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Tutto accade alla festa del quinto compleanno di Jimin.

"Mamma, possiamo andare nei tunnel?".
Stavano festeggiando il compleanno in un parco divertimenti, dove c'era la più grande struttura di scivoli e di tunnel colorati di plastica che il bambino avesse mai visto.
Sua madre sorrise. " Va bene, gattino, ma sta attento a Taehyung. Non è veloce come te".
E queste furono le ultime parole che sua madre gli disse.
Ma Jimin non aveva bisogno degli avvertimenti di sua madre; Jimin si prendeva sempre cura di Taehyung, che era solo un mese più piccolo di lui, e che l'anno successivo non sarebbe neanche andato all'asilo. Taehyung aveva i capelli neri e lisci come la seta gli occhi azzurri e un sorriso dolcissimo.
Anche Jimin aveva i capelli neri, ma i suoi occhi erano verdi. Verdi come due smeraldi, diceva la mamma. Verdi come quelli di un gatto.
Mentre si arrampicavano su per i tubi Jimin continuava a girarsi e guardarsi alle spalle, per tenere d'occhio Taehyung che lo stava seguendo; e quando arrivarono a una lunga fila di scivoli scalini imbottiti di vinile, dai quali sarebbe potuto cadere facilmente , gli porse una mano per aiutarlo a salire.
Taehyung gli sorrise, con i suoi occhi azzurri colmi di adorazione. Quando poi arrivarono alla sommità della scala, Jimin gli lascio la mano.
Si stava dirigendo verso la ragnatela, una vasta stanza piena di corde e reti. Ogni tanto Jimin guardava in basso da uno degli oblò e vedeva sua madre che lo salutava agitando una mano. Poi un'altra mamma si avvicinò alla sua e le due donne cominciarono a parlare e Jimin smise di guardarle dagli oblò.
A quanto pareva parlare e salutare contemporaneamente era un'impresa troppo ardua per qualsiasi genitore.
Si concentro sul percorso attraverso i tubi. L'odore della plastica era forte, e si sentiva anche un po' di puzza di piedi. Jimin fingeva di essere un coniglietto in una galleria sotterranea, ma teneva sempre d'occhio Taehyung. Fino a quando arrivarono alla ragnatela.
Quella stanza era sul retro della struttura, e non c'erano altri bambini: solo lui e Taehyung, e non si sentiva nessun rumore. Una corda bianca, con dei nodi a intervalli regolari, andava su in alto, fino alla ragnatela.
"Ok, Taehyung; tu resta qui. Io vado su per primo, e poi vedremo se ci riesci anche tu", disse. Ma era una piccola bugia; Jimin sapeva benissimo che Taehyung non sarebbe riuscito a salire, e se fosse forse rimasto li ad aspettarlo alla fine non si sarebbe arrampicato nessuno.
" No, non voglio che tu vada senza di me", rispose Taehyung con voce piena di timore.
"Ci metterò un secondo", ribatté Jimin. Sapeva di cosa aveva paura Taehyung, e quindi aggiunse: " Non temere, non verranno altri bambini a darti fastidio". Taehyung era ancora titubante. Jimin lo guardò e disse: "Allora, lo vuoi il gelato quando torniamo a casa mia?".
La minaccia non era neanche tanto velata; per un attimo Taehyung restò indeciso, poi sospirò e annuì. " E va bene, aspetterò ", disse.
E quelle furono le ultime parole che Jimin gli senti dire.
Cominciò ad arrampicarsi su per la corda bianca. Era molto più difficile di quanto avesse pensato, ma arrivare in cima fu meraviglioso. Il mondo intero sembrava essere una strana massa di reti e di corde; doveva aggrapparsi con entrambe le mani e tenere i piedi ben saldi sulla corda traballante. Si sentiva circondato dall'aria e dalla luce, e cominciò a ridere, facendo sussultare la corda e guardando i tubi di plastica colorata tutt'intorno a lui.
Quando guardò di nuovo giù, Taehyung era sparito.
Lo stomaco gli si richiuse in una morsa. Doveva essere lì. Gli aveva promesso che l'avrebbe aspettato.
Ma Taehyung non c'era. Da quella posizione Jimin riusciva a vedere l'intera stanza dalle pareti imbottite, ed era vuota.

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Spero vi piaccia

Buona lettura❤

Viki~

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