Prologo

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Quel giorno una forte pioggia flagellava le strade di Prominence, obbligando al coprifuoco la maggior parte della popolazione. Si trattava di una onesta cittadina di medie dimensioni, con numerosi negozietti e piccoli borghi che impreziosivano la parte borghese della città, fattore che l'aveva resa meta di viaggiatori occasionali, spesso di passaggio verso mete più importanti. Negli ultimi anni la cittadina aveva subito numerosi cambiamenti proprio grazie al maggiore influsso monetario, fattore che le aveva permesso di aprire un piccolo centro commerciale e addirittura un meraviglioso complesso di appartamenti indirizzati ad ospitare i lavoratori dello stabilimento motore del paese : la Sawtooth's Works, specializzata nella ricerca e sviluppo di energie rinnovabili per la popolazione.

Il centro della cittadina ospitava anche un grosso pub, ''Il Nido Della Rondine'', meta di numerosi cittadini e turisti affamati ed assetati ogni singolo giorno e notte, anche grazie alla chiusura notturna in ora tarda, quasi all'alba.

La pioggia batteva forte sui vetri del pub, all'interno del quale una leggera musica classica rendeva paradossalmente l'ambiente molto più angosciante e deprimente, mentre l'odore di carne bruciata proveniente dalla cucina riempiva le narici dei clienti appoggiati pigramente al bancone in mogano, finemente decorato e lucidato.

Connor Mithens sedeva in fondo al locale, al suo solito tavolo in un angolo che dava su una finestra con vista panoramica sullo sterrato di Rhodes Street, una delle vie più affollate della città; Era vestito con un impermeabile nero, che copriva una camicia stropicciata bianca e dei pantaloni neri col pinches, decorati e tenuti su tramite delle bretelle color rubino, ben fatte e decorate con un motivo floreale nero su di esse. Teneva stretto sul fianco la fondina contenente la sua pistola di servizio, una Beretta 98 FS, dono di un suo cliente di lunga data.
Connor poteva definirsi un uomo di bella presenza: i suoi capelli brizzolati erano ben curati, così come la sua barba, mentre i suoi occhi castani parevano pozzi senza fondo, avendo ormai perso la luce di un tempo. Nonostante il suo non fosse un lavoro completamente d'azione, poteva vantare una buona forma fisica, anche grazie alla sua costituzione robusta e sana sin da quando era piccolo.

Lo sguardo dell'uomo era perso nel buio della notte, perso completamente nei suoi pensieri e nei fumi dell'alcool, suo più grande vizio assieme al fumo, nonostante la mancanza di quest'ultimo non rappresentasse un grande problema per lui in quanto ogni sigaretta non faceva che ricordargli la sua ex moglie Cheryl.

Le labbra di Connor si strinsero in una linea esangue ripensando a quel nome. Quella donna gli aveva portato via tutto ciò che si era guadagnato nella sua carriera di investigatore privato. Lo aveva privato della sua casa, dei suoi averi e gli impediva persino di vedere suo figlio Ethan.

Tutto ciò che gli rimaneva erano pochi spiccioli, la sua macchina (una Toyota Yaris vecchia e decrepita) e il calice di birra mezzo vuoto che troneggiava al centro del tavolo in legno di fronte a lui, non era certo una prospettiva di vita rosea dati i suoi quarant'anni di vita.

Strinse le mani di fronte a sé sino a rendere pallide le nocche per scacciare il pensiero dalla mente, abbandonandosi sgraziatamente sullo schienale del divanetto in pelle verde sul quale stava seduto. Il barista era un suo caro amico e gli permetteva di stare seduto quanto desiderava, era a conoscenza della sua situazione ed era il minimo, alla fine dei conti, che potesse fare.

Connor portò silenziosamente la mano alla tasca interiore del suo impermeabile, estraendo da essa un pacchetto di Marlboro rosse ed un accendino in alluminio vecchio e rovinato, un cimelio di famiglia, unica eredità da parte del suo defunto nonno, scomparso in azione durante la guerra. Privò di una sigaretta il pacchetto, per poi riporlo nuovamente con cura in tasca e osservò il piccolo cilindro di tabacco che teneva tra le dita come se potesse rispondere ai suoi dilemmi più recenti.

Sorrise, si rese conto della sciocchezza che andava pensando e portò alle labbra la sigaretta, la accese e aspirò a lungo l'acre fumo di quest'ultima, sentendolo bruciare nei polmoni come un incendio. Infine soffiò fuori una nuvola di fumo scura, guardandola fluttuare lentamente verso l'alto, mentre con una mano cercava il boccale di birra sul tavolo.

<Lei è il signor Mithens, presumo?>

Una voce rauca e calma proveniente da dietro di lui lo riportò alla realtà. Cercò attorno a se con lo sguardo l'origine della voce, ritrovandola in un uomo dall'aria emanciata e malaticcia. L'uomo indossava un abito elegante color cenere, scarpe eleganti nere ed una bombetta che sembrava completamente fuori luogo rispetto alla sua figura.

𝚁𝚎𝚜𝚒𝚍𝚎𝚗𝚌𝚎  𝟸𝟶𝟺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora