Capitolo unico

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Bath

È risaputo che Howl e i bagni sono, per dirla alla Forrest Gump* , come il pane e il burro.
Nonostante il cuore del Mago fosse stato sanato da Sophie, che gli aveva insegnato che la bellezza vera era quella dell'uomo, egli, Howl, aveva a cuore d'appare sempre curato e di bell'aspetto alla sua amata. Si lavava così almeno una volta al giorno, prolungando la sua permanenza nella vasca a volte anche per più di un'ora; e Calcifer, spesso con sommo disappunto, provvedeva a mandargli l'acqua calda.
Così era stato anche quella volta,ma in maniera tale che Sophie, suo malgrado, aveva avuto modo di rimanere coinvolta.
<<Calcifer! Mandami l'acqua calda al piano di sopra!>> aveva gridato il Mago, sporgendosi dalla finestra di uno dei tanti corridoi del nuovo castello errante; la notte si preparava ad avvolgerli nel suo abbraccio,mormorando parole d'amore che solo Howl, abituato ai sussurri del Tempo, poteva udire. Prese un respiro profondo, prima di rientrare.

Quella mattina lui e Sophie si erano svegliati presto per guardare l'alba insieme e lei, dopo un'ora circa, aveva iniziato a lavorare al proprio corredo da sposa, giacchè il Mago aveva interesse nel far tutto nel migliore dei modi per convincere Suliman che lui aveva, per così dire, messo la testa a posto.
<<Sarà un matrimonio con i fiocchi, Sophie! Ma tu, dimmi, sii sincera, lo desideri come lo desidero io?>> aveva domandato lui, qualche giorno prima, prendendola per la vita e facendola girare in tondo.
<<S-si, si Howl!>> aveva risposto lei, versando sul volto del giovane calde lacrime di gioia. Erano perciò iniziati i preparativi.

<<Tu ci chiedi l'acqua calda troppo spesso, Howl! Un giorno ce ne andremo di qui!>>

Quella sera, però, Howl non pensava al matrimonio, no, solo al suo bagno.
<<Allora ti auguro la buonanotte adesso, Howl!>> gli aveva detto Sophie sulla soglia, con un sorriso timido sulle labbra, figurandosi già una tranquilla serata in compagnia di un buon libro o un nuovo cappello da cucirsi; non che fosse particolarmente emozionante, ma la possibilità di poter disporre di molta stoffa la induceva a fare esperimenti originali, a volte.
<<Perchè non ti fai il bagno con me, Sophie?>> le aveva domandato subito lui, aprendo l'uscio e tirandola all'interno della stanza da bagno con un scatto, prima di richiudere, fulmineo, la porta dietro di sé. <<M-ma Howl, cosa ti passa per la testa?>> Rossa come un peperone, la ragazza era indietreggiata istintivamente, inciampando sul tappetino e finendo con il sedere sulla tavoletta del water.
<<Non ti pare un po' presto, per certe cose?**>> aveva esorbido lui, malizioso, facendo finta di inginocchiarsi per un attimo. La ragazza si era a quel punto alzata e gli aveva mollato uno schiaffo ben assestato:<<Non ti permettere mai più!>>
La verita era che Sophie era alquanto imbarazzata e non sapeva bene come reagire alle avances di Howl, che si divertiva un mondo a vedere il rosso tingerle le gote. Il Mago, il cui viso aveva seguito la direzione dello schiaffo ricevuto, aveva provveduto a scusarsi, sinceramente dispiaciuto: <<Hai ragione Sophie, perdonami, sono stato un gran maleducato! Ma ti prego, fai il bagno con me!>> Ed era di nuovo ritornato alla carica, più sfrontato di prima.
<<Ma nemmeno siamo sposati!>> Aveva obiettato lei, che fra i due era quella con i piedi per terra. Nonostante tutto, però, pur essendo imbarazzata, non disdegnava di certo, nel proprio immaginario di ragazza quasi donna, l'idea di un approccio tanto intimo con Howl. E il Mago lo sapeva, altrimenti non avrebbe continuato ad ostentare il suo sorriso furbetto.
<<Hai visto il lato peggiore di me, Sophie, e hai continuato ad amarmi. Pensi che potrei mai vergognarmi, adesso che stai per vedere il più bello?>> e lei gli aveva dato, ancor più rossa, un altro schiaffo, sul braccio. Ridendo fragorosamente, Howl si era avvicinato alla vasca, girando la manopola dell'acqua calda.
Si era tolto la giacca con naturalezza, e la collana che portava sempre, poggiandola sul mobiletto accanto al lavandino:<<Inoltre...Non sarebbe la prima volta che mi vedi nudo, o mi sbaglio?>> la mano era scivolata sui bottoni della camicia candida, mentre già si toglieva le scarpe, che usava indossare senza calze.
<<Se ti riferisci a quando ti ho dovuto portare, unto e bisunto, sino al piano di sopra per poi affidarti alle cure di Michael...Sappi che non ho visto niente!>>
<<L'occhio scappa sempre, Sophie, anche involontariamente! Ma non voglio obbligarti, la porta è dietro di te.>> E senza pudore, nudo come madre natura l'aveva fatto, le aveva rivolto un ultimo sguardo, prima d'immergersi nella vasca ormai piena. Un sonoro sospiro di soddisfazione, prima di lasciarsi andare fra le braccia di quella che era sempre stata la sua unica fedele amante: l'acqua calda.
A quel punto, Sophie si era ritrovata nella condizione di chi sa cosa dovrebbe fare, cosa vorrebbe fare e sa anche che le due cose non coincidono, come invece ci si aspetterebbe da una ragazza seria come lei. Era rimasta immobile innanzi al fidanzato, avvertendo il vapore acqueo che si stratificava sulla pelle sino a formare una pellicola di sudore. <<Se lo preferisci, posso chiudere gli occhi>> le aveva proposto lui, in un ultimo invito. E per quanto fosse di spirito giusto, Sophie non aveva potuto non accettare.

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