"Francé, ci sarai alla festa sabato o no?"
Era forse la decima volta che Ermal ripeteva la stessa domanda al suo amico e ogni volta riceveva risposte incerte e mai decisive.
"Devo chiedere al mio capo se posso uscire prima dal bar. Appena so qualcosa ti faccio sapere io"
Il riccio sospirò mentre camminava.
Le mani nelle tasche dei jeans neri per il freddo e i capelli mossi dal forte vento.
Accanto Francesco stava consumando una sigaretta- rigorosamente presa dal pacchetto di Ermal- ormai quasi consumata dal vento."Qualcosa non va?"
Francesco era uno di quegli amici che non se ne sarebbero andati mai, uno di quelli che conosceva da sempre.
L'aveva incontrato alle medie, grazie alla scuola, e dall'ora non si erano più allontanati nonostante le strade diverse che avevano preso, Ermal per lo studio e il ragazzo biondo vicino a lui per il lavoro."Ma no, sarà il tempo. Mi mette tristezza"
In fondo non sapeva quanto Francesco avrebbe creduto a quella cazzata.
Lo conosceva da così tanto tempo che sapeva riconoscere ogni umore di Ermal, anche da sotto le maschere che talvolta il riccio indossava.Il biondo alzò gli occhi al cielo.
In effetti era una brutta giornata, avvenimento non strano dato che si trovavano a metà Dicembre.Le nuvole nere assicuravano già un bel temporale che da lì a poco sarebbe iniziato, il vento era forte e smuoveva anche il mare agitato, di cui onde andavano a infrangersi contro il muretto, a pochi metri da loro.
Nell'aria si sentiva già odore di pioggia.
Francesco in effetti sapeva che Ermal si faceva condizionare molto dal clima,
infatti con il sole era sempre sorridente e felice contrariamente a quando il tempo non era dei migliori.Però sapeva anche che il tempo non lo condizionava in quel modo, non così tanto.
"Cambio la domanda. Cosa c'è che non va?"
Il ragazzo continuava a tenere lo sguardo sulle punte delle scarpe, non sapeva neanche lui tutta quella nostalgia che in quei giorni aveva, forse tutto quello che stava succedendo.
Solo dopo parecchi secondi alzò la testa, contringendosi a guardare negli occhi l'amico."Mah è un periodo di totale crisi.
Giovedì ho l'esame di Linguistica Albanese, poi le liti con Sof e l'organizzazione della sua festa a sorpresa.
Non so più dove mettere la testa""Ascoltami Ermal, l'esame non dovrebbe essere un gran problema per te, in Albania ci sei nato e pure cresciuto.
Per Sofia in realtà non so cosa dirti, penso siano normali momenti di crisi nelle coppie, ma sono sicuro che con questa festa si risolverà tutto"Il riccio sorrise amaramente, in fondo Francesco aveva ragione, per tutto.
"Sai già che regalo farle?"
L'albanese lo guardó scuotendo la testa in segno negativo .
In realtà quello che avrebbe regalato alla sua ragazza lo sapeva bene, ma era sicuro che se l'avesse detto a qualcuno l'avrebbero considerato pazzo.Ma lui pazzo lo era davvero.
"Siamo arrivati Ermal.
Domani lavoro, giovedì hai l'esame. Quando ci becchiamo? Venerdì va bene?""In realtà no, ho una commissione da sbrigare"
"Non ti chiedo qual è solo perché quel ghigno mi dice che non me lo dirai mai.
Ci vediamo direttamente sabato alla festa allora."
L'amico finì la frase già vicino alla porta del bar in cui lavorava."Ma quindi vieni?!"
"Ti lascio con il dubbio"
"Sei un coglione Francé"
Nonostante il biondo avesse già superato la porta trasparente, Ermal era sicuro che l'insulto era arrivato alle sue orecchie, e anche abbastanza chiaramente.~~~
"com'è andato l'esame?" rise la madre guardandolo rientrare dall'università.
"Non c'è niente da ridere mà"
"Ermal scusami, ieri hai studiato tutto il giorno, non sei uscito dalla tua camera neanche per mangiare, per un esame della tua lingua madre?"
"Era per essere sicuro" sbuffó dopo il giovane. "Se prendo 18 non va bene, se studio di più per prendere 30 vi lamentate."
"Dai Ermal, sto scherzando. Ora però puoi venire a cenare? L'esame l'hai gia fatto"
Disse la donna, procurandosi poi un'occhiataccia dal figlio che la fece ridere ancora di più.~~~
"Domani mattina esco di casa presto, ma non torno a dormire"
Posò la forchetta nel piatto ormai vuoto e rivolse tutta l'attenzione alla madre."Come mai?"
"Eh devo fare molte cose per la festa a sorpresa, poi mi fermo a dormire da Francesco"
Si sentì tremendamente in colpa per la bugia raccontata, ma se avesse detto la verità, se avesse davvero detto che sarebbe amdato fuori città, non l'avrebbe mai lasciato andare.Con sua mamma aveva sempre avuto un rapporto fantastico, sapeva tutto, era come la sua migliore amica.
Conosceva anche Sofia e tutta la sua famiglia, ma questo non gli dava affatto fastidio, era felice vederla sorridere con la gente."Va bene, però stai attento"
"Mamma ho ventun'anni, credo di essere abbastanza maturo per sapere cosa fare e cosa non fare. Ma poi è solo Francesco, lo conosci meglio di quanto conosci me a momenti"
"Si ma è meglio ripetertelo, non si sa mai"
In realtà quello che Ermal non sapeva era che Mira, la madre, aveva capito che quella raccontata poco prima era solo una balla.
Il figlio era un po' se stessa da ragazzina, le stesse abitudini e le stesse espressioni quando mentiva.
Ormai aveva imparato a capirlo al volo.~~~
La sveglia, la mattina successiva, suonò quando ancora la città stava dormendo.
Ermal guardò un attimo fuori dalla finestra, il cielo era scuro e riusciva a vedere ancora qualche stella che da lì a pochi minuti sarebbe scomparsa, lasciando spazio al sole.
Si svegliò di buon umore, soprattutto perché la giornata si prevedeva senza pioggia o particolari nuvole.
L'orologio segnava appena le 6 di mattina, un'ora dopo avrebbe dovuto prendere il treno e si doveva ancora fare la doccia, vestire e preparare il piccolo borsone per la notte successiva.
Non che roba che si sarebbe dovuto portare era tanta, aveva prenotato il primo hotel che aveva trovato vicino il luogo dell'evento.Ci mise circa tre quarti d'ora a fare tutto, mancava un quarto d'ora alla partenza e doveva ancora arrivare alla fermata.
Si mise velocemente la giacca di jeans, prese il telefono, le chiavi della macchina e uscì velocemente di casa.
Per fortuna la mamma era ancora a letto, sua sorella era da un'amica e suo fratello non si sarebbe svegliato neanche con un cannone, chissà a che ora era rientrato la sera prima.Quando arrivò in stazione il treno non era ancora partito.
Cercó il suo posto e si sedette, mise il suo piccolo bagaglio nello scaffale apposito e si mise le cuffie nelle orecchie.Tre ore e mezza di viaggio stavano per avere inizio, con sotto la pelle la sensazione di stare per fare una grandissima cazzata.
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Tutto Lo Spazio In Un Solo Frammento // MetaMoro
FanfictionE la musica? Cos'è la musica? Ermal non era mai riuscito a formulare una risposta adatta a quella domanda, almeno fino a quel momento. Solo dopo il suo incontro Ermal riuscì a capire che la musica è ovunque. La musica è nel corpo, la musica è nel sa...