SPERANZA

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<<Samantha Clarke>>

Quel nome mi riportò alla realtà.
Ruotai lentamente la testa, togliendo lo sguardo che ammirava e bramava il cielo mattutino delle 8:00 e posai il mio sguardo sulla professoressa di italiano, Rumper. Una donna un po' impaziente e irascibile, ma almeno coerente.

<<Mi scusi>>

Mi fissò e sospirò, notai il sguardo di compassione come se avesse capito cosa mi avesse attirato in quel cielo.

La libertà.

Evidentemente la bramava anche lei, da quando il nuovo governo prese potere cinque anni fa.
Prometteva bene, ma ci hanno ingannato, "Promettiamo che vi insegneremo la giustizia!", che se vadano a fanculo letteralmente questo governo non si dovrebbe chiamare "GIUSTIZIA" ma "DITTATURA".
Perché ogni sbaglio o ogni cosa che facciamo ma che per loro è sbagliato equivale a: torture, sofferenze, umiliazione e morte.

Al giorno d'oggi non c'è più espressività, di alcun genere.

<<La lezione è quasi finita, iniziate a sistemarvi>>

Disse la Rumper con un filo di voce, ma chiaro. Iniziai a sistemare con cautela e calma, nessuno emetteva suoni eccessivi perché ai i nostri Controllori non piacevano.

Sono due per la precisione e ciascuna classe (che è composta da 10 studenti) ne deve avere come minimo due; sono uomini che fanno parte del governo nessuno sa chi sono veramente, dato che a loro non gli è concesso di mostrare la loro identità e portano quelle maschere a specchio.

Questa è la legge o meglio la loro tradizione.

Il loro compito è semplice, controllare che nessun studente manifesti sintomi di ribellioni contro il sistema, cosa molto consueta visto che siamo adolescenti e la sperimentazione e la rivoluzione sono cose che noi approviamo, soprattutto ora.

E loro ci temono perché siamo il futuro il loro futuro, anche se io non sono più quasi un adolescente ho 18 anni e questo è il mio ultimo anno dopodiché io entrerò a far parte degli adulti secondo la legge. Da lì non mi sarà concessa nessuna grazia.

<<alunni la lezione è ufficialmente conclusa, i Controllori vi accompagneranno all' uscita>>

Questa sarebbe la nostra cara "campanella" che equivale alla voce di un uomo sessantenne annoiato. Il preside.

<<Arrivederci professoressa Rumper>>

Si dice in coro.

Ora c' era una pausa di 20 minuti nel cortile, molti studenti ne approfittano per dormire soprattutto quelli abituati alla "vecchia scuola" che comprendeva nell' arrivare a lezione alle otto di mattina e non alle sei, è difficile cambiare così drasticamente le abitudini.

Entrati nel cortile si iniziò a respirare ad emettere dei suoni liberatori, ma con contegno comunque, dopotutto c' erano sempre dei Controllori di turno a sorvergliarci. Io e i miei compagni ci mettemmo in cerchio e ci fissammo, con le occhiaie.

<<Sam che cos' hai per la pausa oggi?>>

Fu, ovviamente, Josh a farmi la domanda un ragazzo mingherlino ma slanciato. Un ragazzo intelligente e gentile. Risi a quella domanda.

<<Caffè e due mele, una per me e una per...te>>

Si era dimenticato di prepararsi la merenda. Un classico.

<<Grazie Sam>>

Gli feci l' occhiolino mentre bevevo il caffè dal thermos. Guardai il resto della classe, praticamente era assente ognuno si faceva i fatti suoi: alcuni stavano sonnichiando, altri ripassavano e altri invece fissavano il vuoto.

Come Stefania.

<<Ania?>>

La chiamai toccandogli la spalla, si voltò verso di me con sguardo poco sveglio. Una ragazza simpatica ma costantemente stanca, il suo corpo non riusciva a reggere bene questi ritmi.

<<Caffè?>>

Gli feci scuotendo il thermos, lei mi annuì accennando un sorriso.

<<Cristo Sam mi dai sempre speranza per l'umanità, quando fai così>>

Disse prendendo il thermos.

<<Boia! Il caffè fa miracoli! allora
dovrei portare a voi tutti del caffè!>>

Dissi con sarcasmo e una piccola risata si formò nel cerchio. Un momento genuino.
Ania (Stefania) rimase in silenzio per poi voltarsi verso di me e accasciarsi sulle mie gambe.

<<No, sei te che invece dimostri che l' uomo può capire se solo guardasse o ascoltasse ciò che lo circonda>>

E chiuse gli occhi, la mora emo, chiuse gli occhi con la speranza che al suo risveglio avrebbe trovato una rivoluzione.

Sognatrice.

GIUSTIZIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora