Voldemort gironzolava per i corridoi di Hogwarts, ghignante.
Si godeva la sensazione della caccia proprio come un serpente pronto a balzare sulle sue prede per poterle uccidere, proprio come un serpente che sta quatto quatto nell'erba alta prima di potersi scagliare contro la sua preda per poterla divorare.
Harry sentiva la sua risata agghiacciante, ma continuava a correre stringendo la mano fredda e pallida di Malfoy nella sua.
C'erano corpi da per tutto. I suoi amici erano morti, i suoi alleati, anche alcuni mangiamorte.
I cadaveri erano tutti rivers a terra e guardavano con gli occhi spenti e privi di vita verso l'alto. Forse avevano sperato nella pace, almeno dopo quello schifo di vita che gli era stata data.
Si nascosero in una grata. Tremavano entrambi.
Si guardarono negli occhi e Malfoy stava piangendo.
Harry allungò la mano ed asciugò le sue lacrime, ma non servì a molto, erano tutti e due arrivati al capolinea.
Si abbracciarono.
Strinsero per l'ultima volta i loro corpi tremanti fra di loro e strinsero gli occhi per imprimere quel momento nelle loro menti, per avere un unico magnifico ricordo che li avrebbe accompagnati nella morte.
Il biondo si allontanò e gli sorrise con dolcezza, gli carezzò il viso con una dolcezza che non gli apparteneva e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
<<Non c'è mai stato veramente tempo per noi, Harry. Ci siamo trovati troppo tardi. Quando ormai le nostre vite erano già giunte alla fine. >> gli disse intrecciando ancora una volta le loro mani.
Non volevano staccarsi.
Come mai Malfoy diceva quelle cose? Come mai era così pessimista?
Aveva la rassegnazione stampata negli occhi d'argento. La paura che gli infiammava l'anima.
<<Sopravviveremo. Ti ho giurato che avremmo vinto la guerra. Te l'ho giurato. >> disse Harry con la voce spezzata, ma Draco scosse la testa e gli lasciò le mani, correndo fuori dal loro piccolo nascondiglio.
<<NO! DRACO! >> Harry si gettò all'inseguimento del compagno, ma uscì appena in tempo per vedere Voldemort che lo uccideva.
Ora il corpo di Draco giaceva accanto a quello di Ron ed Hermione, accanto a quello dei gemelli, di Ginny, di Lupin, di Moody, dei suoi genitori.
Erano tutti morti.
Harry cadde in ginocchio e lo prese fra le braccia piangendo. Teneva la testa con una mano affinché potesse vedere i suoi occhi spalancati in maniera innaturale, abbandonati alla morte.
Lasciò che la disperazione prendesse il controllo del suo corpo ed abbandonò la testa sul suo petto, singhiozzando, mentre lo stringeva implorandolo di tornare indietro.
<<Prenderò tutto quello a cui tieni Potter. Ucciderò tutti quelli che ti proteggono. Prenderò la tua vita, solo quando sarai l'ultimo scarafaggio che striscia fuori dal suo buco. Non puoi nasconderti da me. Troverò te e quel lurido traditore che ti porti sempre dietro. >> disse Voldemort.
Pronunciò quelle due parole che componevano l'anatema che uccide ed Harry urlò terrorizzato.Harry si svegliò urlando nel cuore della notte, fradicio di sudore ed in preda alla tachicardia ed ai tremori provocati dal sogno troppo vivido che aveva appena fatto.
Ed ovviamente in preda al mal di testa causato dalla cicatrice che il protagonista del suo incubo gli aveva gentilmente donato quando era ancora un bambino.
Si toccò prima la fronte in fiamme, poi il petto, era vivo. Afferrò gli occhiali e li indossò girandosi subito di lato per poter controllare che Draco fosse lì al suo fianco.
C'era.
Il biondo lo guardava preoccupato ed in silenzio, aspettando che Harry facesse la prima mossa per poter agire nel migliore dei modi.
Il moro si lanciò contro il suo petto e lo abbracciò stretto.
Era caldo, respirava. Il cuore di Draco batteva, incontrò i suoi occhi, erano vivi e preoccupati.
