolino. Dopo avermi svegliata con delicatezza me lo lascia e mi informa che sarei dovuta scendere fra poco, e che aspetterà me per fare la colazione. Quasi dimenticavo che mi ha portato l'intimo lavato. Non ne ho idea di quando l'abbia preso dal mio bagno. Lo indosso velocemente, rimetto i leggins e tengo la sua maglia, poi rimetto le mie scarpe da ginnastica. Sciacquo la faccia e lavo i denti, poi vado in cucina e lo trovo vestito con degli skinny neri e una maglia del medesimo colore. Ai piedi porta delle dottor martens nere. La tavola è piena di cibo.
Mi siedo affianco a lui, distolgo lo sguardo dal suo telefono e mi guarda. Faccio un sorriso tirato. Non ho molta fame.
"Mangia" ordina. Ecco, mi è appena passata del tutto la fame. Scuoto la testa. Inspira profondamente. Prende uno yogurt messo dentro un bicchiere di vetro, ci mette dentro del kiwi che era già tagliato assieme alle banane. Aggiunge anche un cucchiaio di miele, mescola e me lo mette sotto al naso.
"Mangia, senza obiezioni" scuoto di nuovo la testa.
"Cazzo, perché mi devi far innervosire, mangia e basta" sbotta.
"Ma se non ho fame-" ovviamente mi interrompe.
"La droga che hai ancora nel corpo ti fa credere di essere sazia, ma in realtà hai bisogno di nutrirti." Afferra il cucchiaio e me lo ficca in bocca. Ora che il cibo è entrato a contatto con le mie papille gustative non vorrei più smettere di mangiare. Finisco lo yogurt e mangio anche delle fette biscottate con la marmellata.
"Andiamo" si alza e mi da una giacca nera, che indosso prima di seguirlo fuori casa. Fa davvero freddo. La strada è ancora innevata. Gli uomini davanti casa non fiatano. Io gli fisso attentamente, tutti almeno alti un metro e novanta come Dominik. Mi guardo attorno. Lusso, su lusso. Mi giro per guardare la casa. Tre piani. Un enorme giardino e macchine parcheggiate ovunque. Dominik si ferma di colpo e vado a sbattere sulla sua schiena.
"Ahi!" che diavolo. Mi sono fatta male al naso. Lui sbuffa una risata e mi apre lo sportello di una grossa macchina. La strada è molto lunga. Per circa venti minuti siamo stati circondato dal nulla. Alberi su alberi, avrò visto massimo tre case. Ma tutte troppo lontane per arrivarci a piedi e chiedere aiuto. Piano piano si è iniziata a vedere la città. Su alcuni cartelli stradali ci sono scritti cose che non capisco. Forse è russo. Come diavolo sono finita qui?
Non c'è molta gente attorno solo alcune signore e dei ragazzini. Ancora un paio di minuti e parcheggia davanti ad un grande centro commerciale. Scendo e lo seguo. Mi si affianca e mi prende la mano.
"Non ho voglia di rincorrerti, quindi non pensare di scappare, anche perché qui è pieno dei miei uomini" dice, credo per giustificarsi del fatto che mi stia tenendo per mano.
"Chi sei Dominik?" chiedo guardando nella sua direzione. Mi guarda e sorride lievemente.
"Vivevi sotto lo stesso tetto di tuo padre, possibile che tu non ti sia mai accorta di nulla?" non capisco. Lo guardo ma lui sposta il suo sguardo altrove. Cosa c'entra mio padre?
Entriamo in un negozio. Non molla mai la mia mano.
"Prendi ciò di qui hai bisogno" dice.
Prendo qualche jeans, alcune felpe. Non so quanto tempo resterò qui quindi non so quanti vestiti devo prendere.
"Prendi delle quantità maggiori" stringe di più la sua mano attorno alla mia. Questo mi fa capire che resterò qui a lungo.
Prendo dei leggins, altri jeans e altre magliette. Non le provo nemmeno. Andiamo alla cassa mano nella mano. Paga lui ovviamente. Io non ho un soldo con me. Mi fa entrare in altri negozi e prendo sempre le stesse cose. Assolutamente imbarazzante, ora siamo in un negozio di intimo. E lui mano per mano mi segue mentre la commessa mi porge la taglie giuste. Ovviamente lei non sapeva l'inglese quindi ho dovuto riferire le mie taglie a Dominik e lui gliele ha dette. Dopo andiamo in una saponeria e prendo delle spazzole, shampoo e il necessario per la mia igiene.
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choiceless
RomanceDISPONIBILE SU KINDLE E VERSIONE CARTACEA. "𝘔𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘳𝘢𝘱𝘪𝘵𝘢, 𝘴𝘵𝘳𝘢𝘱𝘱𝘢𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢, 𝘶𝘮𝘪𝘭𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘮𝘰𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪. 𝘔𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘪𝘵𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘢, 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦, 𝘥𝘢𝘭𝘭'...