"Teoria del Gender". Così appellata da coloro i quali sono già pronti con forconi e lance, vittime a loro volta di una furia cieca nei confronti del diverso, ma ancora meglio, nei confronti di chi oltraggia quelle virtù morali consolidatesi nei secoli. Quando qualcuno osa mostrare l'uomo per come esso è, i paladini del Divino, forti della loro repulsione alla lubricità, come un armento guizzante nei pascoli alpestri, si muovono con rigorosa incoerenza, bandendo ciò che idealmente ritengono ingiusto, per poi perpetrarlo colà dove nessuno può osservarli. Qual miracolo irripetibile! La cattiva coscienza di ognuno si cela il dove l'occhio non può osservare, ma quando questi si vede affrontato e infastidito proprio in quel luogo onde allignano le sue radici, be', da anima pia e proba, inizia celere a rivestire la sua nuda perfidia con tutti i vecchi stracci che riesce a carpire a casaccio dai suoi sacri testi, e mostra spudorato d'esser santo, quanto più, nel segreto, si comporta da demonio.

Oggi, in tutti i casi, non esistono più uomini, né tra scienziati, né tra vicari e sacerdoti; esistono solo pseudouomini con un'opinione pubblica e una privata - l'una sempre dissimile e inacidita rispetto all'altra -. Perciò probabilmente la nostra età sarà per una qualche posterità il più oscuro e il più ignoto, perché il più inumano, periodo della storia; ma che dico? Chi verrà dopo di noi non sarà mai più umano come oramai non lo siamo noi . . .

Perché tergiverso? E' d'uopo ch'io mi perda in tutte queste digressioni, allorché possa essere ascoltato come un sincero dissacratore di ogni morale, e non come un banale epigono del crocifisso.

E allora buttiamoci a capofitto su questa veste logora e stinta che chiamano "studi di genere". Innanzitutto chiamiamoli per quello che sono: "metafisica del genere". Eh già, dato che la base su cui imperniano è il teorizzato iato fra genere e sesso; ma di prove a favore di questa teoresi nemmeno l'ombra. Il corredo genetico differisce realmente dal comportamento culturalmente accettato relativo al proprio sesso? La risposta, a fronte dell'evidenza empirica è un categorico no! No, giacché non v'è un principio di ragion sufficiente per accettare questa ipotesi come un'evidenza certa: In origine si pensava che la causa della neve fosse l'inverno, e perciò non potesse nevicare d'estate; la ragion sufficiente della neve era dunque la stagione, sicché una nevicata invernale era un fenomeno normale; ma a fronte di un'inconsueta nevicata estiva, la ragion sufficiente venne a mancare, e se ne dovette trovare una nuova, quindi l'indagine dei primi uomini andò a cogliere nella nevicata estiva, innanzitutto un'origine divina, e poi, solamente in seguito, la temperatura dell'aria, che poteva abbassarsi repentinamente in rarissime giornate d'estate. La ragion sufficiente passò dunque dalla stagione, alla temperatura. Ergo: per passare ad un'altra ragion sufficiente, la seconda ragione deve essere più valida della prima. Ma, per l'appunto, qual è la ragion sufficiente dell'identità di genere? E, piuttosto, quale sarebbe la ragione comune, se quest'ultima non fosse valida? Bella domanda. Io rispondo: la psicosi.

Osservando un uomo che si sente una donna, posso cogliere nel suo agire un disturbo non dissimile a quello di un uomo sano che si sente infermo (ipocondria), o a un uomo pulito che si sente sporco (disturbo OCD), a una persona che, nonostante sia al sicuro, si senta sovente in pericolo (delirio cronico paranoico). Questo perché avverto un disallineamento rispetto a ciò che quel soggetto è oggettivamente, e quello per cui egli si oggettiva. In sintesi, uno squilibrio; una mancata armonia. 

Giusto per definizione è ciò che si presenta in armonia, in ordine, in equilibrio e coerenza. Questo è ciò che è giusto. Un assassino è una persona che non è in armonia con il resto delle persone, un ladro è una persona che crea disordini sociali, rubando nelle case di altre persone. Anche solo attraversare al semaforo col rosso è un'azione sbagliata, perché incoerente rispetto alle leggi della strada. 

Ma oggi ciò ch'è sotto sta sopra e si fa chiamare sopra, e ciò ch'è caldo è divenuto freddo e si fa chiamare caldo. Questo perché ciò che per definizione è ingiusto (non armonico) si è fatto chiamare giusto, e in pochi se ne sono accorti, mentre gli altri, nella classica pavidità che si confà alla natura animale, chiamano lecito l'illecito, perché direzionati dal gregge. 

Nella natura nessuna creatura è più squallida e ripugnante dell'uomo; questi è l'animale con più bramosia e avidità, e così ha sempre cercato di piegare la natura al suo volere. Oggi, gli stessi che reclamano rispetto ambientale, sono al servizio degli aneliti umani più risibili; ma qual è in fondo la differenza fra plasmare il mondo come fosse creta, e plasmare se stessi: non sono queste due cose, in verità, frutto dello stesso seme? 

Per coerenza, dacché si può essere ciò che si vuole -  e ciò non mi può essere negato -, io sarò alto otto metri, nato sotto l'albero di Yggdrasil e con residenza nel girone infernale dei superbi.


E vi dirò di più: che io sia un uomo, 

è un pregiudizio!




Confutatemi se ne siete capaci, e con le vostre argomentazioni, tesserò l'acme del prossimo capitolo.


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⏰ Last updated: May 03, 2019 ⏰

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Lucida dissacrazione dell'identità di genere.Where stories live. Discover now