Il ragazzo se ne stava li, rinchiuso nella sua stanza, al buio seduto sul letto con le ginocchia al petto, sudava per colpa dello stress, dal caldo accumulato nella stanza. L'aria stantia era soffocante e annebbiava i deboli e instabili pensieri del ragazzo. Nessuno lo aiutava, nessuno gli credeva. Pensavano tutti che era pazzo e che cercava solo attenzioni disperatamente, ciò lo portò a rifiutare tutti e tutto, si rinchiuse aspettando la fine dei suoi problemi. Lui lo sapeva, era li anche se gli altri dicevano di no, lui lo sentiva che cresceva, lo sentiva pulsare. La paura lo attanagliava, si sentiva la gola gonfia come se qualcosa gli fosse andato di traverso. Ogni articolazione scricchiolava ad ogni suo movimento ad ogni suo sforzo fino a crearli dolori allucinanti che lo costringevano a lasciar ogni azione prima ancora di iniziarla.
Non poteva far nulla, sentiva nelle viscere che gli si contorcevano i passi di quella cosa, lo sentiva avanzare in silenzio nell'oscurità. I brividi correvano per il suo sistema nervoso fino a drizzargli i peli, i corti capelli gli rimanevano in mano ogni volta che si grattava il capo per colpa dei brividi. Il cuore pesante batteva lento e sentiva il corpo denso, il sangue scorreva come veleno nelle vene, si sentiva bruciare i polmoni ad ogni respiro. Ormai non piangeva manco perché non gli restavano più lacrime. Era pronto, pur avendo paura, di conoscere quella presenza. La sentiva strisciare, la sensazione strideva nel suo cervello, lo rendeva pazzo e non poteva più ragionare lucidamente. Era stanco, quasi assonnato ma con mal' umore, con pesantezza e angoscia gli occhi divagavano nell'oscurità della sua stanza.
Ed è stato li, nel punto di più inconscio, quando gli occhi per un breve istante si ribaltarono all'indietro sotto uno spasmo muscolare, che la creatura lo prese. Si senti mordere il petto, un grido sordo usci dalla sua bocca quasi disarticolata, le ossa tremarono e si tesero fino a sembrar tutte rotte, il dolore allucinante fece perdere ogni flebile forza che ancora lo accompagnava. Sentì le viscere ardere, la gola infiammarsi, le unghie strapparsi, sentì la schiena tirare fino a piegarlo all'indietro. Si sentiva morire e non desiderava altro che tutto ciò finisse, voleva andarsene, voleva morire. Il suo collo si piego di scatto all'indietro, più del possibile, con un suono sordo e secco, il corpo del ragazzo si affloscio sul letto inerme. Passarono dei minuti ma infine, piano piano le sue membra iniziarono a riacquistare colore, con piccoli spasmi il ragazzo si tirò su con le braccia e la testa a penzoloni, si risedette. Aspetto un poco per poi tirare su il capo e sogghignare, ciò che era non c'era più, ciò che teneva dentro era scappato. Si alzò e cammino fino alla porta, afferrò la maniglia, pregustò il momento per un secondo, gli occhi brillarono di una luce scura e tetra, finalmente usci dalla stanza.