2. Vai in classe.

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<<È stato un disastro>> mi lamento con il mio amico Omar, che mi ha chiamato immediatamente non appena mi ha visto online.

La prima ora di lezione è stata davvero traumatica, Andrea che sarebbe l'uomo a cui ho consigliato di prendersi un buon calmante non ha smesso di lanciarmi occhiatacce.

È pur sempre un insegnante, dovrebbe essere neutrale.

<<Voglio tornare nel mio paesino>> piagnucolo, sedendomi sul banco della mia classe, che al momento è completamente vuota.

Tutti i miei compagni appena è suonata la campanella, sono scappati via.

A quando pare Andrea è molto temuto.

Ed io ho osato per sbaglio sfidarlo.

Verrò bocciata, ne sono sicura.

<<Desidero tanto averti qui>> mormora Omar, che riesce a distrarmi dai miei pensieri, tutti negativi.

<<Senza di te, non è più lo stesso. Mi manchi Sara. Mi manchi da impazzire>> sussurra dolcemente, le mie guance si tingono subito di rosso mentre un sorriso spontaneo si forma nelle mie labbra.

È il mio migliore amico.

Riesce sempre a tirarmi su di morale.

<<Anche tu>> rispondo subito, zittendomi immediatamente quando vedo entrare Andrea dentro l'aula.

<<Devo andare>> taglio corto, interrompendo subito la comunicazione.

Rimetto l'iPhone dentro la tasca dei jeans, approfittando del momento in cui non è presente ancora nessuno dei miei compagni, per chiarire con il professore.

Voglio seppellire l'ascia di guerra.

Non ho la minima intenzione di rovinarmi la media per questo stupido battibecco.

<<Mi scusi>> sussurro, prendendo una sedia, per sedermi accanto a lui.

Abbasso lo sguardo non appena percepisco i suoi occhi, che non smettono di fissarmi da quando gli ho rivolto la parola.

Analizza il mio corpo, soffermandosi per un momento sul mio seno che è messo in evidenza dalla maglia in pizzo bianco che ho deciso di indossare.

Dovevo indossare una bella camicia larga.

<<Non volevo offenderla>> affermo, riuscendo finalmente ad interrompere la sua attenta radiografia.

<<L'hai fatto però>> ribatte serio, inchiodandomi con le sue iridi chiare, che mandano subito in confusione il mio cervello.

<<Hai ascoltato la mia conversazione, e ti sei permessa anche di offendermi>> aggiunge, massaggiandosi il mento ricoperto di barba.

Mio Dio, quanto è sexy.

I professori dovrebbero essere tutti brutti.

Nella mia vecchia scuola, erano pelati e con la pancia.

Puzzavano.

Lui profuma di muschio bianco.

<<Non ho sentito nulla>> farfuglio, scuotendo la testa per riprendermi dalla sua bellezza e dalla sua voce sensuale che riesce a confondermi.

Concentrazione Sara!

<<Non era mia intenzione offenderla. Volevo....ecco, farla sorridere>> mi giustifico, rivolgendogli un sorriso, che continua a non ricambiare.

Attrazione fataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora