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Quando si è soli, davvero soli, ci si chiede se valga la pena vivere.

Il mondo appare come un posto vuoto ovunque ci si trovi. Non si riesce a percepire se stessi come parte di qualcosa, ma si avverte solo il vuoto: una profonda oscurità che ti separa dalle altre persone.

Non so bene dirvi come mi sentii il giorno in cui decisi di tagliarmi le vene, capii semplicemente di non poter più analizzare l'intera situazione.

Tutto appariva distorto, e un ronzio nella testa mi rendeva impossibile ragionare.

Era come se la lama fredda di un coltello avesse attraversato la mia tempia destra fino a spuntare lentamente dalla sinistra.

Premevo le mie dita sui punti in cui sentivo il ghiaccio dell'acciaio e ripetevo piano, con un suono quasi impercettibile, che tutto andava bene.

Eppure i miei pensieri dicevano altro. Avvertivo chiaramente una voce che urlava:

"Non ne sono più capace".

Capace di cosa?

Sul momento non capii, ma d'un tratto presi un vecchio tagliacarte che tenevo sopra la scrivania, mi distesi sotto il piumone e con una mossa decisa incisi un taglio profondo sul polso sinistro. Con la poco forza rimastami, feci altrettanto col destro.

Difronte a me la mia camera da letto, così famigliare e accogliente, si tinse di un buio pesto, e l'ultimo pensiero che ebbi fu quello di immaginare tutto il mio sangue sparso sul bianco del piumone.

L'unica cosa che riuscii ha pensare in quel momento fu che doveva essere uno spettacolo bellissimo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 05, 2018 ⏰

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