Prologo: Fedro ed Esopo

381 30 10
                                    

Caro Jungkook,

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Caro Jungkook,

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che stamattina ti sei svegliato preoccupato di non aver trovato la colazione a letto solitamente accompagnata dal mio bacio del buongiorno.

Spero tu riesca a metterti comodo.
Il mio corpo trema come una foglia e mi sento come se mi fossi imbattuto in una gelida bufera di ghiaccio.
Confiderò nella tua razionalità, uno di quegli attributi che più mi ha sempre affascinato di te e a cui, ora, mi aggrappo come un codardo.

Esteriormente sto bene: indosso una giacca pulita, ho messo del profumo e sistemato i capelli, così facendo non darò nell'occhio e sembrerò un normale passeggero a bordo di questo treno.
Vorrei solo che con questa lettera tu riuscissi a toccare ogni mia sensazione, ogni mio pensiero e poter rivivere ogni nostra carezza, ogni nostro momento di intimità che in questo momento sento mancarmi come l'aria.

Prego per la tua serenità; non sopporterei il peso di essere il Caronte della situazione e non mi sentirei a mio agio navigando nel mare delle tue lacrime quando, prima di questo momento, amavo navigare nello sconfinato oceano creato dai colori delle tue iridi.

Voglio anche scusarmi sinceramente per avertelo detto in questa maniera, so di essere un inetto, ma sai anche benissimo che solo la scrittura mi permette di spogliarmi di tutte le mie insicurezze e mostrarmi a te per ciò che sono veramente, niente di meno che un pover uomo di carta con la testa tra le nuvole.

Con te nè ho segreti nè mai potrei averne; tu possiedi le chiavi di ogni mio scrigno, anche di quello più profondo e nascosto e sai che non potrei mai essere perché la causa del mio dolore ma solo del mio amore.

Oh mio amato, non immagini quanto io stia viaggiando; in chilometri saresti bravo a dirmelo, ma qui non servono le misure e, a dire il vero, niente di tutto ciò è quantificabile.

Sto viaggiando e le rotaie gridano per me.

Viaggio con il corpo e con la mente, lascio la Corea per un po' di tempo fin quando cuore e anima non saranno sazi.
Ho lasciato tutto e sono partito nella speranza di trovare me stesso, nella speranza di poter tornare da te come qualcuno, come il qualcuno che hai amato, forse fin troppo per renderti conto di quanto io in realtà mi sentissi piccolo, incompreso ed inappropriato tra le tue braccia.

Tutte le sere mi sono chiesto se i sorrisi che mi rivolgevi fossero gli stessi che rivolgevi alle stelle quando le osservavi dal tuo telescopio, mi chiedevo sempre se le tue emozioni quando mi baciavi fossero le stesse di quando disegnavi gli astri su fogli d'acero, o di quando con I gessetti riempivi di numeri la lavagna
Mi sono sempre chiesto tante cose, ma tu hai sempre dato una risposta ai miei quesiti e hai sempre messo una parola dolce su una mia amara.

Io però mi sento avido di parole, di attenzioni, di dimostrazioni, come se avessi bisogno di qualcosa in più nonostante tu mi abbia dimostrato l'inimmaginabile.
Ogni giorno mi tormento di pensieri e non posso fare altro che scrivere e scrivere, fin quando non mi si consumano le mani, gli occhi e l'essere che da sempre ha presenziato massiciamente le mie notti in bianco.

Scrivo nel patetico tentativo di autocommiserarmi, e di te, oh di te.. di te scrivo della bellezza che hai sottratto al mondo e di cui ti sei impossessato.

Oggi ho fatto uno strappo nel cielo di carta e i miei personaggi sono in cerca d'autore, perché in fondo chi sono io? Sono un misero scrittore di città che può solo scrivere tanti lieto fine immaginari perchè nella realtà non sa neanche cosa sia un lieto fine.

Non fraintendere mio amato, quello che provo per te va oltre le parole, va oltre la poesia, va oltre tutto quello che è comprensibile dalla mente umana; la prosa e la poesia sono solo il modo più sincero che ho di dimostrartelo.

Ma cos'è l'amore? Chi sono io per non nominarlo? Questo amore che tanto nomino e che tanto mi addolcisce quanto mi avvelena e mi distrugge, vola via come un dente di leone e si disperde nel limpido cielo azzurro.

Mio amato, cosa ti trasmettono le mie strofe?
Dolci metafore che spregiano l'essenza di te.

Amore? Dolore?

Amore o dolore, qual è la differenza?

Amo perchè soffro, soffro perchè amo.

Mi sento così fiacco, così ingenuo.
Buffo no? Piango senza un perché, queste sono le conseguenze?

Se la poesia non è eterna Jungkook, voglio che di me ti restino almeno le favole del Fedro e l'Esopo; spero tu ne legga una ogni sera e che ti avvolgano in un caldo letto di parole, contrastando le fredde coperte della notte in cui sei solito accoccolarti.

Leggi e mi sentirai vicino.

Guarderò le stelle e ti sentirò vicino.

Oh mio amato, non so più cosa dirti se non: ti amo e a presto.

- per sempre tuo Taehyung.

𝚂𝙲𝚁𝙸𝚅𝙸𝙼𝙸 𝙳𝙴𝙻𝙻𝙴 𝚂𝚃𝙴𝙻𝙻𝙴 𝙸𝙽 𝚄𝙽𝙰 𝙿𝙾𝙴𝚂𝙸𝙰 [k.th + j.jk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora