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Yoongi sbuffò chiudendo il quaderno degli appunti, alzò lo sguardo verso il grosso orologio sopra la lavagna multimediale e dopo aver chiuso bene lo zaino uscì dall'aula.

La conferenza iniziava esattamente tra meno di dieci minuti e se non si dava una mossa rischiava di perdere i migliori posti vicino al palco.

Lo stesso che usano per le recite, gruppi scolastici e stupidi eventi natalizi anche nella loro università.
Si sentì meno sperduto quando nei posti più alti trovò un sorriso quadrato ad attenderlo.

Kim Taehyung, un camaleonte con le palle, un cazzone, un vero e proprio cazzone;
con quei suoi occhiali e quel cardigan da nonnetto che gli conferiscono sempre quell'aria da seccente che ben poco lo rappresenta.

"Yooongi, sapevo che saresti venuto, ti ho tenuto il posto in via preventiva"

Ruggì il suo amico in mezzo allo schiamazzo degli altri studenti, tirando fuori da un astuccio anche il suo inseparabile nintendo.

"E per l'occasione ho anche comprato un nuovo gioco"

Yoongi ridacchiò annuendo e osservandolo qualche attimo mentre il biondo si perdeva nell'avviare il gioco correttamente.
Ma distolse lo sguardo quando lo sbatacchiare del microfono attirò la sua attenzione.
Era entusiasta, aveva aspettato questo momento da settimane, con l'appunto della conferenza scritta sulla sua agenda ed evidenziata da altrettanti giorni.

Il sorriso crebbe quando dietro il microfono individuò anche un uomo giovane, affascinante e dalla voce piuttosto piacevole.
Ma morì appena lo riconobbe.

Sentii dei brividi sgradevoli partire dalla spina dorsale appena riconobbe il viso di Jung Hoseok.
E ne fu certo quando quest'ultimo si presentò reclamando subito l'interesse di tutti gli studenti.

Quello stronzo, fastidioso, affascinante, troppo cresciuto e figlio di puttana del suo ex.

"Cazzo"

Imprecò e quando si accorse di averlo fatto ad alta voce abbassò subito lo sguardo.
Tenendo gli occhi aperti e pieni di rabbia repressa sugli appunti.
Chiedendosi che minchia ci facesse lì Jung Hoseok nelle vesti di relatore.
Gli lanciò un'altra occhiata di sottecchi chiedendosi anche come facesse ad essere così terribilmente bello, più di prima.
Più alto, più maturo, più affascinante.. come sempre.
Cercò di nascondersi dietro l'astuccio, mentre goffamente a momenti si sdraiava sulla sedia senza accorgersene.

Sentì la pelle d'oca quando si concentrò di nuovo sulla sua voce, ripensando a quanto questa voce effettivamente lo aveva fatto piangere.
Non aveva nemmeno pianto così tanto per la morte del suo gatto, Deus.

E fu impossibile non pensare ai ricordi della loro relazione.
Troppo piacevoli per essere dimenticati, lasciati indietro proprio come aveva fatto con lui.
Eppure non riuscì a non guardarlo con aria nostalgica mentre l'altrò continuò a parlare della propria compagnia.
Chiedendosi quando aveva ereditato la posizione del padre, arrivando in alto, dov'è ora.

E senza di lui, ovvio.

D'altronde era stato lasciato per questo, Yoongi era diventato troppo piccolo rispetto a lui, che cresceva così velocemente.
Università, lavoro, stronzate da grandi e poi puff, ciao Yoongi, è stato bello, ma sei un bambino, questi otto anni di differenza mi fanno un po' strano.

"Stronzo"

Piagnucolò osservandolo come una ragazzina.
Azione non estranea perché era esattamente ciò che stavano facendo quasi tutte le ragazze sedute nei dintorni.

"Che ho fatto?"

Taehyung lo guardò sorpreso e Yoongi dovette scuotere la testa, tornò poi a dedicargli la sua attenzione, rapito, stupefatto e troppo preso da lui per poter pensare anche solo al fatto che sono anni che oramai non si vedevano più.

Questo durò finché inaspettatamente i loro occhi si incontrarono.
Yoongi neanche se ne accorse per qualche attimo, così preso dal contemplarlo.
Sentì un colpo al cuore quando venne beccato, anzi notato in mezzo a così tanti studenti.
E preso dal panico fece la prima cosa logica che gli passò per il cervello.

Fuggire.





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Remember I Told YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora