Era una normalissima giornata di scuola, quando, all'improvviso, in mezzo al gruppetto di studenti si diffuse un insolito bagliore azzurro, seguito all'apparizione di una figura molto particolare: si trattava di un giovane uomo vestito con un chitone greco bianco, molto semplice; sulla testa era posata una corona circolare, senza fregi lungo il bordo, fatta d'argento e con delle incisioni che recavano i segni zodiacali. Ai piedi indossava sandali greci con lacci di cuoio. Aveva un'aria ambiziosa, potente e autorevole, incuteva timore sin dal primo sguardo.
Accanto a lui, un uomo più grande, sulla quarantina, era vestito in modo simile, ma con un mantello rosso e senza corona.
Il ragazzo si guardò intorno. "Achille, sembra che siamo giunti in una scuola. Ah, mi toccherà dare molte spiegazioni. Se siamo apparsi qui, però, significa che qua vicino c'è la fonte del potere che sta facendo seccare i raccolti italiani. Va', raduna le truppe e cercala. Io convocherò la Regina per porre una protezione ulteriore alla città."
"Certo, imperator, vado subito." Detto questo, Achille uscì in gran carriera dalla classe. Il misterioso ragazzo si voltò verso il professore che, incuriosito, stava osservando lo sconosciuto. "Chi sei tu?" osò chiedere. "Sono il Sovrano d'Europa, console supremo di Roma, Arconte di Atene e preservatore della Cultura Greco-Romana. Lei, invece, chi è?"
"Io sono il professore di storia in questo liceo."
"Perfetto. Può cercare di far rimanere in silenzio la sua classe, mentre termino l'evocazione?"
"Certamente".
Il Sovrano parve concentrarsi: possedeva una bellezza algida e calda al contempo, era capace di cambiare da una all'altra tramite il semplice sguardo.
"Io, il Sovrano d'Europa, invoco in questo luogo la Reggente del Secondo Pilastro Universale, con obbligo immediato." Alzò le mani al cielo, e da esse esplose una luce azzurra come l'oceano. Le porte e le finestre si spalancarono, poi si chiusero, e una luce dorata trapelò dalla fessura della porta.La Regina d'Egitto era magnifica nel suo splendore: discese gli scalini dell'atrio con una grazia incomparabile; indossava una corona dorata a forma di quaglia sui morbidi capelli neri; un abito lungo, nero anch'esso, le fasciava le morbide curve dei fianchi e una cintura d'oro, a forma di serpente che si mordeva la coda, le cingeva la vita donandole un'aria da vera Regina. La sua espressione era impassibile e distaccata ma c'era una luce nei suoi occhi, un fuoco che sembrava essere nutrito da Iside in persona.
Entrò nella stanza e giunse presso il professore, che si trovava accanto alla cattedra e che, profondamente allibito ed intimorito, non osava proferire parola."Ebbene? Non è più costume, in questo tempo, inginocchiarsi dinnanzi a una Regina? Mai nella mia lunghissima vita ho visto tale noncuranza nei miei confronti, la Figlia di Iside in persona!" tuonò la misteriosa donna. Le sue parole sortirono l'effetto che si può immaginare, e in breve tempo tutti nella sala si inginocchiarono. "Bene, ora potete alzarvi. Spero di essere stata convocata qui, in questo luogo pieno di vili uomini nemmeno comandati da una Regina, per una giusta causa!"
"Certo che sì" rispose il Sovrano. "E ringrazio gli Dèi che tu sia giunta qui sana e salva. Detto questo, ti presento ai "vili uomini": questi ragazzi sono studenti mortali, e lui è il professore di storia, a quanto mi è stato riferito. Ti ho convocata perché mi potessi essere d'aiuto contro degli invasori che hanno attaccato la città. Non so ancora chi siano, ma presto, spero, lo scopriremo. Percepisco discrete forze in avvicinamento; normalmente non avrei problemi a sbarazzarmene, ma non posso usare i miei Poteri, rischierei di fare del male a queste persone."La Regina rifletté per qualche secondo, in seguito disse "Certamente ci troviamo in una situazione delicata, non possiamo permettere che tutte queste persone si facciano del male. Dunque invoco lo Spirito di Iside, Protettrice delle Anime, a vegliare su questa città!" Terminata l'invocazione un alone dorato si creò attorno alla Figlia della Regina degli Dèi, che allargò le braccia facendo espandere la fulgida luce a tal punto che le finestre si spalancarono per l'energia.
"Bene, ora che la questione della protezione della città è sistemata, direi che possiamo occuparci di questi mortali. Sanno già troppo, e ci hanno visti. Devono essere necessariamente coinvolti. Propongo di portarli nella Capitale del mio regno, Cāndydos, e spiegare loro in che situazione si trovano dopo averli fatti riposare. Ti trovi d'accordo, Morphos?"
"D'accordo" rispose l'interpellato."Aspetti! Ma chi è lei!? Come ha fatto ad arrivare qui!? E perché è vestita in quel modo!?" domandò concitatamente una ragazza.
"Chi sono io? Nei Secoli, molti nomi mi sono stati assegnati, ma solo di alcuni riconosco la veridicità e mi piace fregiarmi. Io sono Cleopatra Nefertiti II, Regina delle due Terre, Sovrana Indiscussa ed Erede d'Egitto. Sono colei che regna sul Giunco e sull'Ape. Io, mortale, sono Elinor, Regina d'Africa." E, dopo aver pronunciato queste parole, scomparve dissolvendosi in luce pura.Spazio autore:
Ciao a tuttii, voglio innanzitutto ringraziarvi per aver letto questo inizio di storia ahah e scusarmi per eventuali errori. Spero di riuscire a scrivere una buona storia, ma del resto non sono uno scrittore, perciò si vedrà. Detto questo, vi saluto e (spero) a presto!
Ah, il titolo del libro, Lætērsys, simboleggia "l'inizio" nella lingua dell'Universo.Davide Fossati
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Lætērsys
FantasyAll'improvviso si scopre che, nell'universo, esiste più d'una Terra, e ciò che si credeva morto non lo è. Ma qualcosa tenta di infrangere gli equilibri cosmici, e bisogna fermarlo. Cosa sarà questa forza che vuole ribaltare i Monarchi Universali?