Ciò di cui non ho mai scritto.Capitolo1
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Sfogo
Caro lettore...
Non mi piace, non mi piace affatto. Nell'aria, c'è quella pesante sensazione che brucia dall'interno,
che ti rende capace di pensare a tutto e non aver la forza di far nulla.
È davvero una cattiva sensazione, quella di voler gridare, far uscire ciò che si è accumulato da chissà quando, ma di non essere poi tanto sicuri di che si tratta.
Ed è proprio ciò che sto provando in questo istante.
No, è ciò che provo da ben tre giorni, da quando ho deciso di terminare il mio anno scolastico.
Inizialmente, ero determinata. Sapevo già cosa avrei fatto nei miei primi giorni di ferie.
Dovevo scrivere nuove mail, disegnare più spesso, ascoltare nuova musica e uscire con i miei amici. Dovevo respirare aria fresca, prepararmi per la prova costume – il quanto risulta davvero troppo noioso per me, che ho un fisico strano e sproporzionato, ciò che si può definire l'opposto di non ingombrante, ma tozzo e non femminile. Dovevo andare al mare. Sprofondare in quell' immensa piscina d'acqua salata dietro casa, e lasciare che le onde trasportassero me in uno spazio tranquillo, e i miei pensieri dove me li dovevo andare a cercare.
Dovevo...
Lasciami dire che ci ho provato, ho davvero provato a pormi dei propositi positivi, nonostante sapevo che sarebbe risultato tutto inutile, quando la disagevole sensazione mi avrebbe avvolta come una densa nuvola grigia in un limpido cielo estivo.
Mia madre ha cominciato a tormentarmi. So che non vuole farlo di proposito, vuole solo una figlia normale, come tutte le altre ragazze della mia età e anche quelle un po' più grandi.
Continua a dire che sono vecchia dentro. Che dovrei uscire più spesso, che devo darmi da fare, trovare un ragazzo con cui passare il tempo levandomi dai piedi.
Si lamenta di come faccio le faccende di casa, di come tratto male la mia stanza, della mia orrenda acne che porto dagli ultimi anni di scuola elementare, di come le altre hanno passato l'anno a farsi il fisico nella palestra cittadina e di come la pallavolo dovrebbe essere l'unica vera soluzione per farmi un vita salutare come quella delle altre.
Nonostante il suo giudizio mi faccia sentire più fallita di come solitamente mi sento, riempiendo la mia lista nera di problemi utili quanto un granello di sabbia nel deserto ma che mi portano inevitabilmente ad uno stato di paranoica oppressione verso me stessa, a volte non posso fare altro che abbassare nuovamente la testa e darle ragione.
Se solo lei sapesse ciò che mi porto dentro, e che neanche io conosco.
Non so ciò che provo, non so descriverlo, ne so come uscirne, ma di sicuro conosco il momento esatto in cui questa sensazione mi colpisce.
Me ne accorgo quando, mentre ascolto la mia musica preferita, tutto intorno a me si offusca negativamente, le melodie diventano più simili a ronzii nella mia testa, e lì dentro c'è sempre un gran casìno.
Quando, mentre dormo, vengo assalita da un'onda di pensieri affatto rilevanti, e sento qualcosa dentro di me che si sgretola, marcisce.
Caro lettore, non so se questa sensazione viene condivisa. Se ogniuno di noi, ad un certo punto, si accorge di questo peso improvviso, e se qualcuno sa come affrontare ciò che mi sta tormentando, forse anche da molto prima che questi lunghi tre mesi di ozio partissero.
So solo che voglio uscirne.
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Ciò di cui non ho mai scritto
General FictionNon pensavo che in un giorno come questo potessi cogliere il momento per essere io la scrittrice di una storia. Sono più che altro pensieri, riflessioni su me stessa e sul mio monotono rendimento vitale nell'istante in cui li ho scritti. Quel gene...