Aveva provato ad uscire dal salottino, ma aveva chiuso la porta dell'esterno, era inutile provare dalla finestra perché c'erano delle grate fuori; non c'erano vie di fuga. Di sicuro di lì a poco un servitore o lui stesso sarebbero venuti per portarla dove lo tenevano, come poteva non essersi accorta che la stava seguendo? Era stata colpa sua fin dall'inizio, era stata lei a fare il primo passo verso di lui ed era stata lei a convincerlo a vedersi di notte in quel vicolo scrutati dalle stelle e dalla luna traditrice. Proprio in quel momento sentì la porta aprirsi, ma non si voltò come di solito faceva quando qualcuno entrava nella stanza in cui lei si trovava; sentì la sua presenza impregnare l'aria in modo soffocante e strinse convulsamente l'intelaiatura della finestra, non aveva ancora detto niente, ma sentiva i suoi occhi di fuoco marcarle la schiena. Lo stava facendo appositamente per costringerla a voltarsi perché sapeva che sentiva la sua presenza non appena lui entrava nella stanza così come accadeva a lui; per infastidirla, quando erano soli, le ripeteva che erano fatti l'uno per l'altra. Roberto aveva sempre avuto molta pazienza, poteva essere una virtù, ma non la usava mai per scopi pratici, solo per torturarla; non sopportando più il suo sguardo sulla schiena si voltò guardandolo negli occhi senza distogliere lo sguardo, suo marito aveva un'espressione di scherno dipinta sui bei lineamenti. Anche se non aveva lo sguardo basso come si aspettava da lei era pur sempre riuscito a farla voltare!
"Se fossi mansueta come le altre saresti l'immagine perfetta di una moglie."
Alice sorrise amara per poi contestarlo con voce triste.
"Se fossi più mansueta non ti piacerei tanto."
Lei ci aveva pensato spesso... Se non fosse stata tanto conosciuta tra i nobili per la sua vivacità, adesso non sarebbe sposata con Roberto. Aveva accettato la sua proposta perché era un uomo dai modi affabili e dal bel viso, la famiglia si era dichiarata d'accordo sapendo delle sue grandi fortune, ma nessuno conosceva il suo carattere violento che si era mostrato solo quando era ormai troppo tardi per cambiare le cose.
"Hai ragione, ti ho sposata perché sapevo che mi avresti dato del filo da torcere, le altre si sarebbero sottomesse sperando che il mio interesse si sarebbe affievolito. Ma tu non impari mai."
Le si era avvicinato mentre le parlava e mentre pronunciava le ultime parole le aveva carezzato il braccio con le nocche delle mani, ma lei si ritrasse con il viso contorto in una maschera di paura e ribrezzo; il marito sorrise trionfante mentre metteva entrambe le mani sulle sue braccia per impedirle di allontanarsi ulteriormente.
"Mi meraviglia solo il fatto che non abbia ancora tentato la fuga"
Alice lo guardò dal basso senza timore prima di dire:
"Non avresti sopportato tutto questo: la scoperta di Ludovico e la mia fuga!" asserì sfrontata.
Roberto ammirava gli uomini che osava sfidarlo , ma non tollerava che una ragazzina come sua moglie lo facesse; per evitare che accadesse in futuro mentre non erano soli la colpì in viso con il dorso di una mano.
"Tieni a freno la lingua, non sono clemente con chi mi umilia." l'ammonì.
"Ed io non sono clemente con chi maltratta la donna che io amo!"
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Tutta colpa della luna
Short StoryIn una buia notte del 1638 si consuma la giovane passione di chi non conosce limiti. Lei sposata con un uomo geloso e possessivo, innamorata folle di un ragazzo spiantato, che però sa darle tutto se stesso. #65 in Storie brevi (30/05/2018)