Una volta calmato,si sdraiò nuovamente e trascinò il biondo giù con sé, facendolo accoccolare contro il suo petto scolpito dal Quidditch.
Tuttavia non parlò, rimase a contemplare il soffitto della sua camera, avvolto dall'oscurità, mentre passava la mano sulla schiena del compagno, più per calmare sé stesso che l'altro.
Passarono minuti interminabili, Draco si sentiva davvero scoppiare. Appoggiò il mento sul petto del grifondoro, attirando la sua attenzione e lo guardò negli occhi.
<<Che cosa hai sognato? >> gli chiese. Ma Harry scosse la testa e non rispose.
Lo fece spostare gentilmente e si recò nel bagno per poter fare una doccia in modo da potersi calmare.
Draco osservò il suo strano comportamento, preoccupato, ma non lo seguì.
Lo avevano avvisato dei sogni che Harry faceva a causa di Voldemort, sapeva quanto quell'essere trovasse piacevole tormentare quel povero ragazzo.
Sapeva che Harry aveva bisogno di un momento per stare da solo con sé stesso e con i suoi pensieri, per riordinare le idee e fare chiarezza nella propria testa annebbiata da quanto aveva visto.
Era abbastanza sorpreso che lo avesse cercato subito, appena sveglio.
Era sicuro che anche lui centrasse in qualche modo in quel maledetto sogno. Harry lo stringeva come se avesse bisogno di convincersi che fosse lì, che non fosse solo frutto della sua immaginazione disperata.
Quella notte non ci voleva proprio.
Avevano passato la serata a casa degli Weasley, avevano cenato insieme a loro e partecipato alla Riunione speciale dell'ordine e come al solito Harry era andato su tutte le furie perché non lo ascoltavano, perché odiavano il semplice fatto che stesse con lui.
Gli adulti erano sempre convinti di fare la cosa migliore e non capivano che Harry non era più un bambino da proteggere e che quella, ormai, era la sua guerra. La sua guerra personale.
Draco lo sapeva che il compagno aveva solo bisogno di mettere la parola Fine a tutto quello schifo che lo circondava da quando aveva solo un anno. Magari prima poteva anche essere convinto che quella situazione potesse in qualche modo piacergli, ma dopo quella loro convivenza forzata, si era reso conto che aveva solo bisogno di metterci un punto grande quanto una casa e di passare avanti.
Harry aveva solo bisogno di riposare, sopratutto dopo quella giornata devastante, ma adesso neanche Voldemort glielo consentiva.
Il biondo scese al piano di sotto per poter preparare un Thea caldo, affinché potesse rilassarsi e si lasciò prendere dai propri pensieri.
Se Voldemort era davvero capace di entrare nella testa di Harry, avrebbe senza dubbio visto che stavano insieme, che i suoi genitori sapevano del suo tradimento, avrebbe potuto ucciderli solo per il gusto di dargli una lezione.
Avrebbe potuto chiamarlo all'infinito tramite il marchio solo per il gusto di punirlo e farlo impazzire, ma non lo stava facendo, perché?!
Draco era arrivato a pregare che quella punizione arrivasse in fretta, perché non ce la faceva più a marinare nel suo stesso brodo sentendo il petto dilaniato dall'ansia.
Era così preso dai suoi pensieri che non si rese conto che Harry era sceso a sua volta in cucina e sobbalzò quando le sue mani si posarono sui suoi fianchi.
<<Progetti di farmi fuori, Potter?! >> chiese con Stizza posandosi una mano sul petto per poter calmare il suo cuore che aveva cominciato a battere furiosamente per la paura.
<<In realtà spero di poterti avere fra i piedi ancora per molto tempo, Malfoy. Mi annoierei senza di te. >> gli rispose con un leggero sorriso che gli incurvava le labbra rosee e piene.
Il biondo sbuffò divertito e lo spinse a sedere su una sedia, mettendogli sotto il naso una bella tazza fumante e mettendosi seduto difronte a lui.
Harry gli rivolse un sorriso grato e prese a sorseggiare la bevanda calda con le mani ancora leggermente tremanti.
