PROLOGO.

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"Dichiariamo l'imputato non colpevole".

Era da tre anni che aspettavo quelle sante parole:ci avevo quasi perso le speranze. Mio padre aveva passato mesi e mesi a dirmi:"Harry, ti sto per tirare fuori da qui, ringraziami", ma il tempo continuava a passare, e io continuavo ad avere una cella come casa. Che poi, ringraziarlo per cosa? Ribadiva di continuo il fatto che io non fossi innocente.

E probabilmente, aveva anche ragione, solo che non provava a capire il perché di quella mia azione.

Quella mattina, dopo tanto tempo, avevo rimesso piede in quello che tutti chiamano mondo -tutti, tranne me-.

Alle 10:00 in punto, ci sarebbe stato il processo che avrebbe deciso il mio futuro. Da una parte ero felice: la mia famiglia, aveva contattato uno dei più bravi avvocati di Londra, e molto probabilmente, da quel giorno avrei ricominciato a vivere;dall'altra parte, restavo un po' apatico alla situazione. Uscito di lì, avrei dovuto darmi da fare in tutto e per tutto.

Mia madre mi aveva già trovato un insegnante privato, per poter riprendere gli studi, dopodichè sarei finito a fare un lavoro del tutto noioso, probabilmente in ambito economico, sotto lo sguardo di mio padre. Ma stavamo scherzando? A quel punto, avrei preferito fare lavori forzati, tra nigga, gangster, e boss malavitosi. Tanto, alla fine, la mia vera vita, non era poi tanto diversa da quella dei mafiosi. Così dicevano.

Mi riscossi dai miei pensieri, quando l'auto nera arrivò a destinazione. Scesi, e un leggero venticello iniziò a farmi svolazzare i ricci ormai troppo cresciuti;e non potei nemmeno sistemarmi le svariate ciocche ribelli, a causa delle manette che mi misero per "sicurezza". Oh, andiamo, sto per essere scagionato! Figuriamoci se mi metto ad alzare le mani proprio adesso, per poi passare chi sa quanti altri anni in quel posto di merda. Okay che la cosa è molto allettante, visto le faccie di merda che vi ritrovate, ma non sono ancora così stupido.

Sbuffai, e aumentai il passo, tirando con me uno dei due omaccioni che mi tenevano per le braccia, non vedendo l'ora che tutto finisse.

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"Entri l'imputato".

"Styles, si muova, deve entrare".

Di malavoglia, mi alzai dalla comoda sedia sulla quale ero seduto, pronto ad affrontare il processo. Sentivo, molto in fondo, che sarebbe andata bene.

E fu così! Quel coglione di Mark, aveva dichiarato che il coltello con il quale mi avevano ritrovato in mano, era suo;e io, passai per il tipico poveretto che afferra un'arma d'impulso, solo per potersi difendere.

Quella volta, mio padre, aveva fatto davvero una buona scelta, chiedendo aiuto all'avvocato Benks.

Non so quanto tempo passò prima che mi ritrovassi fuori dall'edificio, con i polsi liberi, dei vestiti normali, e una famiglia dietro alle mie spalle, era successo tutto troppo in fretta, non mi ero accorto di nulla, ma una cosa era certa:Styles era tornato, e se possibile, anche più cattivo di prima.

SPAZIO AUTRICE:

Ueee, come state? Questa è la mia prima fanfiction, siate clementi. Vorrei sapere che ne pensate del prologo, così vedo se continuare, o no. Sono piuttosto testarda, quindi finché non vedo un po' di commenti positivi, non pubblico. Tornando al prologo..Ho messo solo la parte di Harry, perché era la mia prima preoccupazione, visto che è il protagonista di questa storia! Ma dal prossimo capitolo, ci sarà anche Louis. E chi sa chi altro v.v Spero vivamente che vi piaccia. Bando alle ciance, ciance alle bando (?), me ne vado. Un bacinoo.

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