☆○o Eclissi solare o○☆ m.y.+p.j.【One shot】

｡･:*:･ﾟ★,｡･:*:･ﾟ☆Eclissi solare｡･:*:･ﾟ★,｡･:*:･ﾟ☆

soft_jiminie
Busan , 5 Ottobre 2017.

Goccioline d'acqua grondano dalle punte dei capelli di Jimin, la cui figura è riflessa sullo specchio appannato del bagno.

Il corpo tonico e impercettibilmente abbronzato è avvolto, a partire dal basso ventre, da un asciugamano bianco ,simbolo di una doccia appena giunta al suo termine.

L'abitazione è custodita da un silenzio tombale e il clima autunnale pizzica la pelle del giovane che, imbarazzato dalla visione del suo stesso corpo, arrossisce, facendo colorare di un adorabile rosa le guancie piene.

Jimin è da sempre stato un ragazzo particolare. Nel cuore dei suoi 15 anni ha già esaminato, seconda la sua ottica strettamente personale, gli esseri umani e il contributo che essi potrebbero donare all'Universo se solo ponessero passione in ciò che fanno.

La sua mente è dolcemente ravvolta dall'arte, sua più grande ispiratrice. I colori, i pennelli di martora e le tele in juta sono i suoi amici più fidati, per quanto possa sembrare triste trattandosi di un adolescente che dovrebbe passare le giornate con i compagni al karaoke o a raccontare storie fantastiche ed immaginarie.

Dopo del tempo trascorso a torturarsi le labbra polpose e a indossare indumenti puliti, il ragazzo dal viso angelico lascia il piccolo bagno e, sbadigliando dalla stanchezza accumulata dalla settimana, percorre le scale in legno, per dirigersi poi in cucina.

È solo in casa, come quasi sempre d'altronde. Non che i genitori siano persone dall'animo menefreghista, ma le loro menti sono colmate dagli impegni lavorativi e Jimin, per quanto sia amato da quest'ultimi, non rientra nei piani quotidiani della coppia. Quante volte il giovane ha desiderato rubare cinque minuti del loro tempo per una chiacchierata, per scambiarsi opinioni sul mondo artistico, per qualche parola diversa dal solito saluto mattutino. Un vuoto nel cuore, come il buco nell'ozono, si espande e spegne assiduamente le stelle nei suoi occhi. Piccoli corpi celesti, preziosissimi e luminosi, voglie infuocate, necessità di confronto.

Soddisfatto di non aver combinato guai e munito del suo tè ai frutti fumante, trascina svogliato la sua figura nello spazioso salotto. Arredamenti semplici, ma di suo gradimento. Un grande divano occupa l'area centrale, accompagnato da un tavolino e da una televisione di fronte ad esso. Inoltre, proprio in questa stanza, è presente il suo angolo personale: una deliziosa finestra è padrona della parete frontale della casa e, annessa ad essa, è presente un davanzale spazioso, sul quale Jimin spende ore ed ore, leggendo il suo amato "Picasso: l'uomo e l'artista", opera in cui traspare il genio del grande esponente.

Ma oggi, lui non sa che sarà l'ultimo giorno in cui potrà gioire dell'arte di vivere, sognare, osservare.

Perché mai ha immaginato che in pieno giorno, di una domenica gradevole, un autoveicolo potesse fare irruzione in casa sua, distruggendo il grande infisso in vetro e appropriandosi permanentemente di ciò che Jimin di più prezioso ha : i suoi occhi.

/Seoul, ottobre 2019, School of Arts/

Gelida, umida, la superficie liscia della tempera azzurra accarezza i polpastrelli della mano destra di Jimin, intento a far sbocciare su una semplice tela, un mare in tempesta, un demone scatenato, rinchiuso dentro lui.

Colore che per quel semplice ragazzo, non ha forma, non ha personalità : solo sfumature di nero, sgranate, lontane.

Oggi, come le giornate precedenti, è una mattinata ordinaria : la figura della classe accogliente e infestata da graffiti riflette negli occhi biancastri e lucenti del giovane.

Può sembrare buffo che, nonostante le schegge abbiano danneggiato gravemente il viso, le pupille siano rimaste di un colore così puro, candido.

Le lezioni di arte del professor Seokjin sono da sempre l'angolo di sfogo dell'adolescente che, accompagnato dal brusio stuzzicante dei compagni di classe rumorosi, lo immergono in qualcosa di sola sua proprietà.