Capitolo 1: La Cioccolata~

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l'Italia ha appena riaperto gli occhi.
Finalmente.

Non ho mai visto così tanti americani tutti ammucchiati in questa locanda.

Ho ereditato questo locale subito dopo l'assassinio di mio padre, di mia madre e di mio nonno.

Hey, sapete perché sono stati condannati?
Semplice.
Hanno ospitato un'intera famiglia di ebrei. Allucinante.
Le regole sono scritte ovunque, per non dire che ogni giorno abbiamo a che fare con le truppe dei soldati di Mussolini che vengono a controllare periodicamente le nostre abitazioni, "chi protegge o ha contatti con un ebreo, sarà condannato pubblicamente per mancanza di rispetto alla Nazione italiana".
Ora però credo che non avremo più a chi fare con i soldati di Mussolini. Gli americani erano nella mia locanda, quindi non si sarebbero certo avvicinati.

Ero molto legata a Ian, il figlio minore della famiglia ebrea che nascondevamo, penso di essermene anche innamorata: ogni volta che parlavo con lui volevo non andarmene più, ma poi arrivavano i soldati e lui correva nascondersi dalla sua famiglia nel sottoscala della casa.

Ho appena 16 anni ed ho iniziato a farmi carico di Andrea tutta da sola.
Andrea non è contenta di essere la sorella minore, è sempre stata la più forte tra noi due, la più artistica e la più creativa.
Forse è dettato dal fatto che Andrea ha ancora 10.

A scuola il professore di arte ci ha insegnato che dobbiamo "liberare il fanciullino" che è dentro di noi.
È stato il primo professore che mi ha parlato di Giovanni Pascoli.

"Pascoli afferma che dentro ognuno di noi c'è un fanciullino, che ogni tanto si fa presente nelle nostre coscienze. Ma con l'arrivo dell'età adulta ci rifiutiamo di dargli retta.
Per Pascoli il vero momento poetico è proprio quello dell'infanzia: "Il Fanciullo" infatti vede tutto per la prima volta, se ne meraviglia perché appunto non comprende la vera realtà."
Io credo totalmente in quello che Pascoli dice, quindi dico che non è solo un'azione interessata solo la poetica, ma in ogni campo artistico e non.

Amo le sue lezioni, sempre piene di intrecci tra storia e letteratura, chimica e musica, matematica e scienze.
Il professore è sempre stato molto severo, quando è in classe e fa lezione non sorride mai, è sempre vestito bene ed è l'unico che non ha problemi a raccontarci cosa sta attualmente succedendo nelle strade di fronte alle nostre case.

Gli americani sono sbarcati ed hanno portato con loro un mondo di sprovviste per noi. Ieri ho finalmente assaggiato il cioccolato, ce lo hanno portato a scuola e insieme al cioccolato hanno regalato un pacchetto di sigarette Marlboro al preside della scuola. Ad essere sincera non credo che le fumerá, al massimo una o due, ma la faccia che ha fatto quando ha preso le Marlboro era così felice che somigliava a quella del "fanciullino" di Pascoli.

Ho portato metà del mio cioccolato a Andrea, era entusiasta ed ha mangiato solamente metà della metà di quello c'è le avevo portato perché voleva tenerlo a lungo per poterlo mangiare in più volte. È una saggia idea, peccato che non sia venuta a me.
In ogni caso non sarà mica l'ultima barretta di cioccolato che vedrò in vita mia. No?
Ora che gli americani alloggiano nella mia locanda, posso chiedere se mi possono dare della cioccolata quando voglio.
L'unica cosa che mi frena da questa iniziativa è che attualmente non so l'inglese. O meglio, conosco l'inglese, ma livello scolastico.
Stamattina per capire che uno di loro aveva bisogno di acqua calda per fare un caffè mi ci è voluta un'eternità. Però alla fine ho capito ed ora posso dire di sapere come si dice: "Sorry, can I have some water for my coffee, please?"

Andrea non vuole saperne di inglesi, né tanto meno imparare l'americano. A lei importa solamente della cioccolata e della paghetta settimanale che le do per poter sopravvivere al mondo esterno, anche se ad essere sincera vorrei smettere di viziare ogni suo capriccio e di iniziare a prendermi cura di lei.

Ma farlo per davvero.

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