Sei un cacciatore. Ti sei avventurano troppo in profondità questa volta, in quel bosco che credevi di conoscere come le tue tasche. Invece, ti ritrovi spaesato, sfinito, e senza la minima idea di come tornare indietro. Come se non bastasse, la sera ha preso il sopravvento, e qualche timida goccia di pioggia si fa largo tra i fitti e spogli rami. Quando ad un certo punto la vedi, in lontananza, quella che ti sembra un'oasi di salvezza, proprio come un miraggio in mezzo al deserto.
Quella capanna potrà fornirti un ottimo rifugio per la notte. Avanzi velocemente, la pioggia e l'oscurità ti limitano la visuale.
Non ti curi neanche di bussare, la porta è aperta, e in fretta e furia entri. Buio, troppo per distinguere con chiarezza l'arredamento interno. Ma non sembra nemmeno abbandonata a sé stessa. Puoi sentire un leggero odore di muschio, e di legno bruciato. Il camino é spento, ma emana ancora un leggero calore. Qualcuno era qui, fin poco tempo fa. Pensi che ti scuserai per l'intrusione l'indomani, mentre ti poggi sul letto che trovi a due passi dal tavolo da pranzo. Ma una cosa ti lascia perplesso, e inquietato. La quantità di quadri appesi ai muri.
Sono tutti ritratti.
La cura per i dettagli era impressionante, con dei livelli di realismo che ti lasciano sbalordito. Ma non hai fonti di luce con te, e da quando ti sei seduto, alzarti per osservarli da più vicino ti sembrava un'impresa ai limiti dell'impossibile. Ti sdrai quindi sul letto, cercando di allontanare dalla tua mente il pensiero di quei quadri inquietanti, e di lì a poco ti addormenti.
La mattina successiva, vieni svegliato da una luce quasi abbagliante che ti colpisce in viso. Non capisci cosa potrebbe essere, ed i tuoi occhi fanno fatica ad abituarsi. Dopo il temporale di quella notte, i nuvoloni cedettero il posto ad uno splendido sole. Ti chiedi come faccia ad entrare tutta quella luce, non avevi visto vistosi infissi la sera prima. Ma ti guardi intorno. Ed inizi a realizzare. I ritratti non ci sono più.Solo finestre.
