È il mio primo giorno di scuola e tutti mi guardano male, sarà per i capelli.
Alzo il cappuccio della felpa e faccio finta di niente, i professori parlano in modo incomprensibile e io vorrei dirglielo ma purtroppo, osservo i miei guanti candidi.
I professori mi osservano, mi fissano e mi rendono ansiosa, mi entrano nella mente, penso possano vedere i miei segreti, no,mi rifiuto di pensarlo.
Cerco di svuotare la mente,mi tolgo gli occhiali leggermente oscurati e cerco di tenere gli occhi chiusi per tutta la lezione.
Durante l'intervallo mangio un pacchetto di creaker chiusa nel bagno più in fondo, finalmente apro gli occhi poi appoggio gli occhiali sul naso e faccio cadere il cappuccio della felpa nera all'indietro faccio un forte respiro e tossico più di una volta.
Richiudo immediatamente la bocca, stanno crescendo delle piante all'interno del WC!, mi allontano dal bagno coi capelli coperti.
Alla fine della ricreazione cerco di avvicinarmi con discrezione al mio banco poi mi si avvicina una ragazza dai capelli neri, beata lei un colore normale:
"Ehi!" urla lei mentre io fingo di non averla sentita avvicinandomi ulteriormente al mio banco, arrivata mi siedo e osservo un passante con un San Bernardo dietro che lo segue, il cane si gira verso di me e ,dal labiale,capisco che ha fame, il padrone gli urla contro mentre lui abbaia contro di me che lo osservo dalla finestra, nell'aula piomba il silenzio, apro la finestra di scatto e comincio ad'abbaiare, finalmente qualcuno che mi capisce anche il cane appare più sollevato ad un certo punto: "Anya, ti chiami così?", mi giro tornando alla realtà il cane scappa dal padrone, "Ehm,Sì credo insomma non lo so...",sono diventata quasi un peperone tutti mi guardano e il buffone di turno comincia a ridere.
Il professore di turno si trattiene dalle risate per rimproverare Rick, il buffone.
Mi sento male e chiedo di andare in bagno, in fretta corro in bagno, respiro, faccio crescere l'ennesimo tulipano nell'acqua del bagno e mi tolgo i guanti sudati per cambiarli con altri, stavolta tinti di un rosa acceso, mia madre li ha lavati con la mia maglia rossa che è diventata grigia rossiccia, tornata in classe mi accorgo di un taglio sul guanto destro mi affretto a sedermi per cucirlo, poi un'immagine mi compare in mente il mio set del cucito per le emergenze appoggiato sul letto.
Mi sento particolarmente stupida nell'averlo fatto, la mia vicina di banco interrompe la mia autocommiserazione con un "Comunque un saluto non mi fa dicerto piangere!", mi giro velocemente verso di lei, il cappuccio cade sulle spalle, "Insomma ciao, non mi infastidire e comunque si mi chiamo Anya come l'hai saputo?".
Una rosa blu cresce nel suo portapenne anche esso blu, le sfioro la spalla con la punta del dito del guanto tagliato, la sua spalla comincia a trasformasi in un cristallo ultra riflettente, lei si allontana da me.
Il giorno dopo mi avvicino a lei "Scusa, vieni a casa mia ti aiuterò, mi perdoni?", a lei brillano gli occhi "Ok, ma tu promettimi di parlarmi dei tuoi 'poteri', guarda che ho visto i tulipani e quel bagno lo usi solo tu.", arrivate al nostro banco chiacchieriamo sui capelli.
Qualche giorno dopo,a casa nostra, qualcuno suona il campanello, vado ad aprire e saluto la mia nuova
amica,Joanne, e la porto nel nostro 'Bar' in casa.
Arrivata lì cerco di ricordarmi,nel nostro scaffale sono presenti decine di caramelle di colori diversi se ricordo bene: Rosso, dal sapore piccante, genera fuoco dove è lanciata e l'Azzurra ghiaccio allo stesso modo.
Grazie a mio padre ricordo che la caramella Viola ingerita con quella verde cura da malattie,tagli e incantesimi varii, Joanne prova a mangiare quest'ultime ma ,purtroppo, non funziona, o meglio funziona per pochi secondi.
Io provo a ingerire le 2 caramelle colorate, hanno un sapore di limone/arancia non ben definito, dopo poco accarezzo la spalla della mia amica facendola tornare come prima.
Felice la saluto e salgo a dormire, tornata a scuola per il nuovo giorno mi vanto di far guarire chiunque tocco, e tra l'altro, andai a scuola senza cappuccio ne occhiali quel giorno, tutti mi guardavano parlavo e non nascevano più piante e fiori di vari tipi, durante l'intervallo andai da chiunque avesse mal di testa e gli accarezzavo il capo per farlo guarire miracolosamente, toccavo le braccia ingessate per guarirle, ero molto felice.
Il giorno dopo provai a guarire un ragazzo che si era tagliato con la carta l'indice, lui tolse il cerotto convinto ma niente, il cerotto, cristallino, era distrutto per terra.
Chiesi a Joanne di mettermi i guanti ,che mi ero portata per abitudine, e torno vicino alla finestra.
Quello stesso giorno un'ape entra in classe, tutti spaventati, mi si avvicina provo a dirvi in un linguaggio ,che nessun altro capisce, di uscire e lei esce dalla porta direttamente.
Ero distrutta, arrivata a casa ricevetti una chiamata da Joanne che provo a capire cos'era successo:
"Quindi, non puoi guarire nessuno?" disse lei con voce triste, " Purtroppo era un potere passeggero".
Mi sono rassegnata.