Si concentrò sulla strada che doveva percorrere per arrivare al luogo prestabilito. Si sentiva accarezzare dalla dolce brezza che la faceva sorridere amorevolmente; la conosceva bene e sapeva che era lì ad osservarla ed a darle coraggio, come in tutta la vita passata al suo fianco.
Sentiva il suo amore sprigionarsi nell'aria e far ridacchiare tutte le coppie che costeggiavano la costa, come lei in quel momento.
Guardò l'orizzonte e le sembrò di specchiarsi negli occhi del padre, così tremendamente azzurri da decenni.
Si ricordava il male che avevano portato su quel mondo, ma anche tanto potere; li conosceva bene i suoi poteri e più di una volta si era ritrovata spaventata da essi, ma doveva accettarlo.
Sentiva i granelli di sabbia infiltrarsi tra le dita dei piedi, facendole un delicato solletico; ma che non sembrava darle fastidio, anzi la facevano ridacchiare leggermente.
Ancora immersa nei suoi pensieri si sentì chiamare sulla realtà quando il suo udito venne immerso dal dolce suono delle onde che continuavano a richiamarla, cercando di farla avvicinarla a loro.
Appena percepì il cuore scalpitare all'impazzata, capì di essere quasi arrivata.
Sentì la gioia inondarle le vie aeree, la mente volteggiare nei pensieri e il cuore continuare la sua corse feroce; finalmente lo vide.
Era ancora troppo lontano per essere studiato nei dettagli, ma lo aveva subito riconosciuto.
Lo aveva percepito dentro di lei.
Lo conosceva così bene che non si stupì nel vederlo girarsi proprio nella sua direzione, e guardarla come fosse la prima volta.
Lo guardò avvicinarsi con passo lento ma sicuro, come se ogni volta dovesse andare in guerra.
Era sempre stato così tra loro due: si cercavano, si incontravano e si innamoravano come la prima volta.
Sembravano sempre essere due bambini sperduti alla ricerca del loro giocattolo preferito.
Il legame che si era creato era così potente che neanche suo padre, il Dio dell'Olimpo, poteva scalfirlo, distruggerlo, spezzarlo.
Ci aveva provato con tutte le sue forze, cercando di non causare un'altra sanguinosa guerra ma era stato tutto inutile.
Loro erano destinati a trovarsi e amarsi, per sempre.
La mano di sua sorella, Afrodite, le accarezzò la guancia con delicatezza facendole capire che nessuno poteva porre fine a quel amore, non piu ormai.
Si ritrovò a sorriderle ancora una volta, annuendo leggermente e guardandola dal basso mentre lei era su nel cielo che la ammirava come sempre aveva fatto.
Si scontrò con i tratti di suo marito e le rimasero impresso nella mente, ancora una volta.
Osservò la sua mano allungarsi verso di lei, attirandola dolcemente al suo petto.
Si perse nei ricordi della loro tormentosa storia d'amore e si lasciò cullare dai suoi sentimenti per quell'uomo così puro e forte.
Le lasciò un dolce bacio sulla nuca mentre inspirava il profumo dei suoi capelli color grano, sempre amati da lui.
«Siamo morti?» chiese nella sua innocenza, non credendo ancora di poterla abbracciare senza causare un'altra guerra.
Lei alzò il viso e ridacchiò intenerita a quella domanda, gli accarezzò la guancia biancastra con tutta la premura che possedeva e scosse la testa.
«Per niente.» gli sorrise e gli baciò castamente le labbra carnose, sentendolo fremere sotto di lei.
Si guardarono negli occhi per quelli che sembravano millenni, se li sentivano sulle spalle ma non avevano il coraggio di staccarsi l'una dall'altro, quasi ancora timorosi della potente furia delle Parche.
Non le sentivano o vedevano da giorni, anche quando si ritrovavano con la famiglia, ma sapevano di non potersi fidare ciecamente degli Dei e delle nuove regole che avevano stabilito, piene di promesse.
«Sembra il Paradiso,» soffiò sul suo viso candido, mentre giocava con una sua ciocca dorata.
Il movimento dolce con cui la cullava la facevano sentire finalmente in pace con se stessa, senza di lui era persa per sempre.
Si ritrovò piu che d'accordo con quella sua affermazione, «Meglio dei Campi Elisi.» scherzò la bellissima ragazza, dal volto tremendamente incantevole ma pieno di sofferenze.
La risata di lui le risuonò nel petto violentemente, prendendola alla sprovvista da quel sentimento così profondo, sentì le sue difese crollare immediatamente senza neanche cercare di resistere.
«Andiamo?» le chiese, già sapendo la risposta.
Lei annuì e gli lasciò un altro bacio casto sulle sue labbra, riscaldando entrambi i loro cuori.Si allontanarono da quella spiaggia mano nella mano, ridacchiando e correndo come due adolescenti innamorati per la prima volta; si strinsero in un abbraccio mortale appena arrivarono alla tenda bianca ed immacolata, posta proprio a fianco alle mura.
Sentirono il vento raggiungerli pericolosamente, facendo muovere leggermente la tenda tirata su con il niente.
Sentivano l'amore esplodere dentro ai loro petti ogni qualvolta si guardassero negli occhi e provassero a sorridersi.
Egli decise di fare il primo passo, vedendola leggermente in difficoltà, e le prese la mano delicata e morbida guidandola all'interno di quella casa svolazzante.
«Sono qui.» la rassicurò con tono deciso e capì di averle alleggerito il cuore, perchè lo sentì perdere un battito dall'emozione ma anche dalla ritrovata calma.
« è sempre stato così » si commosse accorgendosi finalmente di averlo lì con se, dopo troppo tempo.
Si accucciò sul suo petto e lo strinse, socchiudendo gli occhi ascoltando il battito di quel cuore che l'aveva affascinata talmente tanto da averle fatto scordare pure il suo nome.
Quella notte si spogliarono dalle regole e dalle sofferenza passate e si amarono così tanto da far risplendere il cielo notturno in milioni di piccole stelle tremanti.
Le loro anime si unirono così intensamente da formare una sola, talmente potente da sovrastare l'oceano stesso.
I loro cuori presero a battere all'unisono, scavando nei loro petti una voragine di amore e soltanto amore.
Un'amore così immenso che pure Afrodite pianse di gioia nel sentirlo dentro al suo petto, acclamandolo sulla terra.Non riuscirono a staccarsi l'una dall'altra neanche quando le prime luci dell'alba irruppero nella candida tenda, costringendoli a socchiudere leggermente le palpebre indebolite dal sonno mai afferrato.
Lei scivolò delicatamente sopra al petto muscoloso di lui e lo ammirrò in tutta la sua estrema bellezza.
Osservò quei tratti solo ed esclusivamente suoi e finalmente capì che niente o nessuno avrebbe potuto portarglieli via.
«Ti amo, Paride.»
soffiò quelle parole dopo così tanto tempo che non le liberava.
«Ti amo, Elena.»
ricambiò il suo sorriso e sigillarono il loro amore proprio lì e proprio in quel momento, sotto gli occhi di Troia e tutti i più potenti Dei dell'Olimpo.