Oggi è il primo giorno di scuola e sento già che odierò tutti e tutto ciò che mi circonda.
Y: ciao.
Lei è Y (non l'avresti mai detto ehhhhhhh?), la conosco da quando ero piccola, stava scappando dalla polizia perché aveva accidentalmente trafitto il cranio di una sua compagna con un'ascia. A otto anni.
È una brava ragazza.
X: quest'anno siamo in camera insieme, non sei contenta?
Y: si, potrò farti vedere la mia collezione di coltelli.
X: ok?
Y: sono quelli che userò contro i professori
X: ...
Y: stavo scherzando
X: ahhh, haha ha ha ha ha.
Y: -per i professori non uso armi bianche
X: ok, devo andare-
Non è simpatica? No? Esatto. Mi vuole uccidere.
Acciderbolina! Sono in ritardo.
Meglio che mi sbrighi se non voglio che la professoressa mi odi... più del solito.
Corro verso la classe che manco flash e arrivo con un secondo di ritardo, evitando per un pelo la sospensione, riservata solo ai delinquenti che arrivano con due secondi di ritardo.
Z: fatemi un tema su cosa avevamo fatto l'anno scorso di storia dell'arte
K: mi scusi, ma lei non era la professoressa di matematica?
Z: mi sta contraddicendo?
K: no, signora
Z: MI STA DANDO DELLA VECCHIA?
K: n-no... signorina
Z: MI STA DANDO DELL'IMMATURA?!
K: n-no... giovane donna saggia?!
Z: IN PUNIZIONE RAZZA DI INGRATA, IO INSEGNO DA PRIMA CHE NASCESTE- ANZI, INSEGNO DA PRIMA DI NA-SCE-RE
K: mi scusi...
Z: CON LE SUE SCUSE MI CI PULISCO LE ORECCHIE
Loro sono Z, la mia professoressa di matematica... credo.
E K, la mia ragazza (anche se non sa di esserlo).
Non credo che vogliate assistere all'intera faccenda, quindi ci vedremo al prossimo capitolo, alla prossima!-X