<<Ho sognato che ti uccideva. Insieme a tutti gli altri. Mi ha detto che non posso nascondermi e che mi strapperà tutto ciò che ho di più caro. >> disse Harry ad un certo punto, risvegliando il biondo dallo stato di trance in cui era caduto.
Draco si sentì rabbrividire fin dentro le ossa, come se fosse in presenza di un vero dissennatore.
<<C'è l'ha a morte con te Draco. Dobbiamo tirare i tuoi genitori fuori di lì, prima che sia troppo tardi.>> disse posando la tazza che teneva fra le mani sul piano del tavolo per poi guardare nuovamente quello spettacolo di capelli biondi e pelle candida che era il suo ragazzo.
L'altro rise amaramente passandosi le mani sul viso stanco e preoccupato, poi sollevò lo sguardo e lo puntò dritto nel suo.
Quegli occhi spogliavano Harry di ogni consapevolezza, perché erano pieni di lacrime, risentimento, rimorso e paura.
<<E come pensi di fare? Ci sto provando a studiare i loro schemi, a fare in modo che questa stupida guerra possa finire. Ho cercato d'ideare un piano per portare in salvo i miei genitori, ma ormai mi sono schierato. Il signore oscuro non sarà tanto gentile con un traditore come me.>> disse con una durezza che ferì Harry nel profondo della sua anima già duramente provata.
<<Non chiamarlo così. Il suo nome è Voldemort. Non sei più un mangiamorte. E lo giuro, fosse l'ultima cosa che faccio, tirerò fuori da questo disastro la tua famiglia. Anche se Lucius è un fottuto bastardo! >> ringhiò parecchio infuriato.
Draco rimase senza parole.
C'era tanta sicurezza nelle parole che fuoriuscirono dalla bocca del moro. E decise di fidarsi. Avrebbe salvato i suoi genitori come aveva salvato lui. Quella testardaggine che il grifondoro tirava fuori nelle situazioni meno opportune lo attraeva in maniera sconsideratamente stupida.
Tuttavia, nonostante sapeva che il grifone amasse mantenere le sue promesse, sopratutto se di tipo sentimentale, non riusciva a vedere il lato positivo della situazione.
Razionalmente sapeva che Narcissa e Lucius non sarebbero sopravvissuti a causa sua ed una parte di lui, per quanto minuscola, gli aveva già detto addio.
<<Non lascerò che tu rimanga orfano. Non lascerò che nessun altro rimanga orfano. È terribile.>> disse con la voce spezzata, spezzando il cuore di Draco.
<<Harry, adesso ascoltami bene. Posso solo immaginare quanto tu abbia sofferto nel perdere i tuoi genitori,ma come mi hai detto questa mattina è solo destino. Severus li proteggerà, come ha sempre fatto. E se il loro destino sarà morire per mano dell'oscu- di colui-che-non-deve-essere-nominato, allora moriranno per mano sua. Non siamo tutti una tua responsabilità. Non puoi essere responsabile per tutto il maledetto mondo magico. E non dare del bastardo a mio padre. Tu non lo conosci.>> disse con la voce rotta ed esitante nel parlare del destino dei suoi genitori.
<<Scusa se ti faccio rivivere quei momenti, ma Piton avrebbe dovuto proteggere anche il professor Silente, eppure è morto. Avrebbe dovuto proteggere te e tu sei qui. E tuo padre è un bastardo, non puoi darmi torto almeno su questo. >> rispose l'altro ancora più arrabbiato.
Draco, semplicemente, rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire perché si, Harry aveva ragione, per quanto detestasse ammetterlo anche solo a sé stesso.
<<Adesso basta. Siamo entrambi troppo stanchi ed arrabbiati per sostenere questa conversazione e mi pare ovvio che non siamo troppo d'accordo. Andiamo a dormire. Domani ne riparleremo.>>
Ed Harry lo odiava quando mascherava le sue emozioni, davvero.
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Mi appartieni, mi appartenevi e mi apparterrai ~Drarry
FanfictionAccadde tutto durante la guerra. La famiglia Malfoy si era resa conto di aver fatto le scelte sbagliate, quindi Draco decide di accettare l'invito di Silente e cambiare fazione. Harry, ogni mattina, trova una lettera che lo informa degli attacchi...