capitolo 1

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'svegliati tesoro, tuo papà deve darti una notizia' la voce di Anita mi risveglia in questa mattina assolata ma ordinaria.

Alzarsi, andare da mio padre, obbedire e tornare in camera mia. È questo che faccio sempre.

Ci metto un po a vestirmi ma alla fine scelgo un tubino color latte e delle espadrillas turchesi. Scendo da mio padre con la solita tempestività, lo trovo seduto sul divano del grande salone con le mani su alcuni documenti.

'papà mi cercavi?' lo distraggo dai suoi affari e lui mi fissa

'mh, ho pensato che sia io che tu abbiamo bisogno di aiuto. Intendo una compagni...'

'se soltanto acconsentissi a farmi uscire qualche volta, potresti capire che sono in grado di...'

'no Eva, ho deciso. A me serve un aiutante e a te una compagnia diversa.'

non so a cosa si riferisca ma non muoverò un dito per farmelo spiegare.

'ho chiamato il figlio di un'amica di tua madre.'

l'unico figlio che conosco non mi è mai piaciuto, nel senso è il ragazzo più bello che ho mai visto ma proprio per questo non fa per me. Almeno, qualche anno fa.

'è Tomas' per poco non cado, cerco di aggrapparmi al lungo tavolo di legno e lo guardo intensamente.

'lui? No, papà non lo fare'

'e perchè mai, lui è....' e poi un campanello. Due volte. Qualcuno ha bussato. Ti prego fa che non lo abbia chiamato.

'oh lui è qui'

vedo Anita correre verso la porta con troppa nonchalance e io cerco di nascondermi. Quando ad un tratto lo sento, la saluta e le bacia la mano, oh andiamo non è nemmeno...e poi lo vedo, sta lì, le mani aggiustano i capelli e il suo sguardo corre verso di me. Il cotone della maglietta bianca e grigia gli scolpisce il petto in maniera quasi scultorea. Non guardarlo, Eva,non farti tentare.

'Eva coraggio ti ricordi di lui, su'mio padre mi invita a raggiungerlo, io obbedisco, la seconda parte di ogni mia giornata.

Ma questa volta, non so perchè

sono felice, di essere davanti a lui.

Mi sento in imbarazzo ma tento di guardare i suoi occhi.

'ciao Tomas' è l'unica cosa che riesco a dire.

'sei diventata una donna, i miei complimenti'

sorrido soltanto per gentilezza, ma vorrei stritolarlo. Come può pensare che fossi rimasta la bambina con le codine che ero un tempo?

Lui si fa strada nel grande salone accompagnato dai complimenti di mio padre che gli mostra una cartella piena di documenti.

Se solo avessi ben chiaro cosa ci fa lui qui potrei comportarmi di conseguenza.

Il pomeriggio passa in modo semplice. Mio padre mostra la casa al nuovo "membro della famiglia" e lui si ferma a cena da noi per festeggiare.

'quindi, immagino che tu conosca già mia figlia.'

tomas finisce di bere il vino dal pregiato calice che gli è stato offerto da mio padre e mi guarda intensamente. Per la seconda volta. Mi tremano le gambe.

'papà non credo che...'

'no e perchè? Sono stato a Londra dopo che io ed Eva ci siamo conosciuti. Ho pensato e ripensato a quella ragazzina che mi aveva stregato, solo allora mi sono reso conto di non poterla più dimenticare.' per poco non mi cade la forchettadalle mani, io e mio padre lo guardiamo esterrefatti ma poi una fragorosa risata rimbomba nella mia testa. Mio padre lo segue a ruota. Io no. Non è divertente, non lo è. Quanto lo odio.

'no, no in realtà non è stato così.Sua figlia era una ragazzina troppo piccola per le mie aspettative ma sicuramente...affascinante'

'come i tuoi sporchi giochi sentimentali, immagino'

'EVA!' mi richiama mio padre.

'scusa papà, non ho più fame'

ci avevo creduto, per un attimo avevo creduto fosse vero.

Mi alzo dalla sedia diretta in camera mia ma quando arrivo alle scale mi sento tirare e sbattere verso la parete.

'lasciami' Tomas si impadronisce della mia attenzione ma non mi lascia passare. Sto vivendo un dejavù.

'come ricordavo. Non sei cambiata. Ma hai tolto le codine, mi piace, sei più...donna.' decido cosa sia meglio. Dargli un calcio adesso o lasciarmi ammaliare dalle sue lusinghe. Temo di non avere scampo.

'anche tu sei il maleducato che ricordavo. Ora lasciami.' lo supplico ma in realtà non so cosa mi prenda. A quel punto rincara la dose e mi tiene più stretta.

'non dirmi che ti sei offesa'

io? offesa? Per così poco?

'temo di dovermi ritirare in camera.Buonanotte.' è allora che mi lascia andare e io colgo l'occasione di fuggire a piccoli passi da lui. E far finire questa stupida giornata.


*******

SPAZIO AUTRICE 

colgo l'occasione di dirvi che mi è tornata la voglia di scrivere e sono sicura che questa volta porterò a termine questa storia a cui sono molto legata. Spero possa piacere e catturare anche voi, così come lo sono stata io nel scriverla. grazie per il supporto ;)

-Alice.

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⏰ Last updated: May 21, 2019 ⏰

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