Tutta colpa di un gioco

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Era una serata invernale, di quelle molto fredde, penso ci fossero stati meno di cinque gradi .
Ero tranquillamente stesa sul letto e mentre guardavo i suggeriti su instagram, mi si parò davanti un video interessante.
Catturò subito la mia attenzione per la copertina che rappresentava una ragazza che si metteva un cappio al collo, mi scosse la visione di quel video.
Cercai di dimenticare ciò che avevo appena visto e tentai di mettermi a dormire data l'ora che si era fatta e fortunatamente ci riuscii.

La mattina seguente mi svegliai al solito orario e mi diressi a scuola come mi era solito fare tutti i giorni; passai una mattinata tranquilla piena delle solite lezioni delle quali io e Mariana non seguivamo un emerito cazzo, troppo impegnate a ridere per la più minima sciocchezza.
Alle 10:55 suonò la campanella che segnava l'inizio di 20 minuti di svago; appena il professore uscì dalla classe dandoci l'arrivederci, Martina si diresse a passo svelto verso il mio banco e, una volta arrivata davanti ad esso, iniziò a parlare

"Volete venire a casa mia? Giocheremo ad obbligo o verità Questa sera"
"Martina sai che non sono un amante di questo gioco..."

Già, non mi piaceva per nulla il gioco in questione, perché mai avrei dovuto rivelare i miei segreti solo per il divertimento di altre persone? E perché mi sarei dovuta mettere in situazioni scomode per compiacere un gruppo di adolescenti? Giuro non capisco cosa ci trovassero di divertente.

"Ma dai che rompi palle che sei! Sei così noiosa a volte! Comunque considerati invitata" mi rispose così Martina che, dopo queste affermazioni, andò ad invitare altre tre o quattro persone.
Finì l'intervallo e mi preparai a sopportare altre 3 ore di lezione che, per fortuna, Mariana rese divertenti e comiche.

Finita scuola, io e altri miei compagni seguimmo Martina fino a casa sua, sua madre ci fece accomodare e ci portò degli spuntini per il pomeriggio; ovviamente la donna era ignara del fatto che avremmo giocato tutto il pomeriggio, era convinta del fatto che saremmo rimasti a studiare epica.
Appena la madre della mia amica uscì di casa per andare a lavorare, Martina ci fece sedere tutti in cerchio in salotto ed iniziammo a giocare.
Iniziò Vittoria, la quale scelse Francesco.
"Obbligo o verità, fra?"
"Da vero uomo scelgo verità"
Scoppiammo tutti in una grassa risata, Francesco era solito scherzare su qualsiasi cosa.
"Allora verità sia! Chi è la ragazza che trovi più carina in questa stanza?" Chiese Vittoria piena di sé.
Francesco fissò noi attentamente, poi fermò il suo sguardo su Nicole, la quale fece una smorfia.
"Decisamente Nicole, è la più bella del mondo" rispose il ragazzo.
"Che schifo" affermò Nicole subito dopo, con ancora una smorfia di schifo stampata in volto.
Risi sottovoce, era davvero una scena comica, Nicole era sempre così diretta.

"Allora Nicole, obbligo o verità?"
"Visto che sono più uomo di te, dico obbligo"
Francesco fece un sorriso malefico, guardò Nicole, poi Jair, disse: "Visto che sei così coraggiosa, dai un bacio a stampo a Jair"
Appena Jair sentì quelle parole si pietrificò, aveva paura, tanta paura, al contrario di Nicole che sembrava indifferente.
La seconda si avvicinò gattonando alla prima, la quale indietreggiava sempre di più, alla ricerca di una via di fuga, che non trovò.
Era bloccata al muro, con la ragazza che era stata sfidata ad un centimetro dal suo viso.
Nicole impaziente di finire la sfida azzerò la distanza presente tra le sue labbra e quelle della ragazza sotto di lei.
Si staccò dopo pochi secondi e tornò al suo posto e Jair fece lo stesso, con le guance di un colorito rosso acceso.

°•°• angolo autrice °•°•
Ok, ho finito la prima parte.
Spero vi sia piaciuta e vi ringrazio per la lettura
Se vi va lasciate un voto e commentate, lo apprezzerei molto 💕
Scusate per eventuali errori grammaticali, nel caso fatemelo notare così posso correggere.
La ragazza che parla per questo capitolo sono io, quindi il nome è Rachele.
Se non avrò molte letture credo che non continuerò al storia.
Grazie a tutti ♡
Ci vediamo al prossimo capitolo