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3 Aprile:

Oggi è stato il giorno in cui Yoongi ti ha raccontato un po' del suo passato.

~

Yoongi aveva nove anni quando assistette alla morte di suo padre.

Lentamente, con il trascorrere dei giorni dopo il suo suicidio, la madre iniziò a trascurarlo. Cominciò a trascurare il suo stesso figlio che prima amava con ogni parte del suo corpo, ma ora odiava con tutta se stessa.

Il fruscio degli alberi era il suo unico conforto. Gli liberava la mente, era il suo posto sicuro...
Poteva restare in pace, nessuno l'avrebbe ferito, nessuno avrebbe fatto domande.

Perché a nessuno importava.

Guardava fuori dalla finestra: i bambini giocavano all'ombra degli alberi con i loro genitori.
Era quella la felicità?

Non capiva il mondo esterno. Per lui, il mondo, era sbagliato.
Per quanto ne sapeva, non doveva essere lì. Non aveva uno scopo per vivere. La sua esistenza ha portato soltanto sua madre alla tristezza e alla rabbia.

Si sentiva superfluo, indesiderato, inutile.

Sua madre entrò nella stanza buia lasciando per terra un piatto di avanzi. Yoongi mangiò in fretta, prima che la madre cambiasse idea portandogli via da mangiare e sostituendolo con delle botte severe.

Dopo essere rimasto affamato per tre giorni, la madre gli dette soltanto delle croste di pane, pezzetti di maiale freddo, metà cetriolo e un po' di riso. Nella realtà non era molto ed era crudele, ma nella testa di Yoongi, sua madre era stata generosa. Quello era più di quanto gli veniva dato di solito.

Smise di mangiare per alzare lo sguardo sulla madre, gli occhi pieni d'amore... Sorrise.

"G-grazie m-mamma!" sussurrò chinando il capo per mettere velocemente in bocca l'ultima crosta di pane.

Assaporò ogni boccone come fosse l'ultimo, sapendo che molto probabilmente lo era.

Sua madre lo guardò con disgusto, come fosse un insetto. Alzò un piede e con la punta di questo alzò il mento del ragazzo, costringendolo a guardarlo.

I suoi occhi si spalancarono per lo stupore, l'onore e la paura.

Gli lanciò uno sguardo crudele prima di prenderlo violentemente a calci. Il forte colpo fece collassare il suo piccolo, fragile corpo sul terreno freddo con un grande tonfo.

Yoongi gemette mentre cercava di aprire gli occhi, ma fu sopraffatto dalle vertigini e dal dolore. Sapeva che in quel momento aveva un livido in viso.

"Sta zitto" ribatté aspramente la madre "non voglio sentire la tua voce irritante"

Yoongi rimase per terra, immobile, mentre le lacrime cominciarono a scorrere sulla sua morbida e livida pelle. Guardando la finestra cercò di mettere a fuoco la luce della luna che trapelava nella stanza buia.

"Sto parlando con te, patetico moccioso" disse furiosa prima di prendere Yoongi dai capelli. Lo tenne stretto tirandolo a sé in modo che la guardasse negli occhi. Yoongi urlò dal dolore e cercò di far mollare la presa a sua madre, ma lei gli diede solo uno schiaffo sulle mani già ferite.

"M-mamma!" supplicò disperatamente lui mentre piangeva.

"Guardati, stai piangendo! Sei patetico!" rise lei "E non chiamarmi più così, lo odio, ti odio" disse la donna freddamente prima di schiaffeggiarlo sul suo dolce viso...

"Sai, vorrei non fossi mai nato."

Detto questo lasciò i capelli di Yoongi facendolo cadere a terra con noncuranza.

Rimase immobile, gli occhi spalancati e la vista offuscata dalle lacrime mentre suo madre andava via.

Andava sempre via di casa, ma non gli diceva mai né dove né quando sarebbe tornata.

Questa volta lo fece per sempre.

Dopo giorni, forse settimane, aveva talmente tanta fame da non riuscire più ad aprire gli occhi. Non capì di star per morire. Dormiva soltanto, era l'unica cosa che poteva fare. Era stato fatto a pezzi, ridotto a pelle e ossa.

Improvvisamente sentì delle grida di panico. Fuori delle voci.

Oltre ai suoi genitori il piccolo Yoongi non conosceva nessuno. Era spaventato. Voci impanicate e grida sconosciute provenivano dall'esterno.

Aprì lentamente gli occhi. Sentì dei sussurri, piagnucolii e un costante beep, ma sembrava tutto lontano. La sua testa era poggiata su un cuscino e sentiva qualcosa sulle sue braccia e nelle narici, qualcos'altro di appiccicoso sulla guancia.
Quella consistenza appiccicosa faceva in modo che trattenesse qualcosa nel suo naso.
La visione di Yoongi si schiarì e vide dei tubi.

Sollevò esitante la mano toccando il tubo attorno all'orecchio che portava al naso. Era un tubo per l'alimentazione, ma non lo sapeva, non capiva nulla di quello che stava succedendo.

Uno sconosciuto entrò nella stanza e spaventò Yoongi. Iniziò a tremare mentre le lacrime gli riempivano gli occhi ancora una volta. Era così spaventato...

"Ciao Yoongi, se ci ascolterai saremo in grado di aiutarti" lo informò.

Era una tortura, giorno dopo giorno. Gli insegnarono cose che mai e poi mai avrebbe potuto conoscere. Gli imposero delle regole, doveva obbedire a tutto ciò che gli venisse detto. La sua identità venne sostituita da un numero sulla maglietta.

All'età di 16 anni, quasi 17 Yoongi fuggì.

Camminava per le strade della città, studiando il mondo esterno. Un pensiero gli passò per la testa: era di nuovo da solo.

Il suo cuore di vetro, la mente di pietra.

Ha perso ogni speranza.

One More Day『Yoongi x Reader』〖ITA VERSION〗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora