Capitolo 2

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Chuck mi portó fino alla sua macchina parcheggiata proprio di fronte la porta principale, apri la portiera e mi appoggió sul sedile dicendomi: << Miraccomando ,non devi affaticarti troppo. >> Feci un cenno e mi accesi una sigaretta aspettando che lui iniziasse a guidare. Dopo alcuni minuti di silenzio mi chiese: <<vuoi venire a casa mia o preferisci che ti riporti da te? >> ci pensai un po' ma l'idea di andare in quella casa piena solo di droghe e alcool non mi andava, così risposi: <<Grazie tesoro per l'invito, ma ora preferisco tornare nel mio appartamento però magari sta sera ci sentiamo e potremmo vederci. >> Non mi ero neanche accorta che finché diedi la mia risposta eravamo già arrivati sotto il mio portone, gli diedi un veloce bacio sulla guancia e mi avviai. Una volta entrata nel appartamento accessi la luce, mi cavai le scarpe  e mi buttai sul divano accendendomi un'altra sigaretta, regnava il silenzio da ormai cinque mesi, da quando tutto il mio mondo si era spento in una sola fottuta notte. Inizio a sentire delle lacrime bagnarmi il viso ma non do importanza, mi alzo, butto la sigaretta e mi dirigo in cucina, accendo la luce e lei è ancora lì , speravo che i paramedici avessero pulito quella pozza di sangue dove è avvenuto la morte di un innocente... non resisto più a tutto questo, la mia vita ormai non  ha più senso, mi butto a terra e inizio un pianto che non ricordo di aver mai finito poiche mi addormentai.
Quando riapri gli occhi inizio a girarmi tutto, e per aggiunta avevo anche un gran mal di testa, mi alzai e iniziai a pulire ciò che avevo lasciato in sospeso, ma quella sensazione di solitudine non mi voleva abbandonare allorché decisi di scendere giù in cantina e riaprire il "nostro" scatolone con dentro tutto ciò che riguardavano il mio dolce Matthew.
Mi ricordo come se fosse ieri la prima volta che l'ho incontrato, avevamo all'incirca 6 anni ed eravamo nel giardino della nostra scuola elementare, io stavo giocando con delle mie amiche di allora e lui venne da me con una margherita in mano porgendomela, da lì a poco ci eravamo fidanzati se così si può definire a quella età. Da lì in poi non ci siamo più staccati, frequentammo le stesse medie e lo stesso liceo. Lui fu il mio primo amore, la prima persona che aveva preso la parte più importante di me, in tutta la nostra relazione ci eravamo lasciati per due anni, i più ribelli della vita di un adolescente, dai 18 ai 20. Però l'amore che provavamo reciprocamente ebbe la vinta e tornammo insieme, io conoscevo tutto di lui e lui conosceva tutto di me, eravamo uno la forza dell'altro. In quel breve periodo in cui non siamo stati insieme lui era cambiato, aveva fatto amicizia con brutta gente e lui sapeva cosa io pensavo dei suoi amici ma comunque non l'ho abbandonato, per guadagnare più soldi aveva iniziato a far gare clandestine è proprio queste gare sono state a strapparmelo da me e portarlo in paradiso. Per molto tempo mi sono chiesta come Dio potesse portarsi via un ragazzo di 25 anni ma non ho mai trovato la risposta anche se tutti mi dicevano che purtroppo a volte il destino è crudele, quella sera io gli confessai che ero incinta e lui con lacrime di felicità prima di salire sulla macchina disse che mi amava e che avrebbe smesso di correre per la sua famiglia, la promessa alla fine la mantenne ma non come aveva detto lui. L'unica cosa che mi faceva andare avanti nei giorni a seguire era il fatto che dentro di me avevo ancora qualcosa di lui oltre al suo miglior amico Chuck che in questi 5 mesi è stato la mia roccia. Basta ricordare ciò che mi uccide, chiudo la scatola rimettendola al suo posto, salgo in casa andando a farmi una doccia per poi uscire a bere così almeno i miei pensieri staranno un po' zitti. Entrando nel pub che frequento da anni, la prima persona che vedo è la barista Angelica che corre verso di me abbracciandomi e dandomi un forte bacio sulla guancia. << Mad, mi sei mancata da morire in questi mesi che non ti ho vista, sai il locale non è bello senza te.>>
<< Ange, anche tu mi sei mancata tanto>>
Angelica possiamo definirla la mia migliore amica, l'ho conosciuta quando avevo 16 anni e poi siamo sempre rimaste in contatto fino a quando 3 anni fa divenne la barista del mio pub preferito e il nostro legame si strinse ancora di più. Mi sedetti e lei mi porti subito un cicchetto di tequila accompagnato da sale è una fetta di limone, ricordava ancora ciò che io bevevo, ho davvero una amica fantastica. Dopo aver bevuto lei mi si avvicina dal bancone e mi dice: << sai chi ho incontrato qui stasera?>>
<< no, ma se hai quell'espressione ti deve piacere di sicuro >> mi misi a ridere
<< Mitchell Lewis!!>>
<< perché il nome mi è familiare ma non capisco chi sia? >>
<< perché veniva a scuola con noi anche se era più grande di 3 anni, era il ragazzo più bello del liceo e anche il più temuto, poi però è scomparso dopo quella notte...>> mi guardò come se avesse appena commesso un crimine ma la rassicurai che poteva parlarne poiché ciò che è successo non si può cambiare. Poco dopo mi fece girare la testa ed indicò un ragazzo che era davvero meraviglioso in un tavolo in fondo con 3 ragazze e altri 2 maschi, quando vidi la sua faccia rimasi schioccata e con la bocca aperta, Angelica subito aggiunse:<< eccolo è lui Mitchell>>. Non ci potevo davvero credere...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 30, 2020 ⏰

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