Prologo.

52 12 0
                                    

Stavo scappando, stavo fuggendo via da quella che era la mia miserabile vita.
Gli occhi lucidi, le lacrime, le gote arrossate.
Le volte che avevo urlato "me ne voglio andare", e poi me ne stavo andando per davvero.

Con le gambe fiacche e il cuore che batteva all'impazzata, stavo correndo verso una nuova realtà, verso una meta a me ignota.
Ero nel cuore della notte e Roma era deserta.

Arrivai alla stazione della metro, che al contrario, brulicava di turisti e gente dall'aria stanca in procinto di ritornare verso le proprie abitazioni.
Saltai anch'io sulla linea B, da Laurentina a Rebibbia, chiamai Sofia per avvisarla della mia fuga.
Al mio arrivo ci sarebbe stata lei, l'unica in grado di salvarmi da quella realtà tossica.

Durante tutta la mia permanenza in quel vagone anonimo della metro, sentii un dolore lancinante esattamente all'altezza del peto, mi sentivo soffocare e la vista, a causa delle lacrime salate e cariche di paura, si era offuscata.

Passarono minuti che sembrarono eterni, ma l'ora di scendere arrivò. Le porte si aprirono e tirai un sospiro di sollievo, un piccola speranza stava nascendo in me, il desiderio di una vita nuova e diversa.

La voglia di rivivere.

La voglia di sentirmi libera.


All the love, Marta & Maryka.♥

Comunque Vada.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora