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Il mattino bussò lentamente agli occhi di Hiccup; ancora stanco, confuso e quasi sorpreso dallo sfogo della notte appena passata... C'era silenzio nella casa, e per tutto il villaggio, non si sentiva volare una mosca...

Probabilmente tutti i vichinghi erano ancora addormentati, e stanchi dalla baldoria della sera.

Si voltò e vide Astrid.

Ancora una volta si era dimostrata la più forte fra i due... L'aveva consolato senza dire una parola, per poi quietarlo e consolarlo.

La baciò, si mise la gamba di ferro e si alzò piano dal letto, per vestirsi e scendere al piano di sotto: Sdentato e Tempestosa dormivano saporitamente, Hiccup chiamò Sdentato un paio di volte ma il drago non gli rispose... Così uscì di casa e andò sulla spiaggia ad ammirare l'alba.

Con sua grande sorpresa sua madre era ancora lì

-Mamma...! Che ci fai ancora qui?-

gli chiese con dolcezza. Valka si volse senza dire una parola, lo guardò per pochi secondi e tornò a guardare il mare:

-Ammiravo il mare... E pensavo...-

Hiccup poteva benissimo immaginare a cosa, o meglio a chi stesse pensando. Si sedette vicino a lei e con un lieve sospiro le chiese:

-Venivate qui spesso tu e papà?-

Hiccup guardò Valka aspettandosi una risposta... Lei non aveva detto niente... Aveva solo sorriso... Giudicando strano questo comportamento Hiccup poggiò la mano sulla spalla della madre e la chiamò:

-Mamma?-

lei si riscosse come se si fosse addormentata:

-Eh? Oh sì... Scusami Hiccup... Mi ero... Persa nei miei pensieri...-

Valka emise un risolino

-Mi ricordo che la proposta di matrimonio me la fece qui, proprio in questo punto-

Valka si passò una mano fra i capelli e si portò avanti una treccia, che cominciò a tormentare, nel frattempo con un gran sorriso raccontò a Hiccup ciò che gli aveva appena accennato:

-Tuo padre e io eravamo venuti qui una sera... Stavamo litigando, di nuovo, perchè io insistevo sul fatto che i draghi non dovevano essere combattuti, ma dovevamo solo imparare a conoscerli... Lui mi amava moltissimo, ma non riusciva prorpio a capire perchè io insistessi tanto per quelle bestie pericolose... Continuava a dirmi che ero pazza se continuavo a difenderli... Dato che ci attaccavano tre giorni sì e due pure.... Ma io gli ribattevo sempre che loro ci attaccavano perchè noi li attaccavamo! Che loro non facevano altro che quello che faccevamo noi!-

Hiccup era affascinato dal racconto di sua madre... Gli sembrava quasi di vederli, lì su quella spiaggia: Stoik incaponito nella sua, giusta ma, inflessibile idea che i draghi erano qualcosa da cui difendersi e Valka che gli diceva tutto il contrario... Rise quasi divertito pensando alla scena, sorrise e riprese ad ascoltare sua madre:

- Ad un certo punto mi ero talmente arrabbiata con lui che... -

Rise - Mi allontanai di qualche metro da lui... Allora Stoik mi raggiunse, io lo scansai e tornai qui... Lui lentamente mi raggiunse mi sfiorò la mano, e cominciò a baciarmi il collo, so che magari non ti interessa. Perciò vengo subito al sodo...-

- Ma no mamma tranquilla se vuoi continua...-

Ribatté lui un po imbarazzato e un po incuriosito.

- No no tranquillo, comunque, dopo un po di frasi dolci, mi strinse a sé... E dopo un lungo bacio, s'inginocchiò e mi disse: " Valka... Io e te siamo molto diversi, ma... Io... Vorrei... Ah...". Tuo padre si alzò si grattò la testa, fece su e giù un paio di volte e tornò davanti a me sospirò e riprese: " Io vorrei passare con te tutto il resto della mia vita." disse tutto d'un fiato.-

Lei aveva le lacrime agli occhi per l'emozione, solo per ricordarlo. E Hiccup era più emozionato di lei, suo padre non gli aveva mai parlato di sua madre... Tanto meno queste tipo di cose. Hiccup si sentiva imbarazzato... Ma allo stesso tempo vedeva per la prima volta un lato di suo padre che non aveva mai visto; ed era avido di sapere...

- A me tremavano le gambe per l'emozione... Eravamo molto innamorati... E...-

Lei sorrise, allora Hiccup visto che non parlava disse:

- E tu che gli hai risposto?-

Valka rise e intanto una lacrima scese, dicendo:

- Non lo indovini?-

Rise alzando gli occhi al cielo, buttando la testa all'indietro. Persa nel ricordo di Stoik.

Anche Hiccup guardò il cielo, sorridendo tristemente al pensiero di suo padre.

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