Dark

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Questa one shot appartiene alla categoria "Società distopica" del concorso sul soft_jiminie

----->Avvertenze<-----

Questa storia contiene delle scene violente, non descritte nel dettaglio, ma comunque vi sconsiglio di leggere se vi ritenete sensibili a questo tipo di cose.

Specifico anche che la storia è ambientata in una società distopica, ma non futura.

E' semplicemente un presente alternativo, quindi le abitudini e le tecnologie non sono differenti da quelle odierne.

Detto ciò, buona lettura :)

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-No,no,no!

Le mie urla riempiono la stanza in cui mi trovo. Decisamente troppo piccola, per tutti i ragazzi stipati al suo interno. Le pareti spoglie sono di un grigio che un tempo doveva essere stato scuro, ma di cui ora rimanevano solo alcuni tratti scoloriti. La lampada, posta in alto, al centro del soffitto, è l'unica fonte di luce in questo ambiente, privo di finestre. Illumina tutto di una irreale luce giallastra, quasi verde, che rende tutto ancor più opprimente.

Un tavolo è posto al centro della stanza, perfettamente illuminato. E' in metallo freddo, con cinghie di cuoio ai lati, che servono a tenere fermo chi ci si deve sdraiare. Servono a tenere fermo me.

Sono il primo.

Gli altri ragazzi stanno tutti ammucchiati sulla parete di fondo, opposta alla porta d'ingresso. Vicino ad essa, un altro tavolo, più piccolo, contiene tutti gli utensili necessari. Vicino, braci incandescenti ardono in un caminetto.

Due signori mi si avvicinano. Sono ricoperti dalla testa ai piedi da una tuta monouso, che salvaguarderà la loro igiene. Un terzo uomo prende uno degli utensili dal tavolino. E' un lungo pezzo di metallo, di cui l'uomo inserisce la punta nelle braci calde. Non riesco a vederlo bene, ma la punta dell'oggetto ha una strana forma, un simbolo. Non ho bisogno di osservarlo per capire cos'è.

I due uomini mi afferrano, e mi trascinano sul tavolo, al quale mi legano. Le cinghie di cuoio si stringono sul mio corpo come spire di serpenti. Sono troppo strette, fanno male; ma non mi lamento. Il dolore che proverò tra poco sarà peggio di qualsiasi cosa.

Le lacrime continuano a rigarmi le guance, ma ho smesso di singhiozzare. Devo essere forte, anche se farà male. Non posso fare altro. Niente potrebbe fermare questi uomini, perciò a che scopo piangere? Il mondo non sarà meno crudele per un paio di lacrime.

Allora basta pianti. Non ci saranno altre lacrime su queste guance.

Niente più pianti per la tristezza. E della felicità neanche devo preoccuparmi. Non è roba per me. Non è roba per noi Nubi.

Due lacrime cadono sul tavolo, producendo un leggero ticchettio. Saranno le ultime, di oggi e per sempre.

Il terzo uomo si avvicina a me, ma prima che io possa osservarlo meglio, la luce viene spenta. Forse per spaventarci di meno. O forse perché non vogliono sprecare soldi nemmeno per la luce per noi Nubi.

Gli altri ragazzi urlano spaventati. Uno dei tre uomini, non mi è chiaro quale, li zittisce.

L'unica fonte di luce ora è la punta del bastone, rossa a causa del calore. La sagoma di una nuvola è chiaramente visibile, nonostante il buio mi circondi.

Ho sempre avuto paura del buio, e ora ne ho ancora di più.

Il marchio incandescente si avvicina al mio collo, tenuto teso da un paio di braccia possenti.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2019 ⏰

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