I'm scared to live but I'm scared to die
And if life is pain then I buried mine a long time ago
But it's still alive
And it's taking over me where am I?
I wanna feel something, I'm numb inside
But I don't feel nothing, I wonder whyVuoto.
Il vuoto metteva più paura del rumore stesso, l'impossibilità di provare qualche stralcio di sentimento.
L'angoscia nel non provare più dolore , ma solo un onnipresente , soffocante e opprimente nulla.Aura era stesa nel letto a due piazze e mezzo, la mano destra chiusa a pugno sul cuore, con indice e medio a stringere il tessuto sottile della maglietta quasi a voler raggiungere l'organo e farlo scoppiare. La mano sinistra testa in alto, verso il soffitto, piccole fiamme verdi prive di calore che sottolineavo i contorni delle dita e il disprezzo per la persona a cui appartenevano.
Aura non riusciva a capacitarsene, si odiava, si disprezzava, l'appartenere per metà a un mondo non terrestre la logorava all'interno, e in particolare modo l'esserne venuta a saperlo solamente in tarda età e senza istruzioni, senza un bigliettino a dire:
"Buon diciottesimo compleanno, stronza! Questo è il tuo regalo, sei per metà un Dio"Niente di tutto ciò, solo un grande e ingombrante ulteriore segreto da portarsi dietro.
La stanza sembrava restringersi con il passare dei giorni, come a voler convincere Aura ad uscire prima di soffocare. Eppure lei se ne stava beatamente stesa sul letto intenzionata a sprofondarci e a portare insieme a lei le bugie alle quali doveva continuare a ricorrere.
" questo è quello che sai fare? Autocommiserarti?"
La voce non le era nuova eppure gli occhi si ostinavano a rimanere chiusi, anzi, più la voce si avvicinava più le palpebre si tendevano e premevano sulle orbite cosicché quello che riusciva a vedere erano solo sprazzi di luce e macchie lucide.
"Aura figlia di Ade"
"Non ripeterlo mai più, non sono figlia di nessuno"
Aprì gli occhi e rimase immobile come a voler osservare la stanza: il lenzuolo caduto in parte, i libri sparsi sul tappeto, la lampada che acceneva una luce a intermittenza, il tetto con la riminiscenza di alcune crepe che aveva cercato di coprire alla bell e meglio.
Tutto era rimasto come doveva essere, come se fosse passata una persona di fretta, avesse fatto le valigie e fosse partita. Ma la verità, quella che doleva era che non c'era nessuno che aveva avuto fretta di andarsene, c'era solo lei, al centro della stanza, come una cosa lasciata lá e dimenticata da tempo che osservava con disgusto la persona che le si poneva davanti.
Alta, aggraziata.. tutte qualità che la natura non aveva concesso ad Aura, che allora si chiedeva come poteva appartenere a quella razza.
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Paralyzed
Fantasy"Scontento di tutti e di me stesso, vorrei proprio riscattarmi e inorgoglirmi un po' nel silenzio e nella solitudine della notte. Anime di coloro che ho amato, anime di chi ho cantato, datemi forza, sostenetemi, tenete lontana da me la menzogna e la...