~ CAPITOLO 1 ~

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Dopo un anno, mi ritrovavo seduta sul taxi per ritornare a casa. Non provavo nessun tipo di emozione nel rivedere il mio "fantastico" padre.
Guardavo attraverso il finestrino scuro, i paesaggi mi passavano davanti come le immagini di un vecchio film in bianco e nero.
Il fastidioso rumore della gomma da masticare del tassista mi stava facendo innervosire.
Il veicolo stava rallentando, si sentiva il rumore delle ruote stridere sull'asfalto, era il segno che, purtroppo,  quep momento di relax stava finendo.
Il grande cancello nero di ferro, era imponente e mi faceva sentire una formica in confronto.
Dopo aver pagato con 45 dollari l'uomo; finalmente e con gran fatica, ero riuscita a prendere la valigia.Con le mie esili braccia la stavo trascinando lungo il viale dagli alti cipressi verdi, che conduceva all' enorme abitazione fatta in grandi e caldi mattoni marroni. La grande casa era circondata da enormi alberi che davano un'aria più campagnola al quadro finale; appese ai grandi balconi vi erano delle belle ceste in vimini riempite di gerani con varie tonalità di colore. Gli enormi balconi erano formati da lunghe ringhiere nere e da superfici di vetro.
L'enorme scalinata di marmo, si estendeva dal viale e conduceva ad un grande portone bianco lucido, che rifletteva la forte luce del sole.
Il batacchio era di un color oro molto intenso, brillante e lo stesso il campanello. Sullo zerbino c'era scritto "home sweet home" in rosso su sfondo nero; a destra vi era un porta ombrelli colorati.
A sinistra c'era una ciotola simile a quella per il cibo degli animali; ma ero certa non ne avessero in quanto la fidanzata di mio padre ne era allergica. Con tutta la calma del mondo avvicinai il dito al campanello e lo schiacciai tenendo involontariamente il dito premuto più a lungo del dovuto. Ad aprire la porta era stata una donna sulla cinquantina, era vestita di nero con un grembiule bianco e i capelli intrecciati in delicate mosse sul capo.
Gli occhi grigi sembravano stanchi, infatti immaginavo che le occhiaie fossero accuratamente coperte con del trucco.
La donna non mi chiese chi ero, ma mi trascinò  subito in una sala da pranzo del tutto pulita e in ordine.
Il grande tavolo era in vetro con sopra un cesto di rose colorate, le sedie  erano nere e le pareti erano interamente finestrate, perciò potevo vedere il giardino ben curato. La governante mi lasciò lì da sola ad ammirare il panorama.
Poco dopo sentii dei passi avvicinarsi, mi girai, guardai a terra e vidi arrivare un paio di scarpe nere lucide a taglio elegante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 08, 2019 ⏰

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