Meringhe pericolose.

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.PROLOGO
EVY
Mi hanno sempre chiamata "quella strana". La ribelle che dice "buongiorno", "grazie" e per favore. Quella strana che parla poco. Quella che allora si droga. La ragazza che non frequenta le altre ragazze. "Incredibile. Allora è una poco di buono." Ho sempre camminato a testa alta. Mi piace dire "grazie" e "per favore", condito da un bel sorriso, perché so che queste parole possono migliorare la giornata a molte persone. Parlo poco perché le parole sono sopravvalutate. E mal riportate. Preferisco scrivere. Solitamente non mi drogo. Se non di emozioni. E infine sì. Non ho mai frequentato molto le altre ragazze. Il sesso maschile mi piace di più. Trovarmi a parlare di macchine, motori, senza competizioni. Senza essere vista come una rivale. Niente falsi sorrisi. Niente falsi complimenti. Certo ogni tanto fanno i cretini anche loro. Ma lo fanno sempre col sorriso sulle labbra. E dopo due minuti, amici come prima.

HENRY
Non amo la compagnia. Le persone mi rendono nervoso. Tendo a isolarmi anche in mezzo alla folla. Vivo di illusioni e immaginazione. La mia infanzia non è stata delle più semplici. Due genitori troppo impegnati per occuparsi di me. Ho imparato a stare da solo. A vivere per strada e grazie alla strada. Mi sono appassionato di automobili e motori, facendone un "lavoro", se così si può chiamare. Ho molti conoscenti, che si reputano amici, ma io sono amico solo di me stesso.  E di Charles. Lui sì che capisce il senso della vita. E della morte. Suppongo anche che abbia capito le donne, semmai sia possibile comprenderle. Io non mi sono mai preso questo impegno. Le donne non sono affar mio, riesco a vivere senza legami. Ogni tanto, per esigenze fisiche, ho bisogno del genere femminile e allora me ne porto un paio a casa. Mai in auto. Mai! Le auto sono sacre e non sopporterei di sentire per giorni fragranze dolciastre. I sedili assorbono ogni odore. Così come i braccioli. E l'unico odore che deve avere la mia auto è quello dei soldi. Il mio team è quello dei "Soldiers" e siamo i vincitori. Non c'è gara che tenga. Vinciamo sempre noi, dominiamo la pista. I ragazzi mi adorano ma so benissimo che la loro non è stima disinteressata. Continueranno ad adorarmi finché li farò vincere, dopodiché mi getteranno via come carta straccia. Per questo non amo le persone ma la strada sì. Quella la amo. Amo il fremito che si prova all'accensione, il rombo del motore che influenza direttamente il ritmo del battito cardiaco. Amo la bramosia di partire, il piede destro che, impaziente, si posiziona sull'acceleratore, pronto alla partenza. La macchina è su di giri, il suono palpita nel cervello. Rilascia lentamente la frizione. Mani salde sul volante. Siamo pronti. Tre. Due. Uno. Via!

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 22, 2019 ⏰

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