Who doesn't like hugs?

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[EHII, questa è più corta e decisamente più seria]

Abbracciarsi era diventato il gesto più naturale e genuino. Il più confortevole, dolce e intimo.
Lo era diventato per tutti loro.
Lo era diventato davvero, dopo i terribili eventi successi con Thanos. Stringevano a loro le persone care perché avevano paura che qualcuno potesse portargliele via nuovamente, quindi in ogni occasione, ogni abbraccio era una rassicurazione. Un "io sono qui, nessuno mi porterà via". Ed era bello, lo era davvero, stringere con tutto quell'amor,e e quella preoccupazione, qualcuno tra le proprie braccia. Era una bellissima sensazione. Sapete, ancorarsi ad una persona alla quale vuoi profondamente bene, le mani che sfiorano dolcemente spalle o schiena, la testa che affonda nell'incavo del collo di quest'ultima, è parecchio confortevole.
Innanzitutto, lo erano diventato per Gamora e Nebula.
Se le due avevano passato tutta la loro infanzia combattendo, combattendo e combattendo, con poco spazio per le chiacchierate tra sorelle e gli abbracci, ora era tutto diverso. Quando dovevano separarsi per qualche missione, si scambiavano abbracci decisamente lunghi.
Quando scherzavano tra di loro erano soliti colpetti sulle spalle e persino quando chiacchieravano, a volte, riuscivano a tenere una mano sulla spalla dell'altra. Nebula, come la sorella prima di lei, stava imparando ad amare e ad essere amata, stava imparando che meritava quell'amore, come chiunque altro. E con il tempo, sarebbe stata capace di lasciarsi del tutto andare con Mantis e a darle tutto l'affetto che meritava.
A dire il vero, per tutti i Guardiani gli abbracci erano diventati importanti.
Certo, Drax si limitava a brevi abbracci ogni tanto poiché sosteneva che i suoi capezzoli fossero troppo sensibili per scontrarsi con il petto di qualcun altro, ma era comunque un passo avanti.
Groot era sempre lo stesso. Aveva sempre amato la sua famiglia.
Mantis cercava di non avvertire i sentimenti delle persone quando le abbracciava, ma non era esattamente semplice. Adorava però avvertire il loro affetto, e iniziava a ridacchiare.
Persino Rocket, quando era giù di morale e non se la sentiva di infastidire, si lasciava accarezzare la testa.
Su Peter e Gamora non c'era molto da dire, erano sempre stati appiccicosi, lo sapevano tutti. Sam li chiamava cozze intergalattiche per un motivo, no?
Ma sì, casa per loro erano le braccia dell'uno e dell'altra. Finché erano insieme, erano a casa.
Thor e Loki non si abbracciavano spesso, solo perché Thor amava fingersi un vero duro. In realtà adorava andare al cinema a vedere commedie romantiche con Valchiria, Carol, Bruce e il fratello, ed era l'unico che finiva per piangere. mA EHI È IL DIO DEL TUONO, non provateci a diffondere informazioni del genere in giro.
Ad ogni modo, Loki in quelle poche occasioni si lasciava abbracciare, riluttante. Un'altra cosa da non dire in giro: amava in fratello, ed era disposto a sopportare pure le sue lacrime e i suoi muccioli suo mantello.
C'è anche da sapere che la cara Captain Marvel (carta, per gli amici) amava gli abbracci e li distribuiva in giro, quando era felice per qualcosa.
Stephen si lasciava abbracciare solo, e dici solo, da Morgan. Nessuno poteva resistere al sorriso di quella bambina.
N e s s u n o.
Bucky si lasciava abbracciare solo da tre persone: Steve, Sam e Natasha.
Aaaa, quei tre erano i suoi migliori amici, il suo team. Erano le persone con cui riusciva a essere se stesso, le persone grazie alle quali aveva riacquistato il sorriso.
Di Steve e Nat non c'era molto da dire, solo che ogni occasione era buona per stare nelle braccia l'uno dell'altra. Steve era abituato e innamorato di quegli abbracci da moooooolto tempo, solo che ora erano diventati ancora più frequenti. Non che gli dispiacesse.

Ma questi sono solo dettagli, gli avvenimenti di Thanos avevano segnato un rapporto in particolar modo: quello tra Tony e Peter. I primi giorni, le prime settimane dopo quei terribili eventi, Tony abbracciava il ragazzo nei momenti più casuali. Non dispiaceva a nessuno dei due. Anzi. Le prime volte, durante i primi abbracci, erano scoppiati in lacrime entrambi, capendo perfettamente il motivo e lasciando che l'abbraccio parlasse e li confortasse al posto loro. Ne avevano bisogno.
Con il passare dei giorni, Peter aveva iniziato a sussurrare a Tony che andava tutto bene, che era lì, che era lì grazie a lui. Ma l'uomo non spezzava di certo l'abbraccio.
Con il passare del tempo invece, Peter si era abituato, e quando il padre lo abbracciava, non si faceva più domande, non diceva nulla. Stringeva solo Tony ancora di più, quando con voce tremante gli ripeteva: "Ragazzo, credevo di averti perso" o "Non voglio più perderti".

-N

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